“E’ lo stesso magistrato inquirente, Alberto Buriani, non nella forma ma nella sostanza nell’imputazione del fascicolo 289 del 2015, a sostenere che Claudio Podeschi va prosciolto dall’accusa di riciclaggio”.
E’ tutto racchiuso in questa frase il merito della richiesta di proscioglimento che i legali dell’ex ministro Podeschi hanno affidato stamattina al giudice Gilberto Felici, titolare del processo Mazzini ripreso oggi.
Una autentica bomba.
Del resto, mentre Podeschi è chiamato a difendersi dall’accusa di aver riciclato proventi dello junket di Macao, lo stesso Magistrato inquirente, ha smentito la sua prima ipotesi -si ricordi costata oltre un anno di custodia cautelare in carcere all’imputato- riformulando il capo di imputazione in corruzione. Quegli stessi soldi indicati precedentemente come riciclaggio, oggi sarebbero diventati, nell’ipotesi accusatoria, il frutto della corruzione incentrata sul rilascio del passaporto diplomatico a Paul Phua.
Ma, Podeschi, è a processo per riciclaggio, non per corruzione…
Intervenuto anche per rendere dichiarazioni spontanee Claudio Podeschi in persona il quale ha ribadito la propria incredulità per essersi trovato incarcerato e anche adesso sottoposto a restrizione della propria libertà personale sulla base di un’accusa che oggi è stata totalmente ribaltata e cambiata. Ha comunque ribadito la propria fiducia nella Giustizia preannunciando che si riserverà di parlare a tutti i sammarinesi per chiarire le ragioni per le quali, secondo lui, è stato sottoposto a questo calvario.
Ora, il giudice Felici, dopo aver dato spazio a repliche di parti civili e procura del fisco, ha sospeso l’udienza per deliberare se accogliere o respingere la richiesta di assoluzione di Podeschi.
Una decisione difficile, non tanto per il merito della richiesta, che è apparso più che pertinente, ma per le implicazioni che questa decisione, in qualunque senso, comporta.
L’accoglimento sarebbe un colpo mortale per l’accusa ma, al tempo stesso, il rigetto alimenterebbe la sempre più diffusa convinzione che il processo Mazzini sia una procedimento più politico che giudiziario.