San Marino. Quando sulla nostra strada troviamo mostri neri e spaventosi – “Qui gatto… ci cova” la rubrica di David Oddone

All’indomani della sentenza di colpevolezza nei confronti di Derek Chauvin, l’ex agente di polizia che il 25 maggio del 2020 ha provocato la morte di George Floyd, c’è ben poco da esultare. Qualcuno parla di pena esemplare. La giuria, dopo dieci ore di camera di consiglio ha condannato l’ex poliziotto per omicidio, ritenendolo colpevole per tutti e tre i capi di accusa, compreso quello più grave di omicidio colposo preterintenzionale. Ora rischia fino a 40 anni di carcere. Anche se con le attenuanti e per l’assenza di precedenti la pena potrebbe essere più leggera. Non sono particolarmente soddisfatto da questa sentenza. Avete visto il video? Nonostante lo abbia guardato ormai decine di volte, continuo a rimanere scioccato. Un uomo inerme è stato letteralmente giustiziato in pubblico, senza curarsi della presenza di testimoni, donne e uomini increduli. La vittima chiamava disperatamente la sua mamma, capendo che stava morendo. I passanti imploravano i poliziotti si sentigli il polso, visto che non dava più segni di vita. L’ergastolo sarebbe stata la pena più giusta per una esecuzione sommaria da parte di “poliziotti” che evidentemente pensavano di poterla fare franca e che la vita di un nero non contasse nulla. Non sono soddisfatto neppure che a pagare sia stato – per ora – solo uno dei killer con la divisa. Anche gli altri, quelli che non hanno mosso un dito, sono complici e omicidi. Hanno l’aggravante di avere insozzato un mestiere nobile, un lavoro al servizio del cittadino. E ancora di avere offuscato l’immagine degli agenti di polizia, ai quali dobbiamo essere invece riconoscenti per il duro lavoro che portano avanti ogni giorno fra mille difficoltà. Perché i delinquenti sono quegli agenti, non tutti gli agenti, non scordiamolo mai. La morte di George Floyd almeno non è stata vana. E’ divenuto icona del movimento Black Lives Matter e quindi è ormai immortale, consegnato non soltanto alla cronaca, ma alla storia. Il suo sacrificio ha fatto aprire gli occhi al mondo sulla condizione in cui ancora oggi vivono le persone di colore, anche in Paesi civilissimi come gli Stati Uniti. Il razzismo è un problema ben presente e radicato purtroppo nelle nostre società. Riguardiamo allora più e più volte questo video di inaudita violenza e spregio della vita. Siamo tutti uguali, anche se sulla nostra strada a volte possiamo incontrare dei mostri, questi sì neri e spaventosi.

David Oddone

Rubrica “Qui gatto… ci cova”