San Marino: Ratifica Accordo Associazione UE già a metà novembre e nuovo governo pronto. Altro che cinque anni, come ha detto l’altro giorno Beccari … di Marco Severini

E così, alla fine, il grande gioco si è scoperto quello che è iniziato addirittura dal giugno 2023.

A metà novembre San Marino firmerà l’Accordo di Associazione con l’Unione Europea e, come per magia, subito dopo sarà pronto un nuovo governo formato da Democrazia Cristiana e Repubblica Futura e forse anche con qualche cespuglio. Di fatto contravvenendo al patto elettorale che ha premiato oltremodo la Dc come partito anti CRICCA.

Un esecutivo che si prepara a nascere ancora prima che il Parlamento e i cittadini abbiano potuto dire la loro su un’ACCORDO DI ASSOCIAZIONE che rischia di segnare la fine della nostra sovranità.

Alla faccia delle parole del Segretario agli Esteri Luca Beccari, che pochi giorni fa assicurava che questo governo avrebbe resistito cinque anni. Non cinque anni, ma cinque settimane: giusto il tempo di portare a casa la firma con Bruxelles, e poi cambiare cavallo in corsa.

È l’ennesima dimostrazione che la politica sammarinese non parla al Paese ma tratta sopra le teste dei cittadini. Un Accordo che nessuno ha mai votato, che non è passato da alcun referendum, e che viene spacciato come una “necessità storica”, quando in realtà è solo un cappio economico e politico che lega San Marino a decisioni prese a Bruxelles e a Roma.

Lo ripeto da tempo, ma con fermezza: la libertà di una Repubblica non si baratta in cambio di qualche promessa europea. Ci stanno togliendo il diritto di scegliere il nostro futuro. Ci stanno imponendo un modello che cancella la peculiarità sammarinese, riducendoci a una provincia senza voce facendoci ingoiare tutte le norme e le regole della Comunità Europea.

E adesso è chiaro anche il disegno politico: portare Repubblica Futura dentro il governo, blindare l’Accordo e mettere a tacere chiunque osi sollevare dubbi. Ed il mandato elettorale dato alla Dc per essere un baluardo contro la Cricca? Una fregatura.

Ma se pensano che i cittadini resteranno a guardare, si sbagliano di grosso. Nel 2013 fu ammesso un referendum sull’adesione all’Unione Europea, e i Garanti sancirono un precedente che vale come legge. Oggi non possono permettersi di negare lo stesso diritto a chi chiede un referendum sull’Accordo di Associazione.

Il popolo ha il diritto di decidere, non il dovere di subire. E la battaglia non è finita: comincia adesso.

Marco Severini – direttore GiornaleSM