In esposto di matrice “politica” presentato in Tribunale avrebbe fatto aprire una indagine giudiziaria sui rapporti fra la società pubblica di gestione della rete unica e il colosso cinese ZTE.
Un esposto di “matrice politica”, sembra da ambienti vicini o propri di Rete, avrebbe fatto aprire una indagine sui rapporti con ZTE.
E’ una telenovela infinita quella che, da ormai decenni, vede protagoniste le telecomunicazioni sammarinesi che nei giorni scorsi sarebbero finite al centro di una nuova indagine suscitata da un esposto presentato da ambienti riconducibili al Movimento Rete.
Ad avvalorare l’indiscrezione trapelata ieri, giunge la notizia di una perquisizione e relativo sequestro di documentazione che qualche giorno fa le autorità di polizia giudiziaria avrebbero effettuato nelle sedi sia dell’Azienda Autonoma di Stato dei Servizi -che detiene parte della proprietà di Public Net-Co- che della stessa Public NetCo, la società a partecipazione pubblica creata dal precedente governo per gestire la rete unica sammarinese delle telecomunicazioni.
Un progetto, questo, come noto, la cui realizzazione era stata affidata al colosso cinese ZTE e che è stata “sospesa” nel gennaio dello scorso anno in seguito ad un allarme che l’italiano Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) aveva lanciato relativamente a rischi connessi alla partnership con aziende del Sol Levante in strutture strategiche come le reti su cui transitano dati sensibili.
Al momento non sono trapelati ulteriori dettagli se non che -ed è sempre frutto di indiscrezioni che non hanno trovato conferma ufficiale- al centro dell’indagine ci sarebbero i rapporti fra la partecipata pubblica NetCo e la società cinese ZTE, con la quale è in essere un contratto del valore di ben 12 milioni di euro incentrato sulla realizzazione “chiavi in mano” della rete che avrebbe decretato la fine del monopolio di fatto attuale, esercitato da Telecom Italia-San Marino, società di diritto sammarinese ma sotto il controllo di Telecom Italia.
Il progetto, che secondo il business-plain elaborato dal Ceo della società avrebbe determinato introiti per un centinaio di milioni di euro in 20 anni, aveva già permesso a Public NetCo di stipulare un contratto di affitto della rete con il gestore italiano Wind- Tre e, al tempo stesso, di portare ad un avanzatissimo stato la trattativa con l’altro grande gestore italiano, ovvero Vodafone.
Dunque, gli interessi economici che ruotano al mondo sammarinese delle telecomunicazioni sono ingenti, milionari e non è difficile ipotizzare che al centro dell’esposto che avrebbe generato l’apertura di un fascicolo di indagine all’interno del Tribunale del Titano ci siano proprio alcune transazioni finanziarie. Ma, ovviamente, questa è solo una ipotesi priva di riscontri autorevoli.
Riscontri incrociati che, invece, seppure non provenienti da fonti ufficiali, ci sono sia relativamente all’esposto di “matrice politica” che al “raid” che ha portato agenti di Polizia giudiziaria sia all’interno di Aass che di Public NetCo. Agenti che poi sarebbero usciti con vistosi “plichi”, all’apparenza oggetto di sequestro.
Se ne saprà certamente di più nei prossimi giorni…
La Serenissima