San Marino. Referendum: se il sì ha guadagnato una valanga di voti, come si fa a dire che la gente ha disertato le urne? … di Alberto Forcellini

C’è un post, tra i mille che corrono sui social, che ha una simbologia così potente da non passare inosservato. È una mamma che scrive impersonando il suo figliolo: “Ha vinto il SI!!!! Pare abbiano votato SI’ persino due coccodrilli, un orangotango, due piccoli serpenti, un’aquila reale, il gatto, il topo e l’elefante! E per l’occasione sono ricomparsi anche i due liocorni! Il babbo ha detto che hanno votato NO solo il conte Dracula, Fred Flintstones e MANUEL il barbaro… o era Conan? Non ricordo…”

Delizioso! Pieno di ironia e di sacrosanta verità, alla faccia di quelli che ancora si arrabattano tra bugie e mistificazioni per cercare di sminuire la portata del voto del 26 settembre. Soprattutto la DC, che dopo l’enorme successo alle politiche, ha forse pensato di replicare la valanga di consensi da parte della sua base. Il che non è avvenuto, come abbiamo visto, e allora si arrampica sugli specchi per offrire le interpretazioni più fantasiose. Ma i numeri sono implacabili:

il no ha preso 3200 voti, considerato che non erano tutti DC perché si sono spesi per il no anche diversi esponenti di Motus, RF e NPR, considerato che alle politiche la DC ha preso 5991 voti, vuol dire che c’è un partito spaccato a metà.

Sì però è andata poca gente a votare, appena un 40 per cento del corpo elettorale. Che peccato!

Il peccato è guardare i numeri con gli occhi foderati di prosciutto! Lo sanno tutti che il corpo elettorale sammarinese è composto per un terzo da cittadini esteri, che frequentano poco le urne per le politiche e sono quasi totalmente assenti per i referendum. I residenti, invece, si sono presentati in massa, esattamente come per il referendum del 2019 (la Dc era nel comitato promotore), che ha avuto più o meno la stessa affluenza, con qualche differenza nel risultato finale: 60 per cento di sì, quasi il 40 per cento di no. Oggi invece i numeri sono diversi: 77 per cento di sì, 23 per cento di no. Perché quello del 2019 fu un grande successo, e questo invece dovrebbe essere un flop?

Se ci fosse stato il quorum come in passato, sarebbe stato ampiamente superato.

Forse ancora non si sono resi conto di avere sbagliato la campagna referendaria, i manifesti, i messaggi, gli slogan, che hanno usato immagini improprie, costruite artificiosamente, accampando bugie per mettere paura alla gente. Come fossimo ancora nel Medioevo!

Forse non hanno capito che l’arruolamento massiccio dei sacerdoti, a predicare il no dal pulpito dell’altare, ha disgustato molti cattolici credenti e praticanti.

Forse non si sono ancora resi conto che mentre loro parlavano di morti, di assassini, di olocausto; il comitato per il sì parlava di vita e di libertà.

Al netto di tutto ciò, pare davvero improprio il commento di Paneuropa che parla di “crollo” delle affluenze e dà una lettura politica del voto viziata da interpretazioni ideologiche e confessionali. Ci ha voluto mettere lo zampino anche il vescovo, che dopo aver reclutato tutte le forze a disposizione, dai preti alle associazioni cattoliche, non riesce ad ammettere la sconfitta e adesso cerca di mettere le sue condizioni sulla futura legge. Cosa assolutamente sbagliata!

Il popolo sammarinese si è espresso e va rispettato, senza infingimenti, scappatoie, sotterfugi. Ha detto sì all’IVG e no ad una gestione confessionale, clericale, settaria e arcaica dello Stato. Fuor di metafora: lo Stato faccia lo Stato, la Chiesa faccia la Chiesa. E nessuno cerchi di vincolare, condizionare, prevaricare gli altri, ma lasciando ciascuno libero di pensare e di agire di conseguenza, di pregare chi vuole e di votare chi vuole. Questo vuol dire democrazia.

Quindi il Consiglio dovrà mettere mano ad una legge laica, che rispetti la libertà e il diritto di scegliere. Una legge grazie alla quale la donna potrà contare sull’assistenza pubblica e non dovrà rischiare più la galera se per caso dovesse affrontare uno dei momenti più difficili della sua vita.

a/f