Il fronte è solido e compatto di fronte al rischio che il DES, poi declassato a RFND (residenze fiscali non domiciliate), porti ad una svendita totale del Paese. Repubblica Futura, Rete, Domani Motus Liberi e Demos (che non ha più una rappresentanza consiliare) hanno organizzato una serata pubblica, presso la sala polivalente di Murata, per spiegare ai cittadini i pericoli che si stanno prospettando. Emblematico il titolo scelto per l’occasione: “Do ut D.E.S. La verità nascosta dietro alle residenze fiscali non domiciliate”. La frase latina, hanno spiegato i relatori, serve per fare intendere che dietro a certe scelte politiche non c’è esattamente l’interesso dello Stato, ma probabilmente qualcos’altro.
E come avviene in questi casi, la cronologia è importante per capire l’evoluzione delle cose, anche perché nel mezzo c’è stato un passaggio di legislatura. Il compito è stato affidato a Giovanni Zonzini (Rete). Il quale ha ricordato come il progetto sia nato nel 2022, ma subito cassato dalla maggioranza di allora, perché mirava alla realizzazione di un sistema dedicato a persone molto facoltose al fine di non pagare le tasse nel loro Paese. Tuttavia, il governo, o parte di esso, ci credeva talmente tanto che verso fine anno, in prossimità della finanziaria, fu organizzata dalla Dc una cena durante la quale venne consegnato un fascicolo a tutti i partecipanti. Dentro c’erano tutte le specifiche del DES, da inserire dentro la legge finanziaria che, come tutti sanno, non può essere sottoposta a referendum.
“A quel punto partirono le trattative e il progetto fu rimandato” ha raccontato Zonzini svelando anche qualche siparietto dietro le quinte di Palazzo. “Si sapeva che l’iniziativa era stata promossa da un ormai ex miliardario spagnolo, tale Banuelos. Lo incontrammo e ci disse tutto quello che lui voleva comprare, compreso un pezzo di Faetano per farci dei campi da golf”. Nell’agosto 2023 venne approvata la legge sulle RFND, che per essere applicativa doveva prevedere la costruzione di un albergo a 5 stelle. Che non c’è e non si costruisce in pochi mesi, così il 16 febbraio 2024, il Dipartimento Affari Esteri ha emanato una circolare che estendeva la possibilità di residenza anche in locali diversi da un albergo, purché connessi alla sua attività di impresa.
Il 30 aprile 2024, venne autorizzata la San Marino World, una società facente capo a Banuelos, che ha preso sede presso lo stabilimento ex Asset banca, a Gualdicciolo, ma con il suo quartier generale situato nelle Tre Torri. Così spiegava su un sito web dove ha cominciato a pubblicizzare la concessione di residenze, illustrando le modalità per il loro rilascio in esclusiva. Costo, 70 mila euro, contro i 10 che ne chiedeva lo Stato di San Marino. “Tutto ciò denota una volontà politica di portare il Paese indietro, negli anni della finanza buia” ha concluso Zonzini. “Sono questi gli elementi che spiegano il motivo di un’iniziativa congiunta di tutte le forze politiche non di maggioranza perché una tale proposta, oltre ad esporre il Paese al ridicolo, non ci porterà neanche un soldo. Chiediamo al governo di fermare una volta per tutte le RFND, prima che succeda qualcosa di irreparabile”.
Anche Carlotta Andruccioli (DML) ha elencato le tante contrarietà e perplessità che ammantano questo progetto. “Innanzi tutto – ha detto – il principio secondo cui lo sviluppo economico non può essere dato in mano a nessuno. È una prerogativa dello Stato e delle sue istituzioni. Questa è stata la nostra posizione, espressa sin dall’inizio”. Entrando nel merito, ha spiegato che il progetto iniziale del DES andava addirittura oltre le residenze in quanto, nella sua complessità, funzionava come una matrioska. Venivano autorizzate società a gestire un determinato settore, altre gestivano autorizzazioni e residenze. Ma tutti i tentativi della Dc per portare avanti il progetto, sono sempre stati frenati dal contrasto corale dalle opposizioni e talvolta anche da esponenti di maggioranza. “Il problema grosso che emerge dalle circolari è che stata bypassata la legge e ci siamo sentiti in dovere di svegliare le coscienze con questa serata. Siamo molto preoccupati per come si sta portando avanti le politica e per certe decisioni nei settori strategici”.
La prima frecciata di Sara Conti (RF) è contro Libera. “Ho sempre vissuto questa proposta dall’opposizione, all’inizio insieme a Libera. Ci siamo posti in posizione fortemente critica, perché si stava svendendo il Paese e si delegava agli altri la decisione di chi potesse venire a San Marino. Con Libera abbiamo fatto un’opposizione durissima, mentre oggi sono totalmente appiattiti sulle posizioni di governo. Abbiamo il dubbio che sotto ci sia qualcosa e che non abbiamo tutte le informazioni. Continuiamo a pensare che il progetto sia molto pericoloso”.
Ha poi sottolineato il fatto che, da fuori, siamo una sorta di sorvegliati speciali: “Viviamo in un ambiente in cui le relazioni tra Stati sono fondamentali e dovremmo ricordare bene gli errori del passato per non ripeterli, soprattutto ora che ci stiamo avviando sul percorso di associazione Europea. Quando ci hanno detto che siamo il nuovo paradiso fiscale, è come se fosse scoppiata una bomba. Per questo faremo di tutto per impedirlo. Non vorremmo che tutto ciò frenasse il percorso con la UE e ci siamo mossi per studiare le strategie migliori. In commissione abbiamo chiesto al Segretario Beccari di ritirare tutti i permessi concessi. Non l’ha fatto. Il sito della San Marino World è stato oscurato, ma questo non significa che abbia smesso di operare. Abbiamo chiesto già da metà febbraio una commissione congiunta Finanze Esteri, l’hanno convocata per metà aprile perché, a suo dire non si trovava una sala”.
Assai deluso e amareggiato è apparso Alessandro Rossi (Demos). “C’eravamo illusi di un cambio di rotta, che non c’è stato. Quello che mi ha urtato di più, è stata l’autorizzazione concessa in ordinaria amministrazione, firmata di suo pugno dal SDS Beccari. Si capisce bene che questa non è un’autorizzazione ordinaria perché non c’è nessun supporto giuridico che possa perimetrarla. È come nel film dove Totò vendeva la fontana di Trevi”.
All’epoca, lui era Capitano Reggente e con la collega si mosse per convocare il Consiglio dei XII, cosa che non viene fatta in ordinaria amministrazione e quindi a rischio di sindacatura. Ciò nonostante, le cose sono andate avanti. “Il paradosso – ha chiosato – è che una scelta di questo tipo è stata presa in silenzio e l’abbiamo saputa incidentalmente da Banuelos”. Infine, evidenziando come esistano ancora società cartiere che fatturano milioni di euro in sedi da 28 metri quadri e nessuno le va a controllare, ha chiuso: “Se questo è il modello di San Marino, vuol dire che stiamo tornando indietro. È questa la politica che vogliamo? Combatteremo finché venga tolta l’autorizzazione alla San Marino World e affinché si ponga fine a quei traffici che ancora continuano sottotraccia”.
Dal pubblico sono arrivate diverse domande, anche per sapere le intenzioni delle opposizioni: farete una mozione di sfiducia a Beccari? Se la meriterebbe, è stato risposto. Siamo compatti, ma siamo in 17 e, così facendo, magari andiamo a ricompattare gli scontenti della maggioranza.