San Marino. Questione titoli: ecco perché l’opposizione parla di colpo di Stato (da Repubblica Sm)

La coalizione Adesso.sm li ha da sempre definiti dei visionari, dei fantasiosi complottisti, i Consiglieri di Democrazia in Movimento sembrano piuttosto persone intenzionate a far luce su trame e interessi incrociati su San Marino che in questo anno avrebbero messo in ginocchio il Paese. E’ ciò che emerge dallo speciale dedicato alla questione titoli acquistati da Banca Centrale e ai suoi legami con il finanziere Francesco Confuorti. Più volte durante il Consiglio della scorsa settimana consiglieri della maggioranza che hanno confermato come la superficialità sia la caratteristica più evidente del governo in carica, si erano domandati cadendo dalle nuvole come facessero le forze di opposizione ad avere informazioni di cui loro stessi non sapevano assolutamente nulla. Democrazia in Movimento non ci ha messo molto a rispondere e lo ha fatto con un approfondito e lungo speciale – postato su Youtube – che ha prima di tutto l’intenzione dichiarata di esporre con chiarezza i nodi della faccenda ai cittadini che ancora non l’avrebbero compresa.

I legami di Francesco Confuorti con il sistema sammarinese
“Da un anno circa – hanno detto – ci siamo accorti dei pericolosi legami tra Francesco Confuorti, Banca Cis e Banca Centrale e abbiamo chiesto esplicitamente al Segretario Simone Celli di fare indagini che confermassero la loro presenza. Il materiale e la documentazione che abbiamo raccolto lo abbiamo inviato ai consiglieri di maggioranza e abbiamo avuto incontri privati con tre Segretari di Stato per sapere se avessero approfondito i documenti che gli avevamo consegnato. Il Segretario Celli ci ha risposto con queste testuali parole ‘abbiamo indagato ma su questo benedetto personaggio non abbiamo trovato nulla’. Insospettiti dalle risposte di Celli siamo andati avanti noi con le ricerche e abbiamo trovato legami di Francesco Confuorti con Giuseppe Pedrizzi, il commissario che Banca Centrale ha inviato ad Asset Banca che è il figlio dell’ ex senatore Riccardo Pedrizzi, socio in affari di Francesco Confuorti nella sua società Advantage Financial. Altri legami sono poi emersi tra Francesco Confuorti e un membro della vigilanza di Banca Centrale, Filippo Siotto che è risultato essere il marito di Okaue Chio, proprietaria per il 78% della società Advantage Financial di Francesco Confuorti”.

Il CdA di Cassa di Risparmio e i suoi legami con Francesco Confuorti
“Di più il Segretario Simone Celli ha insistito fino allo sfinimento per la sostituzione a metà aprile del CdA di Cassa di Risparmio che sarebbe scaduto naturalmente di lì a poco. E ciò perché aveva interesse che ad approvare il bilancio di Cassa di Risparmio fosse un CdA eletto dal suo governo e che guarda caso proveniva dal Monte dei Paschi di Siena con un Presidente, Nicola Romito, che non aveva nemmeno i requisiti per poterlo guidare. Quel CdA ha approvato un bilancio in perdita di 534 milioni perché si doveva affossare Cassa di Risparmio. Ed ora il Tribunale ha aperto un’indagine perché i membri del CdA di Cassa di Risparmio durante la fase dell’approvazione del bilancio si scambiavano mail con Francesco Confuorti”. “Dopo mesi in cui siamo stati tacciati di essere fantasiosi complottisti – prosegue lo speciale – ecco materializzarsi al meeting di Rimini proprio Francesco Confuorti in un convegno organizzato dalla sua società in cui ha partecipato come relatore l’allora presidente di Banca Centrale Wafik Grais. Lo stesso giorno in cui il Direttore di Banca Centrale fa il dito medio al fotografo e Confuorti strattona la giornalista e il cameraman di rtv perché infastidito dalla richiesta di essere intervistato impedendo poi allo stesso Grais di rispondere alle domande”. “Mentre tutti dal governo continuano a negare la presenza di Confuorti – dicono – egli c’è eccome e a settembre il Tribunale apre un’indagine sulla vicenda Titoli”.

