San Marino. Professoressa accusata di incoraggiare episodi di bullismo. Lei querela i genitori che vengono rinviati a giudizio

tribunaleNei guai i genitori di uno studente delle scuole medie, che sono stati rinviati a giudizio per diffamazione (difesi dagli avvocati Rossano Fabbri e Alessandro Petrillo) a seguito della denuncia presentata da un docente delle stessa scuola. Secondo la ricostruzione degli inquirenti i due genitori avrebbero scritto e inviato congiuntamente una missiva indirizzata a cinque destinatari qualificati (Presidenze della Scuola Media Inferiore, Segreteria di Stato Istruzione, Cultura e Università, Gendarmeria, Inter-Studioviaggi s.p.a. con sede a Milano) per censurare il comportamento della professoressa in veste di accompagnatrice in un soggiorno di studio in Irlanda nel corso del mese di luglio 2015. All’interno della stessa col fine dichiarato di tutelare il figlio attribuivano alla stessa insegnante fatti determinati tali da offenderne l’onore, segnatamente lesivi della reputazione professionale e della capacità educativa della stessa. Riferivano in particolare che la stessa prof. avesse in concreto incoraggiato episodi di bullismo, ignorando sistematicamente il disagio patito dall’alunno, intimorendo quest’ultimo e violandone la sfera di riservatezza, in spregio delle responsabilità di tutela del minore a lei temporaneamente affidato. In particolare, attribuivano alla professoressa i comportamenti di seguito descritti ed esplicitati nella missiva: “Anziché tutelare i diritti del ragazzo e proteggerlo dagli atti vessatori e dai comportamenti di bullismo messi in atto da alcuni ragazzi (…) ha adottato atteggiamenti e comportamenti intimidatori nei confronti del minore che lo hanno costretto a subire ancor più gli atti vessatori (…) “, “Il ragazzo (…) trovandosi solo (…) puntualmente riferiva le molestie subite e avanzava richieste di aiuto all’unica sua referente, la prof, la quale replicava sempre con un atteggiamento intimidatorio e repressivo” (…) “Un pomeriggio nel corso di una gita la professoressa, in presenza degli stessi ragazzi molestatori, si è permessa di prendere il telefono cellulare di nostro figlio, senza il suo consenso, per poter leggere i messaggi (…) “, “(…) la professoressa (…) si è permessa più volte di interrompere la comunicazione (…)”; “Il ragazzo (…) si è trovato a trascorrere 15 giorni in una condizione di abbandono da parte della sola persona adulta di suo riferimento (… )”; “(… ) ribadiamo la censura del comportamento intimidatorio e gli atteggiamenti di superficialità della professoressa messi in atto e protratti per lungo periodo in un paese estero (…)”. La missiva è datata 28 agosto 2015. L’udienza per i genitori accusati dunque di concorso in diffamazione è stata fissata per il primo dicembre.

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