San Marino. Quando l’accoglienza dei migranti è il placebo delle coscienze…di Enrico Lazzari

Enrico LazzariAnche San Marino vuole la sua fetta di profughi. Lo apprendo -non vivendo più la realtà sammarinese- scorrendo i social, dove il dibattito, fra favorevoli e contrari, è quanto mai acceso e per certi versi aspro.

Il primo pensiero che -lo ammetto- mi è balenato alla mente leggendo l’appello del “compagno” Segretario di Stato Giuseppe Morganti è stato: anche la sinistra di San Marino vuole la sua fetta del business italico dei migranti. Ma, questo, è solo pensar male… Certo, un pensar male motivato dalle esperienze italiane, dove cooperative rosse, cattoliche o catto-comuniste si spartiscono l’enorme business consumato sulla pelle di disperati.

Del resto, nessun fondo italiano o europeo potrebbe finire nelle casse di cooperative sammarinesi, men che meno in quelle dello Stato del Titano che dovrebbe attingere alle sue martoriate risorse interne per sostenere l’operazione di solidarietà che, quindi, assumerebbe -almeno all’apparenza- un valore morale altissimo e nobile, anche perchè l’esigenza di fare la propria parte nasce antecedentemente alla diffusione della toccante fotografia del povero Ayden, il bimbo “spiaggiato” esanime nell’ultima, anzi cerchiamo di essere realisti, nella più recente tragedia a cui il mondo ha assistito.

Ma quanti migranti potrebbe ospitare il Titano? …Dieci? …Forse cento? Non saprei, ma di certo un numero “ridicolo” in rapporto al flusso. Ogni iniziativa in tal senso, quindi, sarebbe una goccia nel mare. …E sarebbe addirittura dannosa. Certo, paradossalmente e in prospettiva- dannosa! Perchè capace soltanto di placare l’inquietudine interiore di ogni sammarinese, soppiantandola dall’ingiustificato senso di appagamento, di soddisfazione per aver fatto quel che andava fatto. Accogliere qualche decina di migranti in Repubblica avrebbe il ruolo di un placebo.

San Marino, ai tempi della seconda guerra mondiale, fece tanto ospitando migliaia e migliaia di rifugiati italiani. Oggi, può fare altrettanto senza ospitare nessuno…

San Marino è un governo che ha voce negli organismi sovranazionali e internazionali. Levi lì la sua voce di razionalità spronando i “grandi” affinchè si risolva il problema alla radice. La sua sarebbe una piccola voce, ma potrebbero poi diventare due, quattro, otto, 16, 32 e così via.

Le prime pagine odierne dei più venduti e influenti media italiani ostentano una foto che “non avrebbero mai voluto pubblicare”: il corpicino esanime di un bambino, Ayden, affogato nel viaggio della speranza. Una immagine cruda, violenta nella pena che sa suscitare.

Ma quando i maggiori organi di informazione pubblicano lo stesso titolo di apertura, la stessa immagine in prima pagina, solo il più ingenuo dei lettori non riesce a comprendere che dietro a ciò c’è l’ennesima campagna mirata a “plasmare cervelli”. Oggi, in Italia, nella più deplorevole delle strumentalizzazioni, si è sfruttato un dramma per annichilire, annientare ogni voce che mettesse in dubbio la positività, la necessità dell’accoglienza a tutti i costi.

Ci sono due tipologie di migranti: coloro che scappano dalla guerra e dall’oppressione e coloro che scappano dalla povertà. La domanda che l’Europa deve porsi oggi non è dove li mettiamo; ma deve essere come facciamo, tutelando l’individuo, ad interrompere questo insostenibile flusso migratorio.

Nel secondo caso, quello dei migranti economici, basta pensare che il costo sostenuto dallo Stato italiano per mantenere un immigrato per 30 giorni (45€ x 30gg = 1.350€) è il doppio del Pil pro-capite del Mali, quantificato dalla Banca Mondiale per il 2012 in 715Us$. Facile comprendere cosa si potrebbe fare in Africa con le risorse destinate oggi da Italia e Unione Europea all’accoglienza…

“Risolto” alla radice il problema del flusso determinato dalla migrazione economica resta da risolvere quello dell’immigrazione causata dalle guerre. Oggi, ad alimentare il grosso di questo flusso è l’espansione dell’Isis, che sta poi alla base anche del dramma del piccolo Ayden. Secondo molti autorevoli analisiti e strateghi di guerra sconfiggere l’Isis in Siria non sarebbe poi così difficile e non richiederebbe l’invio di truppe o mezzi in territorio siriano: basterebbe interrompere gli approvvigionamenti. Un obiettivo che secondo alcuni di questi analisti l’Onu potrebbe raggiungere in tre settimane -cinque secondo altri- senza varcare il confine siriano e costringerebbe le truppe dell’Isis a ritirarsi entro un mese dalla Siria.

In un mese, massimo due, quindi, si risolverebbe anche il problema dei profughi siriani: non scapperebbero più dalla loro terra e, al tempo stesso, tutti coloro che sono riusciti ad approdare in Europa potrebbero rientrare nelle loro case.

Ma, senza il problema dei flussi migratori gli Usa vedrebbero l’Europa rafforzarsi (e questo non piace ai nostri alleati) e il business dell’accoglienza si ridimensionerebbe drasticamente…

Ecco perchè, anche in futuro, ci saranno ancora tanti Ayden fotografati esanimi sulle spiagge europee, sacrificati sull’altare di indicibili interessi politici ed economici e poi “violentati” dagli “sciacalli” dell’informazione strumentale al servizio degli stessi interessi…

Ma San Marino, in questo scenario, farà la sua parte ospitando qualche decina di migranti, per buona pace della coscienza di tutti.

Continuiamo così e, alla fine, questo dilagante -strumentalmente e costantemente alimentato- integralismo buonista anestetizzerà la coscienza di noi tutti!

Enrico Lazzari