San Marino. Quanto visto in questi giorni non sono gli anticorpi dello Stato! Ma sono tutt’altro! … di Marco Severini

Ordinare atti che tolgano la proprietà, in stile bolscevico-sovietico, a quei cattivi degli investitori italiani che hanno pensato di investire in territorio sammarinese i loro denari è sinonimo di avere anticorpi? Ho dei seri dubbi.

Che poi se questi atti sono stati fatti scrivendo il falso, ovvero che gli investitori italiani avevano dato il loro mandato al notaio (che non esiste e non è mai stato dato come dichiarato dai Filippin e per questo oggetto di denuncia), che ci frega!

L’importante è la sammarinesità, anche negli illeciti.

L’importante è comunque cercare di togliere la proprietà a chi ha investito 500.000 euro in un territorio che credeva essere occidentale, che tutelasse la proprietà privata e lo stato di diritto e che non fosse, come lo è in molte parti, bolscevico ed assistenzialista (e per questo soffocato dal debito pubblico) che si chiude a protezione e a tutela della propria cricca, anche quando sbaglia clamorosamente.

Uno stato che sanziona ed uccide la libera iniziativa prima che si siano accertati i fatti dalla magistratura, che è l’unica che può parlare in questi casi.

Uno stato che glissa e pare chiudere un occhio, se non tutti e due, di fronte ad una denuncia di falso in atti pubblici nei confronti di un pubblico ufficiale sammarinese, che solo per questo – una volta appurata la responsabilità cioè fra 5/7 anni viste le lungaggini che solo certi procedimenti hanno – dovrà essere radiato ”senza passare dal via”. Sospensione dall’esercizio dell’attività di pubblico ufficiale, vista la gravità dell’accusa che pare essere corretta vedendo gli atti, fino a che non sono stati accertati i fatti no eh?

Si dirà: ”…e ma glielo hanno ordinato!” Cosa? di fare un falso? di dire che aveva il mandato da parte dei clienti per fare l’atto, quando non era vero? e per questo denunciato per falso ideologico da quegli stessi clienti appena venuti a conoscenza, dopo mesi, dell’atto viziato. Un atto che il notaio, stante quanto dichiarato dal Filippin, si è ben guardato dal comunicarlo ai clienti.

Cosa aspettiamo a cercare ed affermare la verità? Qui c’è l’accusa di un falso in atto pubblico nei confronti di un pubblico ufficiale, di un notaio! Che è una delle cose più gravi che ci possano essere in uno stato di diritto! Un falso di un pubblico ufficiale fatto in un atto pubblico! E le prove sono palesi. Ma scherziamo?

L’importante è sparare liquami su chi mette all’indice questo sistema putrido fatto di contorte e becere protezioni, che viene indicato come un riciclatore quando non lo è vedendo la dichiarazione dei redditi e il fatto che abbia pagato l’acquisto della sua ditta con assegni circolari, che essendo giovane non può e non deve avere successo e non può avere incarichi dirigenziali e sedere in un Cda assieme ai suoi soci, giovani anche loro. (vedi Caffè Scorretto del 27 gennaio 2022)

L’importante è affibbiargli, diffamandolo, il nome di corriere di nero transfrontaliero quando invece distribuiva – come da lui dichiarato – 4 buste per alcuni mesi, con dentro 500 euro caduna, ai dipendenti, questi si in nero, della ditta che è la stessa che poi ha tentato di non pagargli quello che gli spettava e che lo ha denunciato (ed è stata controdenunciata) perchè si è trattenuto quello che era suo di diritto. Quello che gli spettava e che non gli è stato dato.

Quanto visto in questi giorni non sono gli anticorpi dello Stato! Ma sono tutt’altro!

Marco Severini – direttore del GiornaleSM