San Marino. QUESTIONE MORALE. Segretario Fabbri: ”San Marino non può più permettersi zone grigie” e punta il dito sulla DC. Ecco cosa ha detto in Comma Comunicazioni – 15.12.25

Rossano Fabbri non entra nel comma Comunicazioni per fare scena. Il suo intervento è da manager politico, non da tribuno. Parla poco, ma parla dove fa male, e soprattutto parla da dentro la maggioranza, che è ciò che rende le sue parole davvero pericolose.

Fabbri parte da un dato che sembra neutro, quasi tecnico: l’upgrade del rating. Ma è solo l’innesco. Quel dato, dice in sostanza, non è un trofeo, è un capitale reputazionale conquistato con fatica dopo anni in cui San Marino è stato sinonimo di opacità bancaria. Ed è proprio per questo che la questione morale, oggi, non è tollerabile. Non perché “fa scandalo”, ma perché brucia valore. Reputazione, fiducia, credibilità internazionale. Tutto quello che un micro-Stato non può permettersi di perdere.

Quando poi introduce il concetto di “sottobosco”, Fabbri cambia marcia. Non lo fa per slogan, lo fa per delimitare il campo. Il sottobosco non è un’astrazione: è l’insieme di relazioni, personaggi, abitudini e scorciatoie che pensavano di poter tornare operative, magari sfruttando una banca, un’operazione immobiliare, un momento di distrazione politica. Fabbri non dice chi, ma dice una cosa chiarissima: se qualcuno ha aiutato, o anche solo pensato di aiutare, quel ritorno in scena, deve pagare. Non è una minaccia giudiziaria, è una sentenza politica.

Il passaggio più delicato arriva quando si rivolge, neppure troppo indirettamente, alla Democrazia Cristiana. Qui Fabbri non attacca, ma avverte. Dice che una nuova questione morale non sarebbe gestibile, non con i silenzi, non con le difese d’ufficio, non con il rifugio dietro il Tribunale. Sarebbe una crisi di sistema, capace di travolgere equilibri, alleanze e governo. È un messaggio che dentro la maggioranza suona come un cartellino giallo molto serio.

Su Banca di San Marino Fabbri non entra nei dettagli tecnici, ma non li evita. Arresti, articoli internazionali, parole come “rapina” accostate al nome della Repubblica: per lui sono già un danno, a prescindere da come finiranno i processi. Aspettare le sentenze può essere giusto sul piano giuridico, ma sul piano politico è una resa. Chi governa deve intervenire prima, perché la reputazione non aspetta i tempi della giustizia.

La chiusura è forse la parte più significativa. Fabbri dice chiaramente che Alleanza Riformista non coprirà nessuno. Né amici, né alleati, né pezzi di sistema. Se emergeranno responsabilità politiche, lui sarà dall’altra parte. È una presa di posizione che non alza la voce, ma alza l’asticella. E dentro una maggioranza già nervosa, è un segnale che pesa.

In sostanza, Fabbri non usa la questione morale come clava contro qualcuno. La usa come linea di governance. Il messaggio è semplice e durissimo: San Marino non può più permettersi zone grigie. E se qualcuno pensa il contrario, non troverà in lui un complice, ma un avversario.

ECCO IL SUO INTERVENTO:

L’Intervento del Segretario Fabbri secondo Askanews:

Segretario di Stato Rossano Fabbri: L’upgrade del rating della Repubblica di San Marino deciso da Fitch, che ci colloca a BB- con outlook positivo, non è un fatto tecnico riservato agli addetti ai lavori e non è l’unico nel corso di questi diciassette mesi di Governo. È un fatto politico nel senso più pieno del termine, perché riguarda la credibilità complessiva del Paese, la fiducia che l’esterno ripone nella capacità delle nostre istituzioni di governare processi complessi con serietà e responsabilità.

Nel suo giudizio Fitch riconosce un rafforzamento del sistema finanziario, una gestione più prudente dei conti pubblici e una traiettoria economica considerata solida e in miglioramento. Per chi ha la responsabilità sull’industria e sullo sviluppo economico, come il sottoscritto, questo passaggio ha un valore molto concreto. Proprio per questo colgo l’occasione per ringraziare coloro che, come il capogruppo del Partito dei Socialisti e dei Democratici, hanno messo in guardia l’Aula parlamentare, il Governo e la maggioranza da fattori che rischiano di incidere negativamente su quel percorso di fiducia e di riconoscimento internazionale che il Paese sta faticosamente costruendo.

