San Marino. Quello da 32+1 non sia un governo timido: sarà il governo più forte degli ultimi 15 anni! Subito un tavolo di lavoro per definire il progetto globale di sviluppo per la San Marino di domani … di Enrico Lazzari

Ormai è ufficiale: tutte le forze di maggioranza, di quel che resta della maggioranza “uscente”, sono decise ad andare avanti. La crisi che era nell’aria fin dallo scorso autunno si è consumata, ma non ha determinato -come in tanti avrebbero auspicato, me compreso- il voto immediato cosicché San Marino potesse finalmente archiviare l’immobilismo progettuale che ha caratterizzato quest’ultima legislatura -o perlomeno la sua ultima fase- beneficiando di una nuova maggioranza ben più coesa e meno frammentata e, soprattutto, con un la prospettiva di un quinquennio per mettere in campo un progetto globale di sviluppo capace di dare la spinta necessaria alla ormai inderogabile crescita economica del Titano.

Ben inteso, cose importanti, in questa legislatura destinata a tramontare con il voto nella prossima primavera, sono state fatte, anche grazie a Rete, oggi all’opposizione. Prime fra tutte la riforma del sistema previdenziale e il riassetto, il “riordino” del bilancio che ha portato San Marino a contrarre un debito pubblico importante così, da riequilibrare i conti pubblici martoriati dagli ultimi governi.

Quel che è mancato fino ad ora è stata la progettualità, ovvero il perseguimento di un piano di sviluppo, a 360 gradi, che vedesse tutte le segreterie di stato operare sinergicamente una con l’altra nella creazione di un nuovo sistema economico-finanziario capace di determinare un importante sviluppo economico, condizione essenziale per uscire dal vortice fatale del nuovo debito necessario a finanziare il vecchio debito e la nuova spesa corrente.

San Marino non batte moneta… Ciò significa che le casse pubbliche si possono risanare solo in due modi:

– taglio della spesa corrente;

– aumento del Pil, e quindi dei tributi incassati.

Non c’è una terza strada. E, perdipiù, perseguire uno soltanto dei sopra citati obiettivi vanificherebbe ogni ricaduta positiva.

Anche in tal senso, comunque, qualcosa in questa legislatura è stato fatto. Ma non abbastanza: si è messa qualche toppa per contenere alcune spese, ma se ne sono aumentate altre con investimenti e interventi non indispensabili (soprattutto in ambito sanitario); si è dato un piccolo impulso all’economia, non sufficiente a determinare quella crescita necessaria al rilancio, e si sono rimesse in salute le poche banche che hanno superato indenni lo scorso decennio.

Soprattutto la messa in sicurezza degli istituti di credito merita l’apertura di una breve parentesi. Nonostante il populismo dilagante in materia (“le tasse dei sammarinesi sono state regalate alle banche…”; “le banche sono la causa del debito pubblico…”; “tolgono soldi ai cittadini per darle alle banche…”, le stupidaggini populiste più dilaganti) consolidare il sistema bancario di un Paese è la condizione essenziale per garantire un futuro di benessere ai cittadini, specie in una nazione che può contare solo sul terziario e sul manufatturiero.

Ve la immaginate una economia senza banche affidabili e solide? Non esisterebbe: senza le banche il Titano sarebbe regredito -economicamente e socialmente- al medioevo, vivendo di orticelli familiari, piccole osterie e visitatori. Almeno il primo passo per determinare condizioni favorevoli allo sviluppo è stato fatto consolidando le fondamenta su cui ideare -sì, perchè ancora non esiste in politica neppure una idea di massima di come definire il nuovo sistema economico-finanziario sammarinese- e poi creare la San Marino del futuro.

Abbiamo -finalmente e anche grazie a Rete- le fondamenta. Ma non sappiamo se, su queste, costruire un castello, una fortezza, un grattacielo o una villetta. Sarà questa la sfida del prossimo governo, perchè il tempo è scaduto. Il debito è pressante, il potere d’acquisto dei sammarinesi è costantemente eroso da caro energia e conseguente inflazione, che poi immancabilmente determina un importante innalzamento della spesa pubblica.

La “nuova” maggioranza, oggi, senza le battaglie di sopravvivenza da combattere contro Rete -dettate dallo scontro interno al Movimento fra le componenti “responsabili” e “populiste”- è più coesa e, quindi, più forte. Così come la responsabilità che ricade su ogni forza politica che la compone. Ogni partito, ogni partitino che la compone è determinante per il prosieguo della legislatura. I “capricci” o le manovre di tutela del consenso -mi riferisco soprattutto a Motus Liberi, visto il passato- che un tempo non compromettevano la tenuta dell’esecutivo, oggi con una maggioranza di “32+1” risulterebbero fatali.

Sono sempre stato molto critico sull’azione della maggioranza in carica. La frammentazione, gli obiettivi diversi di ogni forza politica che la componeva, la totale assenza di progettazione a lungo termine, la strada diversa presa da ogni segreteria di Stato non potevano certo indurre ottimismo. Oggi, invece, sono ottimista, perchè consapevole che la numericamente esigua maggioranza che va ad insediarsi possa trovare la coesione che è mancata e, quindi, possa rendere l’azione del governo ben più ampia e ambiziosa della semplice gestione della normale amministrazione per traghettare il Paese al voto di primavera.

Oggi ci sono le condizioni per creare -e va creato il primo giorno dopo il “reinsediamento” e il conferimento delle deleghe di governo ad interim. Oggi ci sono le condizioni -dicevo- per istituire un serio tavolo di confronto, di lavoro in cui ideare e “scrivere” l’indispensabile piano di sviluppo. La linea di azione su cui tutte le segreterie di stato possano imbastire la propria azione, prima consolidando ulteriormente le fondamenta (ad esempio con la firma dell’Accordo di Associaizone con l’Ue, che poi determinerebbe gli effetti del, da tempo inseguito, memorandum con Banca d’Italia) e poi decidendo cosa costruirci sopra. San Marino vuole diventare un nuova Svizzera? San Marino vuole divenire un polo tecnologico? San Marino vuole puntare sul manufatturiero? San Marino vuole puntare tutto sulla piazza finanziaria? San Marino vuole divenire il paradiso delle blockchain regolamentate? San Marino vuole divenire la nicchia europea della ricerca? …San Marino è ora che decida cosa vuole fare da grande!

E’ questo il primo passo, da compiere al più presto. Ogni scelta, ogni legge, ogni provvedimento deve essere funzionale ad un obiettivo unitario. E questa risicata maggioranza è la prima, da anni, che sembra avere le potenzialità per avviare il percorso non più procrastinabile, sul quale -peraltro- catalizzare la nuova alleanza elettorale, finalmente coesa su un progetto e non frutto di meri calcoli matematici del consenso e dei seggi. Basta solo che la maggioranza si renda conto dell’enorme potenzialità che ha e che la minoranza recuperi quel senso di responsabilità oggi sacrificato sull’altare del populismo, sterile e dannoso per il Paese.

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari