San Marino. PSD. Il silenzio non è neutrale: Il mondo dello sport deve dare risposte

Abbiamo letto con grande attenzione il comunicato dell’Unione Donne Sammarinesi sulle vicende che riguardano il mondo dello sport sammarinese, e condividiamo  pienamente la preoccupazione e la necessità di fare chiarezza.  

Riteniamo giusta e opportuna la richiesta di precisazioni avanzata dall’UDS alle Autorità sportive sul caso del calciatore tesserato in una squadra del nostro campionato,  condannato in primo grado per violenza sessuale su una ragazza di 14 anni. Un  caso su cui è calato un silenzio inspiegabile. La FSGC ha dichiarato di non avere ancora  elementi, ma la domanda che ci poniamo è un’altra: esistono strumenti per  intervenire in situazioni simili? E se non esistono, quali azioni si intendono  attuare per colmare questo vuoto? 

Il problema però non si ferma qui. Anche i segnali che arrivano dal rinnovo del  Consiglio Federale pongono degli interrogativi. Nel nuovo organo non è stata  riconfermata nessuna delle due donne presenti in precedenza, e oggi è  composto esclusivamente da uomini. Non solo: tra i nuovi membri è stato  nominato Giacomo Simoncini, l’ex Capitano Reggente condannato in secondo  grado per atti indecenti. 

La Federcalcio non è una federazione qualsiasi. È l’ambiente più ricco,  strutturato e politicamente influente dello sport sammarinese. Da un’istituzione  di questo rilievo ci si aspetta una chiara assunzione di responsabilità per situazioni di questa  portata. 

Ma la questione va al di là delle condanne, definitive o meno che siano: lo sport deve  essere un ambiente sicuro e deve trasmettere valori chiari. Se non esistono  strumenti adeguati per affrontare queste situazioni, allora è arrivato il momento di  introdurli. Se invece gli strumenti ci sono, è giusto che vengano applicati. 

Per questo, come ha chiesto l’UDS, è necessario che il CONS e la FSGC chiariscano come  intendono garantire la tutela delle donne impegnate nello sport e l’integrità  dello sport stesso. 

Non può sfuggire, infine, un’amara coincidenza: queste notizie sono emerse proprio  mentre San Marino ospitava il GREVIO, l’organismo europeo che vigila sul  rispetto della Convenzione di Istanbul. Un momento in cui le istituzioni avrebbero  dovuto dimostrare il loro impegno concreto contro la violenza di genere. 

Perché alla fine, la questione è questa: se un calciatore condannato per violenza  sessuale può continuare a giocare, se un ex Capitano Reggente condannato per  atti indecenti entra nel Consiglio Federale, se la rappresentanza femminile  scompare senza che nessuno dica nulla, allora c’è qualcosa che non va

San Marino sta dimostrando attenzione ai diritti e alla parità di genere. Proprio per questo,  su certi episodi serve una presa di posizione chiara. Il silenzio, in questi casi, non è mai  neutrale: è sempre una scelta. 

Partito dei Socialisti e dei Democratici