Sarà la poco efficace azione governativa, sarà la totale assenza di politiche di sinistra in seno al governo, saranno gli scandali in cui alcuni membri di partito sono stati coinvolti, sarà la posizione molto dubbia e per niente chiara del Segretario (in quota Psd) delle Finanze Claudio Felici, sarà che dopo quasi 2 anni di Governo molta gente e molti aderenti sono veramente scontenti di quanto fatto ma il Psd sta attraversando una crisi che non ha avuto precedenti.
Un esodo silenzioso di aderenti, inedito.
Che la Direzione del Psd sia nervosa è un fatto acclarato dato che proprio alcuni giorni fa ha risposto in maniera stizzita, diffamatoria e gratuita nei miei confronti dopo che avevo pubblicato un semplice articolo dove dicevo che un componente importante del Psd andava dicendo in giro che l’avviso di garanzia al Segretario Felici fosse pronto. Quindi nulla di particolarmente grave ma che invece ha avuto una risposta ”importante” da parte della direzione Psd. E questo è un indicatore di quanto siano tese le corde in casa del maggior partito della sinistra.
Il Psd è ai minimi storici, sia come aderenti che come feed nel paese. Non che gli altri partiti ”governativi” stiano meglio, ma è quello che sta subendo di più l’inerzia dell’attuale governo e quindi il distacco dal proprio elettorato.
Stretto tra l’azione di governo, per niente di sinistra, e la devastante e strabordante azione di Civico10, Lazzari e Rete, a sinistra, il Psd sta sempre di più assottigliando il numero dei suoi aderenti che stanno confluendo in massa proprio in quei movimenti. E’ plausibile pensare che alle prossime elezioni, quando ci saranno, il Psd possa – al pari di quello che è successo ad Ap – dimezzare i propri voti.
Sempre nell’ultima riunione del Psd è emersa anche una nuova linea politica, in contrapposizione con quella recentemente attuata. Ovvero, secondo il Segretario Marina Lazzarini occorrerebbe attuare una svolta e cioè creare un nuovo soggetto politico a sinistra che coinvolga i Socialisti di Andreoli, divisi nel suo interno, e gli ex comunisti di Sinistra unita, falcidiati dall’uscita di Lazzari (!), come se le profonde differenze tra questi tre soggetti fossero conciliabili con un’alleanza di cartello, e probabilmente elettorale. Un accozzaglia di soggetti diversi tra loro che verrebbero tenuti assieme solo dalla previsione di un’immane perdita di consensi, per tutti e tre.
Proprio dell’altro giorno, sempre in casa Psd, ci sono state le dimissioni di una famiglia storica del Psd, quella dei Mainardi. Dimissioni che sicuramente non sono state indolori, dato che con questa uscita se ne saranno andate almeno una trentina di persone. Cittadini sammarinesi che nella loro vita hanno sempre votato Psd, o in passato partito comunista. Addirittura il padre di Daniela Mainardi, al pari del mio compianto suocero Vittorio, è stato per tanti anni colonna portante dell’allora partito comunista sammarinese.
E proprio per questo l’abbiamo raggiunta e rivolto alcune domande.
Buon giorno Daniela, sappiamo delle sue dimissioni e della sua famiglia dal Psd. Come mai avete abbandonato il primo partito della sinistra dopo tanti anni?
Sì è tutto vero, lunedì sera ho preso questa dolorosa decisione, ci siamo sentiti traditi. Inizio dicendoti che far parte del Partito è stata una scelta che mai avrei pensato di fare ma in onore di mio padre ho deciso che nel mio piccolo avrei voluto e potuto dare un contributo di ideali e programmi. Invece mi sono sentita sola, un corpo estraneo, quasi fastidioso.
Quindi isolata?
Marco Severini, Direttore del Giornale.sm