Avv. Cocco: ”CIAVATTA Roberto, Aff.283 – proc. 90.2018 all’epoca consigliere del Consiglio Grande e Generale. Numerosi incontri presso l’ufficio del Commissario Buriani e dice: Il dott. Buriani riferiva che a breve Gabriele Gatti sarebbe stato tradotto in carcere.
Avv. Cocco: ”Si può fare? Temo che questo non sia consentito in questo ordinamento. Quindi non siamo noi che trasformiamo un procedimento penale in una questione politica.
Avv. Cocco. ”Sempre Roberto Ciavatta dice: Ritengo che il giornalista Antonio Fabbri avesse un canale diretto con il Commissario della Legge Buriani e tramite questo penso sia venuto a conoscenza dell’ordinanza in questione che mi ha girato.”
Avv. Cocco: ”All’Aff. 336, Relazione del Tenente Stefano Bernacchia, tenente della Gendarmeria acquisisce la mail del 18 ottobre, consegnata da Roberto Ciavatta che l’ha ricevuta dal giornalista Antonio Fabbri dell’Informazione, che in maniera inspiegabile vi siete rifiutati di sentirlo come testimone e di tenerlo lontano da quest’aula come per proteggerlo da chissà quali domande inutili di questa difesa quando abbiamo scorso testimoni financo comici, me lo lasci dire, come quella signora che ci ha detto che non sapeva perchè l’avessimo chiamata dato che conosceva Gatti solo perchè lo aveva visto in Tv o per strada. E che lo aveva detto anche al Commissario Buriani. Però su Antonio Fabbri è scesa una cappa di protezionismo da parte della Procura del Fisco ed anche dell’Avvocatura. Chissà cosa pensavano che gli avremmo chiesto! Venivano ad Antonio Fabbri date le notizie da Buriani solo per realizzare un disegno politico. Lo stesso Buriani dialogava con politici a pochi mesi dalle elezioni e diceva che era utile mandare a casa di tutti l’ordinanza di arresto di Gatti, perchè così nell’opinione pubblica si formava un’idea e questa emetteva la sua sentenza anticipata nei confronti dell’indagato e si creava quel clima di consenso che sorreggeva una bestialità come questa. Roberto Ciavatta consegna l’email. Tre giorni dopo l’arresto il mandato di cattura ce l’hanno tre persone, quattro. Ce l’aveva Gatti e non credo lo abbia divulgato, ce l’avevo io e non l’ho divulgato. Ce l’aveva il co-difensore e il Commissario della Legge. Il Tenente Bernacchia, avendoli sequestrati, ha controllato la concomitanza dei file, dice che i metadati dei file della mail di Ciavatta datagli da Antonio Fabbri e della mail originale collimano perfettamente. Per cui ci siamo tolti il dubbio su chi gliel’abbia data questa benedetta ordinanza.”