“Quanti ipocriti ragazzi. Ma la vergogna non esiste più ? Ma lo sapete che in politica la prescrizione e le archiviazione non ci sono? Io proprio non capisco come si faccia a fare cose indicibili e attaccare altri per il solo gusto di farlo e per provare, e sottolineo provare, a ritrovare una verginità che non arriverà più. Mettetevi il cuore in pace, ognuno raccoglierà ciò che ha seminato. A dimenticavo, non dite che ho scritto su Facebook che non vogliono.”
Questo il post sul profilo del Segretario al Turismo Federico Pedini Amati che, dopo aver attaccato il suo stesso Governo nell’ultimo comma comunicazioni in Consiglio Grande e Generale, ora se la prende con il suo stesso partito nel quale ha aderito qualche mese fa.
Un atteggiamento che isola Pedini Amati all’interno del suo stesso partito, il quale ha ormai ben chiarito a chiare lettere di voler andare in tandem con la Dc. Un Psd che non vuole essere stampella ma protagonista: lo stesso Des verrà ripresentato con diversi correttivi targati Psd e sostenuto, con buona pace dello stesso Pedini il cui amore col partito sembra già giunto al capolinea.
Alla base ci sono differenti linee politiche. Pedini ad esempio ritiene necessaria una discontinuità dalle vecchie logiche e dai vecchi personaggi ingombranti. Gli altri esponenti del Psd vogliono proseguire sulla linea attuale. Eppure la “discontinuità” non è che ha portato grande fortuna al partito in grande calo di consensi. Il riferimento di Pedini è chiaramente a Fiorenzo Stolfi, ex Segretario di Stato, che, come afferma lui nel suo post, il riferimento è indiretto ma chiaro, e’ stato indagato e poi prosciolto nel Conto Mazzini, in funzione della pronuncia dei Garanti circa l’applicabilità della legge del 2013, assolto dagli addebiti di cui ai capi relativi del libretto Giulio, dei libretti Flue e Mercedes e l’acquisto di immobili e il capo di imputazione legato ai denari della valigetta trovata in casa sua con dentro 934.500 euro.
Per Pedini evidentemente la prescrizione non garantisce verginità politica a Stolfi e con queste dichiarazioni social l’attacco e’ diretto all’ultimo tentativo di difesa in aula consigliare, da parte del Segretario Andrea Beluzzi, proprio verso la figura di Fiorenzo Stolfi. Il Segretario alla Cultura aveva infatti giustificato un’azione di Stolfi del 2008 che aveva visto l’allora Segretario agli Esteri convocare tre giudici per parlare di una rogatoria internazionale sul caso Asset Banca paragonandola all’incontro avuto con il commissario della legge Buriani da Eva Guidi e Guerrino Zanotti nella scorsa legislatura preoccupati per le indagini sul Presidente di Bcsm Catia Tomasetti.
Andrea Belluzzi è molto intelligente. Ha preso due piccioni con una fava. Allontanare Libera dal Psd, venendo incontro ai desiderata della Dc, e allontanare lo stesso Pedini da Libera, proprio perché figura ingombrante e capace di fare ombra agli altri.
All’intervento di Andrea Beluzzi, seguito poi da Matteo Rossi, ormai unico personaggio di un certo livello rimasto nel Psd, hanno replicato prontamente i consiglieri di Libera e la stessa Eva Guidi che ha chiarito precisamente i fatti del 2008, in cui era coinvolto anche suo marito Ivan Foschi che aveva criticato aspramente Stolfi, e quelli del 2019.
Insomma una volontà di ridare una verginità a Stolfi, secondo Pedini, l’azione del suo collega Beluzzi.
Una cosa e’ certa: e’ già scontro fra Pedini e il Psd e ne vedremo sicuramente delle belle. Ma non farebbe meglio l’attuale Segretario al turismo a lasciare un partito che secondo lui è legato a vecchi personaggi e che di sicuro non lo vuole?
Tancredi Falconeri