Il nostro giornale ha proposto una inchiesta sul fenomeno ormai dilagante della prostituzione.
Un fenomeno dal quale San Marino non pare immune, almeno a leggere gli annunci che ormai circolano attraverso la rete e non solo: non mancano giornali dedicati, volantini e chi più ne ha, più ne metta.
Fatto sta che dopo il nostro articolo abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di possibili prostitute in territorio. Sfortunatamente nonostante sul Titano praticare il mestiere più antico del mondo sia severamente punito (al contrario dell’Italia dove prostituirsi non è perseguibile penalmente, mentre lo è lo sfruttamento della prostituzione), parliamo di un reato difficilissimo da dimostrare.
Bisognerebbe infatti cogliere con le mani della marmellata il cliente, proprio mentre paga per la prestazione. Il solo fatto di vedere un via vai sospetto di persone che entrano in un appartamento o addirittura riuscire a documentare che una persona ha rapporti sessuali con diversi partner, non è di per sé una condotta punibile.
Altro discorso è lo sfruttamento della prostituzione, attività spesso gestita dalle mafie.
In questo caso però si ha spesso a che fare con associazioni per delinquere, dunque la storia cambia. Per smantellarle servono indagini lunghe e mirate, magari sotto copertura. Interessante diventa oggi approfondire un nuovo aspetto, peraltro non nuovo. Secondo quanto siamo riusciti a sapere infatti, per combattere il problema degli immobili sfitti (si parla persino di 8mila unità) c’è chi avrebbe pensato ad una trovata geniale, si fa naturalmente per dire.
Affittare in nero a stranieri a costi fuori mercato. Per capirsi – stiamo facendo un mero esempio – un appartamento che normalmente verrebbe affittato a un sammarinese o residente a 800 euro al mese, sarebbe invece dato alla “massaggiatrice” di turno ad almeno 3 mila euro. Discorso analogo vale per le camere di albergo. Bisognerebbe ora capire se dietro a questo business ci siano “solo” dei privati che vogliono speculare o qualche cosa di più. L’incrocio dei dati non farebbe altro che confermare le congetture sin qui proposte.
Se è vero che sempre più prostitute straniere esercitano a San Marino, sono tutte provviste di permesso di soggiorno o residenza?
Appare molto improbabile, tanto più che parecchie di loro – sono loro stesse a scriverlo negli annunci – si spostano lungo lo Stivale, facendo tappa solo in determinati periodo sul Titano. Ma come è possibile che persone prive di permesso di soggiorno possano intrattenersi in Repubblica? Di certo a scoraggiare un potenziale business da migliaia di euro al mese non sono le sanzioni. Il Decreto delegato del 22 gennaio 2016, n.5 all’art. 37 recita: “Sanzione amministrativa per assenza di idoneo titolo:
1. Lo straniero sorpreso in territorio senza idoneo titolo previsto dalla Legge n. 118/2010 e successive modifiche, è punito con la sanzione pecuniaria amministrativa di euro 1.000,00 (euro mille/00)./ 2. Nel caso di recidiva la sanzione pecuniaria amministrativa sarà pari ad euro 2.500,00 (euro duemilacinquecento/00)”. Se però “l’accompagnatrice” viene a San Marino solo nei week end, soggiornando in albergo, ebbene riuscire a dimostrare qualche cosa di concreto è quasi impossibile. Come abbiamo comunque già sottolineato l’attività in Repubblica è molto discreta, dunque non crea allarme sociale.
Contattati dalla redazione i responsabili sul campo delle forze dell’ordine, ci hanno confermato da un lato la difficoltà di indagini in questo particolare campo, dall’altro l’assenza – al momento – di notizie rispetto a possibili associazioni per delinquere interessate allo sfruttamento della prostituzione in Repubblica.
David Oddone