L’operazione Titoli di Banca Cis acquistati da Banca Centrale per azzerare i debiti di Francesco Confuorti
“Il governo – continua lo speciale di Democrazia in movimento – evidentemente non aveva alcun interesse a svelare la presenza di quei legami visto che con propri decreti ha reso possibile la realizzazione di un piano che era volto all’estinzione dei debiti di Francesco Confuorti in Banca Cis. Esso si sarebbe infatti realizzato mediante l’acquisto da parte di Banca Centrale dei titoli che egli aveva posto a garanzia di un proprio prestito. Titoli acquistati illegalmente da Banca Centrale il cui statuto non contempla la possibilità di acquistare titoli senza rating e ad alto rischio”. Senza contare poi che i titoli sarebbero stati acquistati da Banca Cis, una Banca vigilata da Banca Centrale. Ma ci sarebbe di più. “Il nostro timore è che i soldi per acquistare i titoli da Banca Cis, ben 49 milioni di euro, che avrebbero azzerato i debiti di Francesco Confuorti, della moglie di Siotto e di alcuni parenti del Confuorti, Banca Centrale li abbia presi dai fondi Iss, dal cosiddetto secondo pilastro, le pensioni dei sammarinesi per i quali l’istituto centrale funge soltanto da banca depositaria e non da gestore. Qui starebbe il ruolo del governo che con la sua bacchetta magica avrebbe con proprio decreto, creato un arco temporale di 11 giorni, lo scorso luglio, per permettere l’operazione, ovvero sottrarre la gestione dei fondi Iss al suo gestore, il comitato amministratore, e darla a Banca Centrale. In Banca Centrale a portare avanti l’operazione che avrebbe consentito a Confuorti di estinguere la propria posizione debitoria ci sarebbero stati l’allora Direttore Lorenzo Savorelli e il membro del coordinamento della vigilanza di Banca Centrale Filippo Siotto”.

Il tentativo di mettere tutto a tacere compresa l’indagine del Tribunale
“Una volta fatta la frittata, dopo il nostro esposto in Tribunale, comincia il fuggi fuggi generale. Il direttore Savorelli viene cacciato con la scusa del dito medio, il CdA montepaschiano di Cassa di Risparmio si dimette, Fabio Zanotti si dimette dal CdA di Banca Centrale e diventa presidente di Cassa di Risparmio. Il governo ha piazzato le pedine giuste nei posti giusti affinché tutte le decisioni da ora in poi vengano prese in favore di certe persone. La veglia si comincia infatti a smanare dopo che Savorelli ha fatto quel che doveva fare. Noi dell’opposizione già a giugno avevamo presentato un odg per allontanare l’allora direttore di Banca Centrale che è poi stato bocciato perché Adesso.sm ha espresso voto contrario. Anche l’odg in cui si chiedevano eventuali risarcimenti per operazioni che sarebbero risultate illegittime è stato bocciato. Adesso sm non vuole pestare i piedi a Lorenzo Savorelli dopo che lui ha calpestato però l’intero Paese. Dunque Adesso.sm le nostre denunce non le ha volute ascoltare, le pedine non le vuole rimuovere, i risarcimenti non ha nessuna intenzione di chiederli. Ma vorrà capire almeno come è cambiata negli ultimi mesi la posizione di Francesco Confuorti? Nemmeno per idea. Il governo ha spostato ad arte l’avvio della Centrale Rischi proprio per evitare di far emergere la posizione di Confuorti. Quando l’ha avviata era l’ottobre 2017 perché oramai i debiti di Confuorti non si vedevano più essendo stati azzerati. Allora le forze di opposizione hanno chiesto di vedere l’evoluzione delle posizioni dei grandi debitori del sistema da marzo 2016 ma l’odg è stato bocciato.
La maggioranza ha negato sino alla fine l’esistenza di un’operazione titoli e solo da qualche tempo ha cambiato strategia andando a raccontare sui giornali che quell’operazione ha comunque portato ricchezza, usando il solito metodo di far sentire ai cittadini il profumo dei soldi. Peccato però che il Tribunale abbia avviato un’indagine e che Lorenzo Savorelli, Filippo Siotto e Daniele Guidi, Direttore di Cis, siano tutti stati raggiunti da comunicazioni giudiziarie che in Italia sarebbero avvisi di garanzia. Fascicolo che a causa di quello che le opposizioni hanno definito Colpo di Stato rischia di fare una brutta fine visto che è in atto una guerra tra le istituzioni e che proprio in un momento così cruciale si decide di mettere sotto sopra il Tribunale. Evidentemente il ‘lasciamo il Tribunale libero di lavorare’ è solo un altro slogan”.

Democrazia in Movimento non si ferma qui e annuncia per il 5 marzo una serata pubblica dove discutere pubblicamente di tutta la faccenda. Il rischio è però quello che venga fermato il Tribunale se il tentativo di cacciar via la sua Dirigente andrà in porto. Allora sì che il fascicolo sull’operazione Titoli potrebbe davvero fare una brutta fine.

(Repubblica Sm)