Arriva in Commissione Finanze il progetto di legge che “ritocca” la recente normativa su armi ed esplosivi e riguarda un settore fortemente ridimensionato negli ultimi anni, anche perché visto di malocchio, e quindi penalizzato, dai vicini di casa italiani. Il segretario di Stato per l’Industria e il commercio, Marco Arzilli, spiega in Aula come con il progetto di legge attuale si cerchi di far fare “un passo avanti” ad “esercenti esasperati perchè non riescono più a lavorare”. Recenti sono state le proteste con tanto di “manifesti a lutto” nelle vetrine delle armerie. E del resto i numeri danno loro ragione: “È un settore – spiega il segretario – che portava 6 mln di euro di monofase prima della crisi, oggi ne porta scarsamente 2 mln di euro, ha avuto un ridimensionamento enorme”. Già la legge del 2012, voluta per risolvere i rapporti con l’Italia, ha rivoluzionato il settore, adeguandolo alle normative Ue e introducendo ulteriori strumenti di garanzia, come il registro telematico delle vendite. Da allora sono sorte esigenze particolari per le armerie leggere di softair e per la vendita on line, per esempio. Di qui l’esigenza di intervento a pochi anni di distanza. Non solo: “Nel frattempo, la situazione con l’Italia si era normalizzata – prosegue Arzilli – si stava pensando ad un accordo, ma alla fine del 2013 l’Italia ha fatto un passo indietro dicendo che le norme europee hanno valenza superiore rispetto agli accordi bilaterali e quindi la questione è rimasta sospesa”. Al momento il governo sammarinese è ancora al lavoro con i ministeri italiani “per cercare di arrivare comunque- sottolinea- a un’intesa tecnica nuova sul rapporto tra clientela italiana e le nostre armerie”. Anche per questo il progetto di legge attuale potrebbe subire ulteriori modifiche, proprio perchè “anche nei prossimi mesi se proseguono confronti con l’Italia”. Ma visto i problemi in cui versano gli operatori, meglio procedere: “Non possiamo lasciare queste aziende in difficoltà – conclude Arzilli – e scoperte su l’e-commerce”. Sulla necessità della normativa sono concordi tutti i commissari. Roberto Ciavatta di Rete riconosce che il testo porti chiarimenti e migliorie ma giudica “blando” il solo obbligo di autocertificazione per chi possiede più di 20 armi. Un articolo critico su cui tutti i commissari di minoranza esprimono dubbi è l’articolo 30 che prevede la possibilità di perquisizioni da parte delle forze dell’ordine in caso di mera segnalazione di cittadini. “Capisco il bisogno di controllo – manda a dire Paolo Crescentini, Ps – ma non la caccia alle streghe”. I lavori sono poi proseguiti in seduta notturna.
Nel frattempo il termine ultimo per aderire al censimento delle armi da fuoco, e non incorrere nelle gravi sanzioni per chi detiene armi senza le dovute autorizzazioni, è il 30 giugno. “Tutti gli interessati che non hanno ancora aderito al censimento – ricorda la segreteria di Stato Industria, Artigianato e Commercio in una nota -, possono recarsi nelle Brigate della Gendarmeria di competenza territoriale dove riceveranno gli appositi moduli per la fase preliminare del censimento (dichiarazione di possesso di arma/i da fuoco). Il personale della Brigata verificherà la veridicità di quanto dichiarato attraverso database telematici e archivi cartacei e fornirà tutte le indicazioni utili per l’espletamento delle formalità”.