SAN MARINO. PSD, NASCE CORRENTE DEM “PROGRESSISTI E RIFORMISTI”

DEMDentro a Ssd e al Psd, per ora. Ma accettare le condizioni del Pdcs è di fatto “una scelta sbagliata”. I “dissidenti” di via Rovelino, all’indomani dell’ultima Direzione che ha confermato l’avvicinamento a via delle Scalette, convocano i cronisti per annunciare la nascita del gruppo dei “Progressisti e Riformisti del Psd” affinchè “gli aderenti, i simpatizzanti e tutti i cittadini- spiegano- possano conoscere le ragioni di chi crede nell’unita” dei riformisti”.

Non si parla di divorzio dunque, ma anche se vivono sotto lo stesso tetto, Dem e socialisti da oggi sono ufficialmente separati in casa. I consiglieri Enrico Carattoni, Vladimiro Selva, Michele Muratori, Guerrino Zanotti e il segretario di Stato Giuseppe Maria Morganti, affiancati dal politico di lungo corso Tonino Carattoni e da Antonio Kaulard, spiegano di farsi portavoce di chi nel partito è contrario a proseguire la strada già presa dalla Direzione del 23 agosto scorso, ovvero quella di avviare un dialogo preferenziale con la Dc e di conseguenza con il Ps.

“In primo luogo- chiarisce il consigliere Carattoni- perchè così si va ad annullare il progetto di Ssd che ci è costato un anno di lavoro e sacrifici e ci aveva visti uniti”. Al contrario, con il dietro front del Psd, “si è preferita l’alleanza con la Dc- puntualizza- piuttosto che portare avanti l’unita” della sinistra che in questo momento poteva dare risposte fondamentali al Paese”.

Oggi infatti, “le soluzioni ai problemi di San Marino avanzate da noi e dalla Dc sono diverse- motiva- in particolar modo per la exit strategy del comparto bancario e finanziario”. Mentre “le convergenze più forti- chiosa- si sono avute con C10 e Ssd”. La posizione dei Progressisti e Riformisti del Psd resta perciò in bilico: “Noi ci siamo nel Psd- manda a dire Selva- ma siamo anche in Ssd”.

Dubbi poi sono espressi sulla validità della deliberazione del Direttivo: “In un partito con una base così ampia non fanno la differenza due-tre persone- spiega il consigliere- nè la linea indicata negli ultimi anni può essere negata in una serata, tanto da spingere un segretario democraticamente eletto alle dimissioni”. Mentre tante sono le perplessità sull’alleanza a tre proposta dalla Dc, “una forma di restaurazione che sarebbe bene il Paese evitasse”.

Morganti precisa poi che non e” ancora arrivato il momento di una separazione in via Rovelino: “Noi ci siamo firmati come gruppo di aderenti e dirigenti del Psd- manda a dire- e spenderemo fino l’ultima goccia di sangue perchè resti tale”. Anche perchè “Non siamo noi a voler interrompere il processo di unità della sinistra”, conclude.

I Dem del resto sono convinti di aver i numeri dalla propria parte: “Il Psd, le sue famiglie storiche e la sua maggioranza-mandano infine a dire- sono su queste scelte”. La posizione dei Progressisti e Riformisti sarà ufficializzata anche nel prossimo Consiglio grande e generale in cui i quattro consiglieri Dem anticipano il sostegno alla proposta dei movimenti civici in favore dell’abolizione del raddoppio del contributo elettorale. (Cri/Dire)