Il bonifico ”scappato” dalla BCS di San Marino, il Mose e le ipotesi sulle reti del nero.
I lettori più attempati ricorderanno il personaggio dei fumetti disegnato da Sergio Tofano: il signor Bonaventura, che alla fine di ogni avventura veniva ricompensato con un assegno di un milione.
Ecco questa è la storia di poco più di un milione: 1.184.480,42 per la precisione.
Una storia che a San Marino conoscono molto bene, che Plus24 ha raccontato e che ha dato origine a numerosi esposti, interrogazioni e interpellanze in CGG. Una storia che è suonata da subito bizzarra, poco coerente, e mal spiegata dagli stessi protagonisti.
Ed è, soprattutto, una storia che va riletta con il senno di poi. Alla luce dell’inchiesta della procura di Venezia sulle tangenti che sarebbero state pagate per il sistema Mose dal gruppo Mantovani: tangenti che sarebbero transitate anche attraverso almeno due entità sammarinesi: la BMC Broker e la Smib: la San Marino International Bank, la ex Banca del Titano.
E’ necessario fare un passo indietro. E’ il 2011 e a San Marino è in pieno corso la stagione delle purghe bancarie. L’istituto locale di vigilanza, la Banca Centrale di San Marino, retto da un triumvirato di romani doc, formato dal presidente Renato Clarizia (partner di studio dell’Avvocato Sergio Gemma – commissario della BCS – Banca Commerciale Sammarinese, liquidatore Fingestus, consulente della famiglia Bianchini e protagonista di una telefonata tra Ricciardi e Zechini, in Criminal Minds), dal direttore generale Mario Fantini (fratello di Giancarlo, ex Presidente dell’Isvap – indagato per corruzione e calunnia Inchiesta Fonsai ndr) e dal Capo dell’Ispettorato Antonio Gumina (che parlò in Commissione Finanze sul Bonifico contestato ndr), decidono di mettere sotto tutela il discusso sistema delle 12 banche sammarinesi, protagonista in negativo di svariati contenziosi penali con le magistrature italiana e locale.
A farne le spese di questo giro di vite sarà, tra gli altri istituti, la Banca Commerciale Sammarinese. Una Banca chiacchierata. Come gli altri istituti la Bcs verrà commissariata nel 2011.
I commissari vengono individuati in Otello Carli e Sergio Gemma (collega di studio di Clarizia). Dopo il commissariamento, deciso il 25 novembre 2011, viene adottato un provvedimento emergenziale: la decisione di sospendere i pagamenti. Blocco totale. Soldi congelati, nessuno può prelevare, nessuno può versare. Una cortina di ferro impenetrabile.
Eppure qualcuno trova il sistema di forzare il blocco. Accade il 15 dicembre del 2011. La data di un bonifico giroconto. Un passaggio interbancario tutto sammarinese alla fine del quale 1.184.480,42 euro passano da un conto della banca commerciale sammarinese intestato alla Finanziaria Infrastrutture a un conto dell’IBS intestato alla stessa Finanziaria Infrastrutture. Insomma un’operazione di smarcamento delle somme per sottrarla a eventuali vincoli e occhi indiscreti. E da chi è amministrata la Finanziaria Infrastrutture?
Da Claudia Minutillo, assistente personale di Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto, amministratrice di fatto del broker sammarinese BMC, finita nell’occhio del ciclone del sistema tangentizio sull’istallazione del sistema di salvaguardia della città lagunare dell’acqua alta.
Chi decide di dare l’ok al bonifico? I commissari. Però dicono su esplicita autorizzazione dell’autorità di vigilanza: in particolare di Antonio Gumina. Che però di fronte alle domande del CGG risponde sdegnato. Intanto Gemma dà le dimissioni dell’incarico e Gumina diventa consulente del Governo di San Marino.
E il blocco dei soldi resterà festosamente aggirato.
Stefano Elli, Il Sole 24 ore