San Marino. Questione morale, Mino (Fups): “Occorre fare pulizia a tutti i livelli”

Alberto Mino“I colpevoli di questa situazione, una nettissima minoranza della popolazione, sono tutti in libertà, perché non sono ancora stati chiamati
a rispondere davanti alla legge delle malefatte compiute”.

La crisi internazionale provocata ad arte dal capitalismo monetario, alla quale si aggiunge quella sammarinese che ha danneggiato gravemente tutti noi, come mai era avvenuto prima, ha messo a repentaglio l’esistenza stessa di San Marino quale Stato sovrano, formato da cittadini laboriosi e onesti, come è stata la nostra Repubblica nei secoli.

Ciò è avvenuto anche a causa di una classe dirigente politica ed economica non all’altezza della situazione, incapace di “raddrizzare la barca” prima che ci costringessero dall’esterno, imponendoci l’adozione di drastici provvedimenti legislativi e comportamentali. Ma i colpevoli di questa situazione, una nettissima minoranza della popolazione, sono tutti in libertà, perché non sono ancora stati chiamati a rispondere davanti alla legge delle malefatte compiute.
Tra queste, anche aver creato le condizioni per l’infiltrazione nel tessuto economico sammarinese di alcuni settori della pericolosissima mala
vita organizzata. Chi si è reso responsabile di queste gravissime colpe, deve essere accertato e perseguito dalla giustizia. È ora che anche all’interno dei partiti, delle istituzioni e di qualsiasi altra organizzazione sociale, ivi comprese le imprese, le banche, si faccia pulizia di tutti i corrotti e di coloro che hanno avuto in qualche modo collusioni con la criminalità organizzata: altrimenti nessuna classe dirigente avrà la fiducia della cittadinanza, e senza la fiducia collettiva non ce la faremo mai a ritornare alla normalità. Ora non ci resta che spingere le autorità politiche, giudiziarie e amministrative a fare la massima chiarezza e trasparenza, accertando e punendo i responsabili attivi e passivi di questo disastro.

Ecco dove sono le responsabilità della disoccupazione, del buco di bilancio, delle difficoltà a risalire la china e a creare le condizioni per la ripresa economica; sono necessarie scelte coraggiose, chiare e trasparenti su quale tipo di modello di sviluppo vogliamo dare al nostro paese, coinvolgendo i cittadini e le organizzazioni sindacali, sociali, imprenditoria- li, professionali, culturali, rappresentative del paese.

Insomma, occorre lavorare per creare una collettività che partecipa, che critica ma anche propone, perché altrimenti questo paese non può tornare normale e progredire. Solo in questo modo daremo una speranza certa ai disoccupati, in particolare ai giovani, per un futuro migliore. Per lo sviluppo economico e occupazionale penso che lo Stato possa anche indebitarsi, tenendo ben presente che i debiti poi vanno pagati. Di converso è necessario attuare una buona amministrazione pubblica, incominciando dalla massima trasparenza e lotta senza indugi agli sprechi e privilegi (che sono tanti non solo nel pubblico ma anche nel privato).

Poi ci sono le troppe diseguaglianze che vanno corrette, affermando la massima trasparenza dei redditi e patrimoni di tutti, e in particolare degli operatori autonomi. È il momento dei sacrifici che noi cittadini siamo chiamati a fare per salvare il Paese; però si deve incominciare dall’alto, per poi scendere, salvaguardando i redditi bassi e medi, garantendo comunque un vivere dignitoso a tutti.

Vivere dignitosamente significa in primo luogo dare la possibilità di un lavoro a tutti. La CSU ha promosso una campagna per il lavoro chiamando i lavoratori, pensionati e cittadini a partecipare; al contempo è necessario assicurare un sussidio per vivere a tutti coloro che ne hanno realmente bisogno, e predisporre le più adeguate iniziative di formazione professionale.
Il sindacato confederale da anni chiedeva una riforma tributaria equa e giusta; ha lottato per decenni, con tre scioperi generali molto partecipati solo negli ultimi tre anni, avanzando proposte concrete per una riforma, che a mio avviso in gran parte è riuscita. Anche se la riforma non è esattamente come la voleva la CSU e i lavoratori uniti, sono stati ugualmente fatti notevoli passi avanti verso una maggiore giustizia sociale.

Una riforma che personalmente ritengo abbia dei contenuti positivi, prodotti dalla lotta sindacale portata avanti dalla CSU con i lavoratori e i pensionati. Ora, come tutte le leggi importanti, va gestita con il massimo impegno politico di tutti e soprattutto con trasparenza, perché non deve essere percepita dai cittadini come una condanna a pagare le tasse, ma anzitutto come uno strumento di equità necessario per sostenere lo stato sociale, che per San Marino è ancora un vanto, conquistato dalla CSdL e dal movimento sindacale dal dopoguerra in poi.

La differenza sostanziale tra la legge tributaria, fatta con la partecipazione attiva del sindacato, e il Bilancio dello Stato 2014 (Finanziaria) sta nel fatto che per la prima c’è stato il confronto che ha modificato profondamente le prime versioni, assolutamente disastrose; mentre sulla seconda, nonostante il sindacato avesse avanzato proposte concrete ancor prima di conoscere il testo del governo, non c’è stato confronto né con le istituzioni, né con la politica, tant’è che il Consiglio G. e G. l’ha approvata di notte a ridosso delle feste natalizie. Quindi ne è uscito un mostro sul piano sociale e dell’uguaglianza e della previsione del debito pubblico. Fatte queste considerazioni, concludo facendo a tutti i migliori auguri per il prossimo 1° Mag- gio.

Alberto Mino Segretario FUPS-CSdL

(Federazione Pensionati) 

 

La Tribuna