In un’aula carica di aspettative democratiche, i promotori di un referendum propositivo sull’integrazione europea hanno esposto ieri le loro ragioni davanti al Collegio dei Garanti, aprendo un capitolo decisivo sul futuro delle relazioni tra Italia e Unione Europea.
L’udienza pubblica ha esaminato la richiesta di vincolare l’esecutività dell’Accordo di Associazione con l’UE a un referendum confermativo promosso dal consiglio, un meccanismo pensato per dare voce diretta ai cittadini su scelte strategiche. A rappresentare il Comitato referendario sono intervenuti l’avvocato Antonio Belloni e Erik Casali, che ha agito in veste di legale responsabile. Entrambi hanno approfondito il testo del quesito, arricchendolo con le argomentazioni già presentate in forma scritta e ponendo l’accento sul ruolo vitale del referendum come strumento di partecipazione attiva.
Casali ha insistito sul potenziale dell’istituto referendario per permettere ai cittadini di influire su materie di grande portata nazionale, citando i tempi eccezionalmente rapidi con cui sono state raccolte le firme necessarie, un chiaro indicatore del vasto coinvolgimento popolare. Ha anche evocato il precedente del referendum del 2013 sull’adesione all’Unione Europea, approvato all’epoca dal Collegio, come esempio di come simili iniziative possano trovare accoglienza e legittimazione.
Con venti giorni a disposizione per emettere il verdetto sull’ammissibilità, il Collegio dei Garanti si trova ora al centro di un dibattito che potrebbe rafforzare i principi di democrazia diretta in Italia. Un esito positivo non solo validerebbe questa proposta innovativa, ma segnalerebbe un impegno rinnovato verso l’ascolto della volontà popolare in un’era di cambiamenti geopolitici accelerati.