San Marino. PROGRAMMAZIONE – Questa sconosciuta…di Augusto Michelotti

Governare, ovvero letteralmente “reggere il timone”, per traslazione si può intendere guidare uno Stato esercitando il potere esecutivo. Ora una domanda sorge spontanea: “che requisiti etici, morali, intellettuali e culturali debbono avere i cosiddetti “politici” deputati a tale responsabilità?” Che tipo di patente dovrebbero avere i nostri “timonieri” per avere la presunzione di svolgere un ruolo così importante che coinvolge e determina la vita di un’intera società in tutti i suoi aspetti economico-sociali-culturali? Quale è l’obiettivo a cui deve tendere ogni “politico” per potersi definire tale? Tante domande che ogni uomo che si è caricato di responsabilità di governo dovrebbe porsi ogni giorno del suo mandato; ma che dico, basterebbe che se le ponesse il primo giorno del mandato ricevuto e poi con coerenza seguire la traccia immaginata fino alla fine del suo incarico. Il problema sorge quando si approcciano all’esperienza di governo, traguardo massimo a cui ogni uomo di ragionevole ingegno può aspirare nella sua vita, individui totalmente carenti di una o più caratteristiche di cui sopra, allora la situazione si fa pesante, per tutti e non solo per l’incapace che va a ricoprire incarichi che se distribuiti con maggior raziocinio, vedrebbero con il cannocchiale.

Per dare un senso a quanto detto finora, vorrei spiegare un concetto che sembra sfuggire ai rappresentanti (tutti) di questo governo dei furono 44 gatti in fila per tre col resto di due che, nonostante la maggioranza bulgara a disposizione non sono riusciti a fare una riforma che è una. Come si fanno le riforme? Programmando il futuro, perché le riforme non sono solo quelle canoniche che tutti si aspettano ma anche quelle che partono dalla preparazione culturale dei nostri eroi e dalla loro creatività nell’immaginare il Paese del futuro pensando magari ad una società in evoluzione e dando e creando tutti quegli strumenti e infrastrutture che possano permettere all’immagine del Paese di crescere in maniera esponenziale. La programmazione a tutti i livelli permette di eliminare quella discrezionalità di alcuni individui al potere che, fino ad oggi, è stata la rovina della nostra Repubblica avviata purtroppo verso una fine ingloriosa. Un esempio a me caro è la programmazione territoriale che consiste nell’adozione di uno strumento di Pianificazione Territoriale. 

Come si è potuto vedere poche settimane fa, il responsabile del Dicastero al Territorio a all’Ambiente, approfittando di un PRG vecchio di 31 anni e scaduto per legge da 21, ha tentato un colpo di mano cercando di spostare gli indici edificatori da una zona R2 (Ristrutturazione Edilizia in località Rancidello di Serravalle) in zone non edificate nel Castello di Faetano (Area Agricola in loc. La Lacca e Zona Servizi per lo Sport a Cà Rigo). Classica operazione con forti sospetti speculativi che può essere proposta approfittando di un buco normativo dovuto al rifiuto da parte del sig. Canti di presentare il nuovo PRG a firma Arch. Stefano Boeri e privando così San Marino di avere un Piano Regolatore al passo con i tempi. Abbastanza puerile poi il tentativo, sempre a firma del sig. Canti, di far fare il nuovo PRG denominato “San Marino Masterplan” a Lord Norman Foster e ad ARUP (Studio Tecnico specializzato in Progetti Urbanistici) spendendo, solo per le prime fasi di lavoro, più del doppio di quanto già speso per il Piano Boeri già finito e confezionato.

Interessante poi la dichiarazione, in calce alla presentazione di questo progetto territoriale fatta dal sig. Canti dopo il suo viaggio a Madrid per andare a trovare l’arch. Foster (che strano, il committente si sposta in gita con tutto il suo staff per andare a chiedere una prestazione professionale al tecnico prestatore dell’opera. Di solito accade l’esatto contrario) in cui afferma: “Il nuovo PRG di San Marino, credo sia ormai chiaro a tutti, non sarò io a portarlo avanti”. Un genio. Naturalmente stava parlando di un PRG con la firma di qualcun altro che non sia la sua e non si è fatto alcuno scrupolo di danneggiare il Paese spendendo cifre folli solo per affermare la sua pseudo-supremazia a questo punto solo formale e affatto sostanziale perché priva di contenuti nuovi.

Per chiudere quanto richiesto in premessa, oltre al sig. Canti, quanti altri responsabili di Governo hanno generato progetti originali e di programmazione economico-socio-culturale utili per la crescita del Paese San Marino? Sbaglio di molto se dico “nessuno”? Forse, pensando a un imminente roseo futuro, bisognerà disegnare dei parametri minimi che i nuovi governanti dovranno avere per andarsi a sedere su certe poltrone.

Augusto Michelotti

Area Democratica