Repubblica Futura ha deciso, ancora una volta, di attaccare il nostro Segretario di Stato per il Turismo, Federico Pedini Amati.
Ma non è di Pedini Amati che vogliamo parlare: i suoi risultati sono sotto gli occhi di tutti, e non hanno bisogno di difese.
Sono certificati dal FMI che ha attribuito un ruolo trainante al settore turistico, dai due milioni di turisti, un traguardo che mancava dal 2014, e dallo straordinario successo mediatico del “San Marino Song Contest”.
No, oggi vogliamo parlare di Repubblica Futura.
Non è la prima volta che ricordiamo da dove viene e quali danni ha lasciato dietro di sé.
Ma ogni tanto vale la pena ripercorrere certi passaggi.
RF è la prosecuzione di Alleanza Popolare: una forza politica che ha costruito la sua intera identità su un moralismo aggressivo e selettivo. Ma la storia insegna che chi fa del moralismo una bandiera, spesso finisce per impigliarsi nelle sue stesse contraddizioni.
Quando è arrivata al governo, tutta questa purezza si è sciolta come neve al sole. AP si è trasformata in un partito di potere, pronto a qualsiasi accordo per rimanere a galla. Nei primi anni 2010, AP fu tra i responsabili della sfiducia ai vertici di Banca Centrale, proprio mentre era in corso un’ispezione su Banca Partner, poi diventata Banca CIS.
Quella manovra impedì per anni di fare chiarezza su Banca CIS, fino alla sua amministrazione coatta nel 2019. A quel punto, RF – erede di AP – cercò di gestire il disastro spingendo per la vendita di Banca CIS a gruppi esteri privi di credibilità.
Ma il culmine è stato toccato nel 2016, quando RF, con un’azione spregiudicata, ha costruito una alleanza politica che, in modo rocambolesco, l’ha portata alla guida del governo con la coalizione Adesso.sm.
Proprio in quegli anni si sono consumati i fatti che hanno lasciato le ferite più profonde su San Marino. Nel 2017 e nei primi mesi del 2018, il vero centro di potere nel Paese era imperniato su Banca CIS, con l’appoggio di un Commissario della Legge e di una Banca Centrale che operavano all’unisono per tutelare interessi che nulla avevano a che fare con l’interesse del Paese. È in quel periodo che si è consumata una delle peggiori crisi economico-istituzionali della nostra Repubblica: istituzioni paralizzate, economia destabilizzata, rapporti internazionali compromessi, enormi disastri finanziari che hanno aggravato enormemente la situazione del debito estero e cancellato 100 milioni di riserve pensionistiche. Oggi su quegli anni ci sono processi in corso. I fatti emersi nelle Commissioni d’inchiesta, e già confermati da sentenze di condanna, hanno svelato intrecci di potere che RF continua incredibilmente a negare.
Ma i documenti, le testimonianze e le sentenze parlano chiaro.
Da allora San Marino ha dovuto faticare per ricostruire la stabilità che RF ha contribuito a distruggere. La scorsa legislatura è stata impiegata per risanare i danni, per ripristinare la fiducia nelle istituzioni e per mettere il Paese su un binario di crescita.
RF, nel frattempo, ha cambiato pelle.
Ha abbandonato i toni seriosi della vecchia AP e ha indossato la maschera del populismo satirico. Pur continuando a predicare la morale. Senza alcun imbarazzo per i propri errori. Ma dietr all’ironia maliziosa e alla battuta ruvida, la sostanza è la stessa: un’aggressività costante, un livore permanente, un’ossessione nel demolire chi governa.
Ecco perché non ci sorprende l’ennesimo attacco di RF. Però c’è un punto su cui vogliamo
essere chiari. Il PSD è un partito aperto al confronto, anche duro, anche serrato.
Ma c’è un limite oltre il quale il dibattito smette di essere politico e diventa solo veleno. RF quel punto lo ha superato.
Cerca di trascinare il livello della politica in una rissa permanente, fatta di insinuazioni, sarcasmo e delegittimazione.
È un metodo, non un episodio.
Ed è un metodo a cui il PSD non ci sta.
Se RF vuole essere parte di un confronto politico serio, cambi atteggiamento.
Se invece vuole solo alimentare il solito teatrino, sappia che troverà un PSD pronto a rispondere colpo su colpo.