I tre ormai noti, anzi arcinoti, sondaggi commissionati dalla testata online San Marino News, tornano nuovamente a far parlare di sé.
Questa volta a parlarne non è un quotidiano sammarinese, ma un giornale italiano, nello specifico LaVerità, fondato recentemente e diretto da Maurizio Belpietro. L’articolo in questione “Manuel fa il cervello all’estero: denunciato”, a firma di Alessia Pedrielli, apparso sulla edizione di ieri, si occupa proprio dello strano caso dei tre sondaggi.
Nel suo articolo Pedrielli scrive che i tre sondaggi sono costati circa 30mila euro complessivi. Perché parliamo di caso?
La questione, in sostanza, è questa: chi si cela dietro ai sondaggi?
O meglio: chi li ha pagati? Chi li ha commissionati ormai è noto a tutti: San Marino News.
Ma che interesse potrebbe aver avuto Manuel Poletti, il figlio del Ministro al Lavoro Giuliano Poletti, direttore di San Marino News, a tirare fuori di tasca propria circa 30mila euro per pagare tre sondaggi inerenti a questioni interne a San Marino, nello specifico le elezioni terminate il 4 dicembre con la vittoria di Adesso.sm? Non sempre, infatti, committente e finanziatore combaciano. Che sia proprio questo il caso? E allora, chi potrebbe celarsi dietro a San Marino News? Quali interessi politici potrebbero schermarsi dietro la testata online del figlio del Ministro italiano? Di sicuro i tre sondaggi non hanno favorito la coalizione Democrazia in movimento (Rete e Movimento democratico San Marino Insieme), la quale è uscita di scena al primo turno.
Anzi, “i sondaggi – a detta di Roberto Ciavatta – hanno danneggiato Rete, costruendo domande in modo da gettare discredito sul movimento.
Il sondaggio ha sicuramente spostato dei voti e non a nostro favore”. E proprio in merito ai sondaggi – come avevamo già scritto da tempo e come ha ribadito ieri LaVerità sulle proprie pagine – Rete ha depositato in Tribunale una querela nei confronti di San Marino News e a breve presenterà un’interpellanza sull’argomento per conoscere la verità sui sondaggi: “Sarebbe gravissimo – ha dichiarato Ciavatta al quotidiano LaVerità – se dovessimo scoprire che quel sondaggio è stato pagato con i fondi pubblici incassati, in Italia, dal giornale del figlio di un ministro”.
Ciavatta ha toccato la questione anche durante un suo intervento nella sessione consiliare di fine anno: “Dovremmo arrivare a mettere mano sulla Legge elettorale, ma non solo su quello.
Per esempio dobbiamo anche indicare quali sono le tempistiche e le modalità per tenere dei sondaggi in questo Paese.
Nella Repubblica italiana, nei 60 giorni precedenti alle elezioni non si possono realizzare sondaggi. Sono stati realizzati sondaggi diffamatori che ci hanno portato in Tribunale con i sondaggisti, ma anche qui io vi ho sfidati, tutti, da una parte e dall’altra, voglio vedere nei vostri bilanci chi ha speso i soldi per i tre sondaggi fatti attraverso San Marino News, dovete dirlo, dovete scriverlo, altrimenti il rinnovamento probabilmente rimane nelle parole, e probabilmente questo ha spostato dei voti”. La Tribuna Sammarinese