San Marino. Quarta dose o vaccini adattati? La differenza è praticamente quasi inesistente, basta vaccinarsi … di Alberto Forcellini

Oms-Europa: verso 250 milioni di nuovi casi Covid. Ma siamo pronti a combattere. In Europa e a San Marino. Anche grazie al rinnovo di collaborazione con l’Italia e al protocollo firmato giovedì scorso tra i due Stati, a conferma della sinergia instaurata nei difficili anni di inizio pandemia.

“La Repubblica italiana – si legge nella nota ufficiale – garantirà la consegna di vaccini alla Repubblica di San Marino, che rispondano ai più recenti criteri di innovazione, sicurezza ed affidabilità, dettati dalle linee guida europee e comunque che siano utilizzati nella campagna vaccinale italiana. La fornitura complessiva di vaccini garantirà la copertura di almeno 25.000 cittadini della Repubblica di San Marino, nel rispetto delle indicazioni fornite dalle linee guida dell’OMS. La prima consegna sarà di 10.000 nuove dosi di vaccini e avverrà secondo protocollo non più tardi di 2 settimane dopo l’avvenuta consegna alla Repubblica Italiana”. Praticamente, la nuova campagna vaccinale dovrebbe partire verso i primi di ottobre.

Quanto fosse necessario questo nuovo passaggio, ce lo dicono le dichiarazioni delle autorità sanitarie europee riportate da tutti gli organi di informazione. Ci sarà un nuovo aumento di contagi nella stagione autunnale perché il virus circola ampiamente, causando ospedalizzazioni e ancora troppi decessi prevenibili: circa 3.000 solo nell’ultima settimana, un terzo del totale mondiale. Il virus si sta ancora evolvendo per eludere le contromisure messe a punto dalla ricerca medica e farmacologica. È un dato che non si può sottovalutare, nonostante i grandi passi contro la pandemia.

Oggi, grazie ai vaccini, all’immunità ibrida delle tante persone che sono entrate in contatto con il virus nonostante la vaccinazione, e grazie allo sviluppo degli antivirali, l’impatto della malattia si è fatto meno severo. Proteggere le fasce più deboli rimane comunque la priorità. Monitorare l’evoluzione del virus ed intervenire con eventuali richiami è però altrettanto importante, esattamente come accade con altre malattie infettive con cui conviviamo da centinaia di anni.

Ma cosa è cambiato in tutti questi mesi? Andando ad osservare il grafico di ricoveri e decessi nel tempo, nonostante il virus con Omicron sia estremamente più contagioso rispetto al ceppo di Wuhan, è evidente come le ondate si siano fatte sempre più contenute. Ciò accade perché ci troviamo di fronte ad un nemico a cui progressivamente il nostro sistema immunitario ha preso le misure. Di fronte ad una popolazione sempre più immunizzata, ovvero in possesso anche parzialmente delle armi per rispondere, l’impatto del virus si è fatto sempre minore.

Ora la priorità è la quarta dose anti Covid e il vaccino antinfluenzale. L’obiettivo è sempre quello di proteggere i più vulnerabili, inclusi gli anziani, gli individui immunocompromessi e quelli con patologie pregresse.

Ma c’è un dubbio: quarta dose o vaccino adattato? L’Ema ha appena dato la sua autorizzazione ai vaccini Pfizer e Moderna aggiornati contro Omicron 4 e 5. Si tratta di vaccini bivalenti che contengono parte del ceppo originale del virus e parte comune ai lignaggi BA.4 e BA.5(Omicron 4 e 5). Utilizzabili solo da chi si è già vaccinato col vaccino originale. Cioè da chi ha fatto almeno la prima dose.

La diffusione delle infezioni è guidata dalle varianti di Omicron BA4 e BA5 che sono altamente trasmissibili. Sulla base delle attuali proiezioni si prevede che diventeranno dominanti in tutti i paesi europei, probabilmente sostituendo completamente tutte le altre varianti. Secondo i primi studi effettuati, risulta che in una popolazione in cui oltre la metà delle persone è già protetta contro un’infezione sintomatica da Sars-CoV-2 attraverso vaccini e infezioni precedenti, un richiamo con un vaccino aggiornato ha aumentato la protezione fino al 90 per cento

E allora: quarta dose o nuovo vaccino? La scienza assicura che ogni vaccino disponibile è un buon vaccino per una quarta dose, e il miglior richiamo è quello fatto, non quello posposto in attesa di qualcosa che verrà. Quanto oggi è nella disponibilità dei sistemi sanitari nazionali ha un’altissima efficacia clinica contro tutte le varianti in circolazione. E per quanto se ne sa al momento, la differenza tra la quarta dose e il vaccino aggiornato è praticamente inesistente.

a/f