San Marino. Questione morale, paralisi politica e scelte incoerenti: quanto può reggere ancora questo governo? …di Maurizio Tamagnini

Come è possibile che, dopo tutti i fatti emersi negli ultimi mesi e una questione morale ormai sotto gli occhi di tutti, questo governo continui a reggere come se nulla fosse accaduto? È una domanda legittima, che attraversa una parte crescente dell’opinione pubblica, di fronte a una maggioranza sempre più frammentata, segnata da tensioni interne e contraddizioni che rallentano e indeboliscono l’azione politica.

Ritardi, indecisioni, continui rinvii e scelte poco comprensibili stanno producendo un effetto chiaro: i progetti per il Paese si fermano, le riforme restano incompiute e la macchina dello Stato perde efficacia. Un micro-Stato come San Marino non può permettersi una gestione incerta e conflittuale del potere.

Recentemente, nel vicino contesto italiano, le autorità giudiziarie hanno portato alla luce casi concreti di finanziamenti illeciti, formalmente presentati come iniziative umanitarie e in realtà destinati a organizzazioni armate. Episodi di questo tipo non vanno strumentalizzati, ma nemmeno ignorati: dimostrano quanto sia necessario affrontare il tema dei flussi di ingresso con rigore, metodo e piena consapevolezza dei rischi.

In questo quadro, ogni scelta che riguarda l’accoglienza di persone provenienti da aree di conflitto dovrebbe essere accompagnata da piani chiari, valutazioni approfondite e da un coinvolgimento reale della cittadinanza. È legittimo domandarsi se la Repubblica disponga oggi delle strutture, degli strumenti e delle capacità necessarie per gestire tali situazioni senza conseguenze sul piano della sicurezza, dell’ordine pubblico e della tenuta sociale.

Parallelamente, esistono fragilità interne che non possono essere ignorate. Famiglie sammarinesi in difficoltà economica, giovani coppie che non riescono ad accedere a un’abitazione, nuclei seguiti dalle realtà caritative del territorio che attendono risposte concrete. Davanti a queste situazioni, la percezione diffusa è che le priorità non siano sempre state affrontate nell’ordine giusto. Governare significa scegliere, e scegliere significa anche stabilire cosa viene prima.

San Marino è un micro-Stato con equilibri delicati e una credibilità internazionale costruita nel tempo. Decisioni percepite come incoerenti o scollegate dalla realtà interna rischiano di indebolire quella credibilità, proprio mentre il contesto internazionale richiede prudenza, chiarezza e affidabilità.

Il punto non è lo scontro politico, ma la responsabilità istituzionale. Quando una maggioranza non riesce più a garantire coesione, visione e capacità decisionale, il tema del rinnovamento diventa inevitabile. Rinnovamento non significa contrapporre generazioni, ma aprire spazi a competenze nuove, a energie diverse, a persone che abbiano motivazioni e capacità per lavorare seriamente nell’interesse del Paese.

L’argomento dell’esperienza, da solo, non può giustificare l’immobilismo. L’esperienza è un valore solo se produce risultati; quando diventa un alibi per conservare posizioni di potere, perde di significato. Nessun sistema politico può rigenerarsi se non consente un ricambio reale e verificabile.

Continuare in questo modo non è sostenibile. Chiarezza, confronto e rinnovamento sono oggi condizioni necessarie per restituire fiducia ai cittadini e rimettere San Marino su un percorso stabile e credibile.

Maurizio Tamagnini