Se la Legge sul Reddito di Cittadinanza, o reddito minimo garantito, è stata tenuta ad ammuffire nei cassetti del Presidente della 3° Commissione Consiliare Permanente per ben 11 mesi, mentre altre come quella sulla Libera Professione dei medici hanno necessitato di un solo mese per essere esaminate, NON E’ FRUTTO DI DISINTERESSAMENTO della maggioranza. Questo leggiamo nel comunicato inviato ai giornali dalla coalizione Bene Comune. Un comunicato ipocrita, che individua ancora una volta nelle modalità di finanziamento dell’ammortizzatore proposto il motivo unico per cui il PdL è stato bocciato.
Peccato che da ben 11 mesi Bene Comune sa perfettamente che quelle modalità di finanziamento erano aperte alla discussione. Sarebbe bastato un semplice emendamento, a seguito magari di un confronto preliminare, per modificarle, raggiungendo l’obiettivo di tutelare chi è rimasto senza reddito. Invece nulla, neppure un intervento in Commissione a sottolineare quello che oggi la maggioranza scrive con un comunicato.
Peccato che lo stesso Governo di Bene Comune, che addita il “PRELIEVO FORZATO dalle tasche dei dipendenti pubblici” molto progressivo e a tutela degli stipendi più bassi proposto nel PdL bocciato come un abominio, abbia approvato nell’ultima Legge di Bilancio, come sanno bene tutti dipendenti della Pubblica Amministrazione, un TAGLIO LINEARE DEGLI STIPENDI DEI DIPENDENTI PUBBLICI DELL’1,5 %, indipendentemente dal reddito, con un 5 % aggiuntivo per coloro che hanno meno tutele, cioè i precari.
Come ha dimostrato da ben 11 mesi la totale disponibilità al confronto e alle modifiche della nostra Proposta di Legge, a noi le bandierine non interessano. E al contrario di quanto ha fatto Bene Comune, che non ha considerato (probabilmente neppure letto, visto alcuni interventi a cavallo della Prima lettura della legge) il PdL proposto con una Legge di Iniziativa Popolare firmata da 450 persone, noi valuteremo attentamente quello che verrà fuori dalle forze di maggioranza.
Intanto chi è in difficoltà può rivolgersi alla Caritas, che è obbligata a fare le veci dello Stato da fin troppo tempo in queste situazioni di difficoltà.
