Clima infuocato a dire poco in Consiglio – e non potrebbe essere altrimenti – sulla questione Cassa di Risparmio. Fra i più infuriati c’è Rete, che non le manda a dire. “Clima collaborativo? Non c’è perché cercate il dialogo a giochi fatti”, attacca Matteo Zeppa. “Si chiede alle opposizioni di fare sistema chiamandola in causa soprattutto per Cassa, problema dei problemi evidenziato anche dal Fondo Monetario che sostiene che la svalutazione degli oltre 500 milioni di Carisp vanno messi a bilancio”. Ed è proprio il ricorso al Fmi a spaventare opposizioni e sammarinesi. Mettersi nelle mani del Fondo significa infatti “lacrime e sangue”, ovvero tasse più alte, tagli, innalzamento dell’età pensionabile. Insomma rischia di non esserci più differenza fra Titano e Italia, il che sarebbe tutto dire. C’era la possibilità di rivolgersi all’Italia ma la via con Roma non è stata giudicata percorribile nel breve periodo perché con le elezioni manca il referente. La realtà parla invece di rapporti di politica estera nulli o quasi visto che Renzi procede nel solco dei deludenti risultati portati avanti a suo tempo dalla collega di partito Antonella Mularoni. Senza contare che Bankitalia non è un organismo politico ma tecnico e ancora non è stato firmato alcun memorandum d’intesa tra Banca Centrale e la stessa Bankitalia. Insomma dai fatti viene certificato il fallimento del governo e della stessa Banca Centrale i cui scarsi risultati rischiano di consegnare il Paese nel debito pubblico. E se il problema come prova a giustificarsi qualcuno da Adesso.sm fosse di tipo politico, allora il futuro è oltre il nero visto che la lotta politica in Italia sarà fra 5Stelle e Centrodestra: chiunque dovesse vincere, difficilmente l’attuale esecutivo vanterebbe agganci significativi.
“Celli – non a caso fa presente Zeppa (Rete) – non ha menzionato Bankitalia che non è organismo politico”. Sul tavolo anche i 40 milioni di finanziamento concessi da banche italiane con il tramite del Cis al Polo della Moda. Gli interessi verranno pagati per l’80% dallo Stato sammarinese come credito agevolato “a condizioni non favorevoli al paese” – attacca Davide Forcellini (Rete), che non risparmia critiche ad un Governo “che lavora contro il paese e la cui agenda politica viene dettata da speculatori”. Tema cavalcato anche dalla Dc. Marco Gatti chiede verifiche del comitato valutatore sul rispetto della convenzione e il riferimento in Consiglio. “Siamo in violazione a quanto deciso in Aula – afferma Teodoro Lonfernini -, qualunque tipo di variazione alla convenzione non può essere decisa dal Congresso”. Si chiedono anche lumi sulla notizia circolata in questi giorni della vendita degli Npl di Cassa. “Se il progetto di stabilità del Paese prevede la gestione comune per risanare tutto il sistema bancario, se l’istituto dello Stato lavora per vendere in proprio gli Npl – avverte Pasquale Valentini – il castello alla base di un progetto paese salta per aria. La Dc intanto presenta due ordini del giorno in cui si chiede di bloccare la vendita dei crediti “Delta” e che ogni decisione sulla cessione avvenga esclusivamente se autorizzata dai due terzi del Consiglio Grande e Generale. Riguardo alla gestione, si chiede sia pubblica. “Se non è vera la notizia della vendita degli Npl– dicono le opposizioni – venga smentita”. Ma la smentita non arriva, anzi. Un imbarazzato Celli, in un imbarazzante comunicato stampa, puntualizza “di non avere alcun elemento informativo rispetto alla possibilità che il Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino S.p.A. si stia apprestando a cedere in blocco i crediti deteriorati appartenenti alla medesima istituzione bancaria”. Insomma lo Stato non sa cosa fa la banca controllata dallo Stato. Incredibile! La stessa Cassa di Risparmio in un comunicato ancora più imbarazzante non smentisce anzi assicura: “In ordine ai valori attivi connessi alle controllate del Gruppo Delta, precisa che ogni valutazione di miglior valorizzazione di detto asset verrà svolta con estrema professionalità manageriale e di concerto con l’Azionista”. C’è poco da aggiungere se non prendere atto di come Giornalesm abbia preso governo e maggioranza con le mani nella marmellata. Non potrebbe essere più chiara Elena Tonnini quando afferma: “È stato steso il tappeto rosso per la vendita, ieri c’era già chi si sfregava le mani”. Afferma poi che stanno tornando somme dall’Italia per cause vinte, “oltre 10 milioni dati come persi da un bilancio non prudenziale ma predatorio, tanto che il Fondo ci ha segnalato un preoccupante incremento nel rapporto debito/pil proprio in conseguenza di quei 534 milioni”. Nel giro di un anno – dice Iro Belluzzi – abbiamo un debito pubblico che si è triplicato.
E a proposito di “mani nella marmellata” Marco Severini su Giornalesm svela come “il Cda di Carisp sapeva benissimo che si stava trattando con una società che doveva visionare i crediti deteriorati per porli poi nel mercato. Lo sapeva talmente bene che aveva messo all’ordine del giorno, nell’avviso di convocazione del Cda di questa mattina (ieri, ndr), anche la discussione dell’affidamento dell’incarico di supervisione dei crediti alla ditta americana, che ha anche sede in Italia, la OLIVER WYMAN”.
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