Il Collegio dei Garanti ha deciso: no alla ricusazione del giudice Alberto Buriani, che dunque ha operato nel pieno rispetto delle procedure e delle norme e nel legittimo e ordinario esercizio delle sue funzioni, durante il processo.
A sollevare la richiesta contro il commissario della legge durante l’ultima udienza di fine giugno è stato uno degli imputati, che insieme al collega è accusato di aver intascato le mazzette per eludere i controlli nei cantieri, in qualità di funzionario preposto ai controlli. Nell’istanza era stato fatto riferimento ad un presunto atteggiamento preconcetto e ostile da parte del magistrato decidente. Quasi un anno di udienze dunque per arrivare al termine del procedimento nato dalle carte della commissione Antimafia, che per prima aveva sottolineato come nei cantieri dela Repubblica fosse in atto una pratica assai aberrante, ricavata dalle testimonianze raccolte: mazzette per eludere i controlli nell’edilizia.
Dopo la relazione, la prima conseguenza era stata la sospensione dei due funzionari dell’ex servizio di igiene ambientale. Nella penultima udienza il Procuratore del fisco ha presentato le sue richieste di condanna: 5 anni e 9 mesi sia per i due funzionari e pene analoghe e inferiori per gli altri imputati.
Il processo del 30 giugno scorso doveva essere l’ultimo, con le arringhe difensive degli avvocati e la lettura la sentenza, poi il colpo di scena con la richiesta di ricusazione, rigettata in data 12 settembre dal Presidente, prof. Carlo Fusaro.
Rigettate contestualmente le due questioni di legittimità presentate dalla difesa, in quanto del tutto irrilevanti, dunque non ammesse. A breve dunque ci sarà la sentenza da parte del giudice Alberto Buriani che segnerà l’epilogo del processo di primo grado.
David Oddone, La Tribuna