Il primo quesito chiede di eliminare la legge sulla libera professione dei medici Iss e il secondo di cancellare le modifiche alla gestione di Fondiss.
Non sarà election day come chiedevano ma i comitati promotori possono comunque essere soddisfatti. I due referendum ammessi dai Garanti andranno infatti al voto il prossimo 25 maggio, l’ultima domenica utile prima di slittare al maggio 2015. I Capitani Reggenti hanno promulgato ieri i due decreti che fissano la data per il voto dei due quesiti entrambi di tipo abrogativo, che chiedono cioè di eliminare una norma. Il primo che recita “Volete che sia abrogata la Legge 29 ottobre 2013 n. 150 intitolata “Legge per l’esercizio dell’attività libero professionale del personale sanitario medico e non medico ISS”?” chiede di eliminare la libera professione medica per gli operatori della sanità sammarinese, norma introdotta dal segretario Francesco Mussoni nello scorso autunno.
Il secondo recita “Volete voi abrogare il Decreto Legge 29 ottobre 2013 n.151, intitolato Modifiche e integrazioni alla Legge 6 dicembre 2011 n.191 “Riforma Previdenziale: Istituzione del Sistema Complementare”” e in sostanza prevede di eliminare le ultime modifiche sulla gestione di Fondiss che ha “liberalizzato” la gestione del patrimonio pensionistico di Fondiss.
Una scelta, quella delle Eccellenze Anna Maria Muc- cioli e Gian Carlo Capicchioni che, dicevamo, farà sorridere i comitati promotori. Per legge infatti il voto sui referendum deve essere fissato sei mesi prima o sei mesi dopo alle elezioni politiche o amministrative e dato che alla fine di novembre si an- drà alle urne per rinnovare le Giunte di Castello quella del 25 maggio è l’ultima domenica utile prima di slittare al maggio 2015.
Nelle score settimane i promotori avevano espresso la richiesta dell’intervento del governo per accorpare le votazioni dei referendum e quelle delle giunte in un unico election day. In questo modo da una parte avrebbero avuto l’impulso delle amministrative per superare il quorum e dall’altra lo Stato avrebbe risparmiato circa 300mila euro. Una proposta bocciata in settimana dal Pdcs che ha definito la proposta “una mera azione politica per distogliere l’attenzione dal contenuto dei quesiti referendari che, così come presentati non otterrebbero il supporto della cittadinanza”.
Quelli di maggio saranno dunque i primi referendum a cui verrà applicata la nuova legge nata su iniziativa popolare. La principale novità, oltre alle modalità di presentazione, è la riduzione del quorum dal 32% al 25% anche se in origine la proposta ne prevedeva l’abolizione.