In un comunicato diffuso oggi, venerdì 24 ottobre 2025, l’associazione Attiva-Mente torna a sollevare la questione dei Progetti di Vita per le persone con disabilità, sottolineando l’urgenza di una legge sul fine vita e di strumenti concreti che traducano in pratica i diritti già riconosciuti dalla normativa nazionale e internazionale.
Il concetto di “progetto di vita” è riconosciuto a livello internazionale come cardine dei diritti delle persone con disabilità. La Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata anche da San Marino, pone al centro autonomia, libertà di scelta e piena partecipazione sociale (artt. 3 e 19). “L’idea è costruire un percorso personalizzato insieme alla persona e non sulla persona – scrive Attiva-Mente – attuando concretamente il diritto all’autodeterminazione”.
L’associazione evidenzia come anche la riforma italiana abbia introdotto il “Progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato”, integrando dimensioni sanitarie, sociali, educative e lavorative. A San Marino, invece, il Decreto Delegato 1° febbraio 2018 n.14, all’articolo 6, stabilisce già il Piano Individualizzato di Vita (PIV), ma la norma non è stata mai pienamente attuata. Il PIV prevede che per ogni persona con disabilità vengano definiti obiettivi di vita e piani di intervento, coordinando risorse e servizi e garantendo continuità nel tempo.
Secondo Attiva-Mente, la mancata attuazione di tali strumenti rappresenta una violazione dei diritti umani: “Senza un PIV, ogni persona con disabilità resta dipendente dalle decisioni altrui, senza percorsi che traducano i propri desideri e aspirazioni in realtà”. L’associazione ricorda anche come altri provvedimenti collegati, tra cui il Decreto Delegato n.117 del 2019 sulle modalità di accertamento della disabilità, siano decaduti senza essere aggiornati.
Il comunicato sottolinea il paradosso tra la riforma italiana e la situazione sammarinese: mentre l’Italia introduce strumenti innovativi, San Marino dispone già di una legge analoga che resta ignorata. “Possedere una chiave preziosa e lasciarla arrugginire nel cassetto – scrive Attiva-Mente – non è solo un problema burocratico, ma una questione di rispetto dei diritti umani”.
L’associazione conclude con un appello chiaro: rendere il diritto alla Vita Indipendente concreto e quotidiano, valorizzando la disabilità come parte della diversità umana e trasformando le norme vigenti in strumenti realmente operativi per cittadini e comunità.
Il Consiglio Direttivo di Attiva-Mente ribadisce così l’urgenza di passare dalle parole ai fatti, affinché San Marino possa effettivamente garantire i diritti sanciti dalla Convenzione ONU.