Luca Lazzari ha rivolto un invito di attenzione alla maggioranza, al Governo, ma in generale a quest’Aula su quella che lui stesso ha definito la nuova questione morale. Purtroppo, cari colleghi, non sempre la morale e la politica vanno di pari passo. Lei, consigliere Lazzari, ha parlato di un vento brutto che, dopo quindici anni, teme possa ritornare a soffiare sulle nostre torri.

Bene, cari colleghi, io quella paura non ce l’ho, non perché non tema che quei tristi, nefasti, scabrosi fatti possano tornare, ma perché io non ho paura di affrontarli. Se, come è stato ipotizzato, il sottobosco si è riorganizzato o ci sta provando e crede che qui oggi, con questo Consiglio, con questo Governo, possa finalmente tornare ad operare come purtroppo ha fatto in passato, noi non dobbiamo avere paura di dire che siamo pronti ad affrontarli.

Se questi personaggi credono di poter fare i loro miseri affari turpando il buon nome dello Stato che mi onoro di rappresentare, voglio dire loro che di qui non si passa. Ci sono stati degli arresti, sì. Qualcuno ha sbagliato i conti, direi che è evidente.

Chi sta fuori dai nostri confini ci guarda, e ci guarda con attenzione, ed è con quell’attenzione che deciderà se investire o no su di noi. A chi sta fuori poco importa chi sia il vero responsabile o se è vero o no quello che si vocifera; quello che importa è quanto affidabile, sano e concreto sia il nostro sistema e quanto alta sia la capacità di quel sistema di reagire a momenti di stress.

Se qualcuno in quest’Aula ha aiutato o ha anche solo pensato di aiutare qualcuno a riemergere da quel sottobosco, quel qualcuno deve pagare. Sia chiara una cosa, e qui mi rivolgo in primis alla mia maggioranza e alla Democrazia Cristiana nella sua qualità di partito di maggioranza relativa: Alleanza Riformista non tollererà mai che qualcuno possa demolire il grande lavoro di riqualificazione del nome di San Marino che stiamo facendo.

Se qualcuno ha pensato di poter giocare con il nome della più antica Repubblica del mondo, quel qualcuno ha sbagliato e troverà in me e in Alleanza Riformista il più acerrimo nemico.

Consigliere Venturini, e mi rivolgo a lei anche nella sua veste di Segretario della Democrazia Cristiana, lei ha dichiarato qui in quest’Aula che negli ultimi quindici anni il suo partito ha sempre vigilato sulla questione morale con interventi di chiarezza. Le chiedo, Segretario Venturini, di continuare a vigilare attentamente, di non abbassare la guardia, anzi di alzarla. Perché sia chiaro che un’eventuale nuova questione morale avrebbe un impatto dirompente su tutto l’attuale assetto istituzionale.

C’è un brutto vento tornato a San Marino, oltre a quello della questione morale in generale che accosta ai nomi delle nostre banche dei misfatti. Nei giorni scorsi, quando leggendo i principali quotidiani italiani e non solo ho letto le parole “rapina”, “San Marino”, “banca”, “milioni spariti”, “intrighi internazionali”, mi si è accapponata la pelle.

Non ci sarà un altro Asset Banca, non ci sarà più la possibilità che alcuni malfattori, credendosi forti o intoccabili, possano infangare l’immagine del Paese che amo e per il quale lotto tutti i giorni. Alleanza Riformista ha fatto la sua scelta con la sandbox, con la riforma della legge sullo sport che è in dirittura d’arrivo, con la norma sul sostegno agli interventi di riqualificazione degli impianti sportivi e altro ancora.

Io voglio che si parli di San Marino nel mondo, non per i giochetti di qualcuno, ma per le vere opportunità che il nostro sistema saprà sempre dare. Voglio ribadirlo con chiarezza: qualunque elemento di criticità, qualunque possibile deriva, verrebbe affrontata senza esitazioni, utilizzando tutti gli strumenti previsti dall’ordinamento, nel pieno rispetto delle competenze e delle garanzie istituzionali, non per convenienza politica, ma per dovere verso la Repubblica.

Come Segreteria di Stato per l’Industria sentiamo forte questa responsabilità. Lavoriamo per rafforzare un contesto di fiducia, per rendere il Paese sempre più leggibile e affidabile per gli operatori economici, per sostenere un’industria fondata su investimenti reali, qualità, lavoro stabile e apertura ai mercati internazionali.

L’outlook positivo riconosciuto a San Marino non è una garanzia automatica, ma un impegno ulteriore. Indica che la credibilità può crescere ancora, ma solo se sapremo consolidare questa traiettoria con coerenza, continuità e senso di responsabilità collettiva. Questo è il terreno su cui dobbiamo misurarci, rafforzando ogni giorno la solidità delle istituzioni, la qualità delle decisioni e la fiducia nel sistema Paese.