Progetto di legge “Riforma del Catasto: regolamento per la conservazione e l’aggiornamento del catasto terreni e fabbricati”
Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio, relazione: “La formazione di un catasto moderno risale al 1949 e l’ultimo aggiornamento è datato 1981. Così nel corso degli anni si è creato un divario sempre più significativo tra l’evoluzione della società sammarinese e l’arretratezza della normativa. Questa è dunque una riforma epocale che riflette i cambiamenti avvenuti nella società e sancisce un cambiamento strutturale.
Il catasto non assolve solo questioni fiscali, ma mira anche al conseguimento di altre utilità civilistiche, come l’accertamento delle unità immobiliari e delle loro mutazioni. Inoltre si agevolano i processi del credito immobiliare, fondiario e agrario e si supporta la pianificazione territoriale. A San Marino il catasto ha acquisito una rilevanza territoriale ed è stato trascurato dal punto di vista legislativo. Dunque, quando realizzata, la riforma catastale garantirà una base conoscitiva, affidabile e aggiornata del territorio, delle infrastrutture, degli oggetti immobiliari e delle attività sugli stessi insistenti. E con un catasto aggiornato sarà possibile un efficace ed equo sistema impositivo. Oltre a garantire più servizi a imprese, istituzioni e soggetti vari.
La normativa mantiene i concetti di riforma degli estimi espressi negli ultimi anni attraverso due proposte di legge e armonizza la disciplina vigente. I pilastri principali sono Catasto fisico, economico e giuridico, suddivisi in sei capi: sistema catastale; mappa catastale e cartografia; catasto dei terreni; catasto dei fabbricati; riforma degli estimi; disposizioni attuative e diverse, norme transitorie”.
Augusto Michelotti, Su: “E’necessario questo provvedimento per adeguare il nostro Catasto alle nuove tecnologie. L’unica perplessità mi è sorta perché non riesco a capire se il Catasto è diventato probatorio o non probatorio. Auspico che ci sia modo di confrontarsi con la maggioranza per evitare troppe discussioni su una Legge che a questo punto è diventata indispensabile”.
Elena Tonnini, Rete: “Esiste un vuoto tra un territorio in forte aumento e una legislazione che cerca di stare al passo con questi mutamenti. All’articolo 28 dove si parla delle tariffe d’estimo si distinguono fabbricati a destinazione ordinaria e speciale, per quest’ultimi il reddito e il valore vengono identificati da procedimenti definiti nel testo della legge “diretti ed indiretti”. Chiedo al Governo di precisare quali siano questi procedimenti? Dall’altra parte occorre sottolineare un altro problema ovvero quello dettato da un’edilizia selvaggia. Chiediamo se c’è volontà di inserire in questa legge normative atte a evitare abusi? E inoltre se viene prevista la demolizione dell’immobile per chi decide di fare il furbo?”.
Franco Santi, C 10: “Serve un grande lavoro sul campo a cui dedicare risorse economiche e umane importanti. Dobbiamo raggiungere l’obiettivo che la legge si impone e darci dunque una tempistica certa e ragionevole, valutando l’opportunità di mettere in campo maggiori risorse. La riforma del Catasto era ed è un nodo molto importante per dare risposte al Paese. L’augurio al Segretario è quello di far si che il Governo metta in campo forze e risorse necessarie per fare il lavoro che ci si è prefissati nella Legge che andiamo a discutere”.
Vladimiro Selva, Psd: “Il giudizio complessivo sulla riforma è assolutamente positivo. La fotografia che il Catasto dà del patrimonio edilizio del territorio purtroppo è un po’ sgranata perché il sistema di rilevamento dell’Ufficio tecnico è datato e le classi di riferimento sono state fatte nel ’49: ben distanti dal poter rappresentare con efficacia l’attuale situazione. La riforma cercherà di mettere a fuoco l’attuale fotografia degli immobili esistenti. Lo scopo della riforma non è di fare gettito aggiuntivo rispetto a quello attuale ma è quello di dare una lettura precisa della consistenza del patrimonio ed avere maggiore equità nell’applicazione delle tasse su di esso. Con la riforma l’immobile avrà valore e rendita diversa anche a seconda della zona in cui è ubicato”.
Marino Riccardi, Psd: “Sono molto contento che la legge approda in Consiglio. Il metodo del vecchio catasto non ha oggi più senso. Vale più la parte agricola di quella commerciale c’è stata un’evoluzione nella società. Il catasto non può essere statico. Con questa legge chi ha molti immobili dovrà pagare di più. Ci saranno dei mal di pancia in chi ha grandi patrimoni immobiliari. Ma se lo portiamo fino in fondo faremo una cosa buona per il Paese”.
Stefano Canti, Pdcs: “Il catasto deve essere uno strumento adatto alla nuova realtà del Paese. Dal 2010 al 2013 sono state fatte dei controlli particolari ed è stato creato l’osservatorio del comparto immobiliare. Questo intervento è più che necessario. Anche dal punto di vista delle tariffe, ferme al 1954. Da allora sono mancati aggiornamenti significativi. Con la riforma valorizziamo il patrimonio immobiliare e sarà importante anche per definire il Pil. E’ un percorso oneroso per la Pa, ma lungimirante per la trasparenza del settore immobiliare, l’equità del prelievo fiscale e la certezza del diritto”.
Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio, replica: “Ci saranno nei vari step della legge le occasioni di intervenire. Vorrei solo chiarire un aspetto toccato in più interventi, occorre fare un censimento per la stima del patrimonio immobiliare che è vasto. Sarebbe un extra lavoro perchè va rimappato tutto il territorio, la politica dovrà decidere se investire più risorse in tempi brevi o meno risorse in tempi più lunghi. Sulla polemica di Tonnini, si sta parlando di operatività spicciola, non credo che l’impegno di essere in commissione monumenti pregudichi il lavoro dell’ufficio Catasto, è solo polemica politica. La riforma del catasto non ha a che vedere con condoni edlizi, gli abusi sono materia urbanistica, il catasto fotografa e da informazioni sul manufatto, si fanno politiche fiscali sulla materia catastale, non si fanno sanatorie”.