San Marino si avvia ad una “fase 2” graduale, con la ripresa di molte attività, anche se non saranno certamente riavviate tutte a pieno regime. Dopo una settimana di trattative con le parti sociali, il Governo ha trovato la sintesi e, almeno su questa prima tranches di interventi, c’è un accordo per far partire la riapertura già da lunedì prossimo, 20 aprile. In pratica si allarga la platea delle aziende e dei settori economici che potranno – dietro comunicazione all’Ufficio Attività Economiche – riaprire. Come prevedibile, ovviamente, ci saranno degli obblighi di sicurezza e dei vincoli maggiori, ma si potrà lavorare. Questo non si trasformerà in incassi automatici, ma si dovrebbe veder ridurre il ricorso alla cassa integrazione e anche questa è una buona notizia.
CHI E COME POTRÀ RIAPRIRE
La possibilità di riaprire, già da lunedì 20 aprile, sarà data a diverse aziende, come detto, ma dal tipo di attività dipenderanno anche le necessarie accortezze, “perché alla base del ragionamento condiviso da tutte le parti in causa, c’è ovviamente l’esigenza di tutelare la salute pubblica e dei lavoratori stessi, anche perché i numeri non permettono di fare altrimenti”, spiega il Segretario Generale dell’ANIS, William Vagnini. “Certamente l’aver concesso giù nella prima fase la possibilità di lavorare a diverse imprese anche se con una forza lavoro inferiore al 50% è stata una scelta che si è rivelata lungimirante, ma ora, in questa ripartenza, non possiamo che allinearci al contesto esterno e quindi agire per gradi e con il massimo di attenzione ai rischi possibili di contagio”. Ed è in questo senso, ad esempio, che si potrà riaprire le attività di vendita al dettaglio, ovvero con la modalità di vendita a distanza (anche con pagamenti in contanti a quanto pare), quindi integrando il delivery ad attività commerciali che fino ad oggi non l’hanno mai fatto. Però potranno riaprire e, cosa più importante, far tornare a lavorare i dipendenti. Stessa cosa per i cantieri: non sarà una riapertura generalizzata, ma solo in alcuni casi (nelle case abitate, ad esempio, non si potrà ancora intervenire). Poi c’è tutta la galassia di riparazioni meccaniche, gommisti, servizi vari e anche professionisti, che potranno riaprire, contingentando i clienti, sfruttando le prenotazioni e gli appuntamenti in pratica. Basti pensare ai gommisti che in questo periodo devono effettuare i cambi gomme e potranno farli, magari con servizio prenotato di 30 minuti in 30 minuti per evitare al massimo i contatti tra le persone. Oppure chi si occupa di giardinaggio, altra attività molto richiesta in questo periodo.
“Ovviamente siamo in attesa anche di altri interventi per le imprese”, spiega infine Vagnini, “come la rateizzazione della monofase e di alcune imposte, o sugli interessi e le penalità previste per legge, su cui c’è stato sicuramente un passo in avanti in questi giorni e dovrebbe essere concretizzato nei prossimi Decreti”.
GLI ALTRI DECRETI: FAMIGLIE E DIPENDENTI PA
L’altro grande tema di queste settimane è quello degli ammortizzatori sociali (in particolare la cassa integrazione) e degli aiuti alle famiglie. La decisione delle ultime ore è stata quella di dividere la parte riguardante le riaperture dalle altre questioni particolari, lasciando a successivi Decreti (probabilmente già nel weekend) l’onere di occuparsene. Per cui in arrivo ci dovrebbero essere degli interventi per le famiglie più in difficoltà (perdita del lavoro, cassa integrazione, ecc), ma anche per gli stessi lavoratori: di certo ci sarà un intervento sulla malattia che dovrebbe tornare ai regimi pre-emergenza quindi senza limitazioni.
Poi c’è la questione delle questioni, la liquidità dello Stato: al netto del finanziamento estero che il Governo sta cercando, per evitare una crisi di liquidità ulteriore, è stato trovato un accordo per rateizzare il TFR dei dipendenti pubblici che scatterà ad aprile. L’ultima versione parla di spalmarlo in tre mesi, 30%, 30% e 40%. L’intervento riguarderebbe tutti i dipendenti del Settore Pubblico allargato, Enti e Aziende autonome, più le partecipate dello Stato, ad esclusione degli operatori sanitari, delle forze dell’ordine e della Protezione Civile (in pratica chi ha operato e opera direttamente nell’emergenza).
Resta invece da definire la questione della sospensione dei licenziamenti, su cui non c’è condivisione e nemmeno il Governo sembra intenzionato a inserire questo ulteriore vincolo per le imprese. Più probabile, già nelle prossime ore, un intervento mirato sui contributi, volto a rendere possibile lo slittamento del versamento. San Marino Fixing