San Marino. “Referendum! Referendum!”

Domenica noi sammarinesi abbiamo un appuntamento importantissimo, assolutamente da non mancare: andare a votare il quesito referendario sulla attuale legge elettorale.
Può sembrare un quesito poco significativo per la vita di tutti i giorni. In realtà è vitale per la sopravvivenza stessa del Paese.
Il disastro in cui ci troviamo è il frutto avvelenato di questa legge elettorale.
concepita in funzione antiribaltone in uno scenario politico sostanzialmente bipolare, è diventata una trappola infernale quando il sistema è diventato multipolare, con un terzo polo (il movimento Rete ) con un consenso significativo.
L’attuale legge elettorale prevede infatti che se nessun partito o coalizione raggiunge il 50 % + 1 dei voti, si debba ricorrere al ballottaggio fra i primi due arrivati.
A chi vince il ballottaggio, viene assegnato un premio di governabilità che assicura 35 consiglieri su 60. insomma la maggioranza.
Purtroppo non è prevista una soglia minima (solitamente in altri Paesi che prevedono il premio di governabilità è intorno al 42-45% dei voti) al di sotto della quale il premio non può scattare proprio per evitare eccessive distorsioni della rappresentatività.
E’ cosi successo che Adesso.sm, con il solo 30 % dei voti – 20 consiglieri conquistati – si è “pappata” 15 consiglieri di “premio” con un furto di democrazia inconcepibile perché ha fatto sì che un voto per questa coalizione ha praticamente contato due, mentre un voto alle altre forze politiche ha contato 0,5.
Ne è nato un governo improvvisato, autoreferenziale che, invece di essere conscio della propria scarsissima rappresentatività e quindi doverosamente propenso a concordare con le opposizioni sui provvedimenti più delicati ed importanti, si è chiuso a riccio in una arroganza del potere pari solo all’incompetenza disastrosa purtroppo – ahinoi! – dimostrata in tutte le scelte. Non ne hanno azzeccata una.
La rigidità ideologica catto-comunista-movimentista non è stata di intralcio solo nell’uso spudorato del potere, nella sua occupazione, nell’uso di un clientelismo sfrenato, tanto rimproverato ad altri, e nell’atteggiamento succube verso poteri torbidi e criminali.
Questo è successo nel silenzio assordante di quella minoranza-maggioranza che come le tre scimmiette non ha “parlato” non ha “visto” non ha “sentito” e forse “non ha capito” ma approvato tutto senza battere ciglio.
Fedelissimi della causa? Samurai che si immolano per l’onore? Api operaie laboriose e silenti?
No! Quel che passa il convento recuperati dal ballottaggio in fondo a Liste di candidati già ampiamente formate da “io speriamo che me la cavo”.
Qualcuno di loro è entrato in Consiglio Grande e Generale con 15-20 preferenze –neppure votato dai parenti stretti – tutte sommate le preferenze della minoranza –maggioranza (35 Consiglieri) sono state 3210 contro le 6194 dei 25 Consiglieri di minoranza. esattamente la metà.
Una parte rilevante della volontà popolare è stata letteralmente golpizzata da una legge elettorale incostituzionale decisamente da rigettare.
Questo non deve più succedere.
Possiamo cambiare andando tutti a votare domenica.
Possiamo cambiare votando SI.
Con la vittoria dei SI ripristineremo il principio democratico che tutti i voti valgono uguale ed inoltre – ma non ultimo per importanza – manderemo anche un chiaro ed inequivocabile segnale allo sgoverno che ha distrutto il Paese.
Dario Manzaroli su Repubblica Sm