San Marino. Quegli “strani” cantieri nella zona Unesco

Schermata 2014-07-08 alle 08.05.58Anche da minimi dati si può dedurre il carattere, il livello culturale e la mentalità di una popolazione. Questa ovvia riflessione prorompe alla mente passeggiando per il centro storico di San Marino posando lo sguardo su mille motivi di osservazione.

Il centro murato del nostro Paese è incluso fra i beni patrimonio dell’umanità secondo un elenco compilato dall’UNESCO. Inoltre l’ordinamento interno contempla una Commissione per le politiche territoriali e soprattutto una Commissione per la conservazione dei beni culturali.

E allora come giustificare la superfetazione che si va completando su palazzo Giangi sul lato di mezzogiorno di Piazza Garibaldi? La costruzione non è visibile dalla Piazzetta? Questo basta a giustificarne la realizzazione? Basta imboccare Contrada Santa Croce per ammirare questo miracolo di architettura incoerente con il tessuto urbano.

Allora è vero ciò che abbiamo scritto a suo tempo circa il “patrimonio dell’umanità” sarebbe stata una delle tante storie sammarinesi.

Ancora uno spunto di riflessione. Abbiamo raggiunto in questi giorni nell’afa mattutina il Cantone della funivia, già Cantone Borghesi, ove è in corso da tempo immemorabile un lavoro di impermeabilizzazione della copertura del balcone panoramico, forse il più affascinante di San Marino perché associa la vista dell’Adriatico a quella dell’Appennino. Finalmente uno spicchio di balcone è tornato accessibile al pubblico.

Accanto analogo lavoro è in corso sul piccolo edificio, ex ufficio tecnico, che sulla copertura ospita il monumento a Bartolomeo Borghesi, l’illustre studioso dell’antichità residente a San Marino dal 1821 al 1860, anno della morte, cittadino sammarinese dal 1827. Guardavamo l’effige bronzea del Borghesi, inaugurata nel primo novecento, ed il pensiero è corso alla sequela di foto e di cartoline riproducenti tale opera in posizioni diverse a poca distanza l’una dall’altra. Lo scultore ha modellato il busto bronzeo rappresentando lo studioso insigne con in mano la più famosa delle sue opere, i Nuovi frammenti dei fasti consolari capitolini, e con il capo rivolto verso la pianura, quasi in atto di scrutare la natia Savignano. A forza di traslochi il povero Borghesi è finito con la schiena rivolta alla pianura e con il voto rivolto ad ammirare il Monte San Paolo e chissà, nei giorni di atmosfera cristallina, i tralicci Rai svettanti sul Monte Nerone, nelle Marche.

Con i lavori in corso, perché non ruotare il monumento di 180 gradi ripristinando almeno la postura del busto, se non la sua collocazione, ormai non più recuperabile.

Ma forse anche questo minimo intervento è troppo impegnativo per un Paese che spende milioni di euro in iniziative promozionali senza alcuna ricaduta.

C.Buscarini, La Tribuna