“Eravamo quattro amici al bar che volevano cambiare il mondo”. Così cantava Gino Paoli nel 1991, e nello stesso modo, probabilmente, si saranno sentiti ieri pomeriggio in una sala di Palazzo Pubblico – con tutto il rispetto per le sedi istituzionali sammarinesi naturalmente – Marco Podeschi (Upr), Mario Venturini (Ap), Andrea Zafferani (Civico 10) e Simone Celli (Labdem), in attesa degli altri capigruppo consiliari che, però, non si sono presentati all’invito lanciato nei giorni scorsi dallo stesso consigliere dell’Upr Marco Podeschi.
Sulla carta i capigruppo si sarebbero dovuti confrontare sulla proposta della Reggenza di garanzia, lanciata nei giorni scorsi dall’Upr e condivisa da Repubblica futura e Ssd. Il confronto è quindi rimasto sulla carta e l’appuntamento si è dimostrato un flop.
“La scelta è legittima – ha affermato Marco Podeschi- ritengo però che su un tema del genere si debba fare ogni sforzo possibile. L’abbiamo fatto i mesi scorsi su vicende rilevanti ma sicuramente meno importanti rispetto alla Reggenza. Ricordo la nomina del presidente di Banca Centrale, comandante del Corpo della Gendarmeria, processi nei quali l’opposizione è stata coinvolta attraverso confronti politici. Il problema forse è chi attiva i confronti. Se posso capire che questo atteggiamento arrivi dall’ex maggioranza, è invece poco comprensibile – anzi direi contraddittorio – se questa posizione arriva da gruppi che fanno ancora parte dell’opposizione. L’incontro aveva solo questo obiettivo, vedere se c’era la reale volontà di confrontarsi”.
Perché, dunque, gli altri capigruppo non si sono presentati?
Duro Gerardo Giovagnoli (capogruppo del Psd) che ‘stronca’ la proposta di Rp e Ssd: “La Reggenza è sempre di garanzia. Quand’è che si sono verificate lamentale rispetto al fatto che la Reggenza non è stata imparziale? La Reggenza è un’istituzione che non può essere messa in discussione, mai”. E in merito alla proposta di Rete e Md-Smi afferma: “A dire la verità non ci sono molte persone, fuori dall’Aula consiliare, che a 15 giorni dall’insediamento siano in grado di dare la loro disponibilità, se si ritiene inoltre che più che essere di garanzia devono essere distaccate dalla lotta politica.
Quali sarebbero i criteri per selezionare i Reggenti fuori dal Consiglio? Con quali garanzie e per chi? In altri Paesi potrebbero essere sostituiti ad esempio da ex presidenti della Corte costituzionale ma sul Titano è veramente difficile.
Non possiamo mettere l’istituto reggenziale all’interno di una baraonda politica come quella attuale. Dopo le elezioni possiamo ragionare se ha senso studiare nuove modalità di scelta della Reggenza. Un conto è ragionare di riforme istituzionali al massimo livello, un conto è che qualcuno che non è sopra le parti, proponga una reggenza di garanzia, non è opportuno. Ragioniamo di modelli o di persone? Se ragioniamo di persone non è opportuno che la politica si dimeni su una cosa così seria come la Reggenza, e se ragioniamo di modelli non è questo il momento giusto per valutare una possibile riforma sulla Reggenza.
Per il Psd non ci sono le condizioni per arrivare a una Reggenza di garanzia perché assomiglierebbe più a un bilancino degli equilibri politici, che ad altro”.
Per il capogruppo del Partito socialista Alessandro Mancini il ragionamento è molto semplice: “Tutte le Reggenze sono di garanzia, perché rappresentano la massima istituzione del Paese. Non ci piace che in questo momento venga sfruttata questa proposta (Reggenza di garanzia), non è affatto il momento giusto. Nella nuova legislatura mi auguro ci siano ampi spazi di confronto per trovare le formule più giuste di rappresentanza democratica. Inoltre dovremo mettere mano al regolamento consiliare e ragionare su alcune importanti riforme istituzionali. La Reggenza è rimasta l’univa istituzione in cui tutti sammarinesi sono legati ed è veramente superpartes. Evitiamo strumentalizzazioni, e giochini politici che in questo momento sarebbero solo pericolosi e controproducenti”.
Anche Marco Gatti, segretario della Democrazia cristiana dice che “L’attuale Reggenza, come tutte le altre, sono di garanzia. È l’istituzione stessa della Reggenza che nasce come elemento di garanzia”. Riguardo all’idea di una coppia reggenziale tutta al femminile, Gatti afferma: “Ci sono allo stesso tempo donne di valore che uomini di valore, così come donne mediocri che uomini mediocri. L’importante è che sia una Reggenza di valore”. In merito a una possibile riforma istituzionale della Reggenza il segretario politico Dc storce il naso: “Le riforme istituzionali vanno approfondite molto bene, bisogna stare attenti di non fare ulteriori pastrocchi. Da 60, tra consiglieri e segretari di Stato, siamo diventati 70, in Aula regna una confusione totale. Oggi la Reggenza è un grande elemento di garanzia, stiamo attenti di non destabilizzare questa grande istituzione”.
La Tribuna.sm