La scorsa settimana il Tribunale ha annunciato con un comunicato stampa di aver depositato la relazione sullo stato della giustizia. Scorrendo quella relazione – pubblicata ieri da Giornale.sm – e giungendo fino alle conclusioni del dirigente Guzzetta emerge che il biennio 2018-2019 sarebbe da considerarsi straordinario. Riportiamo alcuni passaggi delle suddette conclusioni.
“Una situazione complessa”
“Il susseguirsi nell’arco di pochi mesi – scrive Guzzetta – di ben tre Dirigenti effettivi e di un coordinatore nel periodo di vacatio, oltre che la scelta di ricorrere, da ultimo, a un Dirigente esterno i cui presupposti di nomina, com’è noto, risiedono, a termini dell’art. 61.q. 145/2003, in “circostanze straordinarie”, dimostrano la complessità, per non dire la gravità, della situazione che ha investito il Tribunale e conseguentemente l’amministrazione della giustizia”.
Procedimenti che vedono coinvolti dei magistrati
“Una situazione complessa, testimoniata anche da un certo numero di procedimenti penali e amministrativi (poco meno di una ventina) che, coinvolgendo magistrati, hanno fatto nuovamente riemergere, da un lato la questione delle ricusazioni/astensioni a catena (già precedentemente giunta all’attenzione del Collegio Garante nel 2004), dall’altro hanno messo in evidenza l’assenza di un procedimento disciplinare, quale sede in cui affrontare, là dove possibile, e con la dovuta gradualità di eventuali sanzioni, l’eventuale responsabilità di singoli magistrati, evitando che certe situazioni di criticità si accrescano fino a sboccare drammaticamente in veri e propri procedimenti giurisdizionali”.
Criticità sull’assetto normativo
“A ciò si aggiunga che anche sull’assetto normativo dell’ordinamento giudiziario si sono palesate criticità, come dimostrato anche dall’elevatissimo numero (comparativamente con i decenni precedenti) di interventi del Collegio Garante di costituzionalità delle norme in sede di sindacato di legittimità, sia in sede di giudizio incidentale che su ricorso in via diretta di minoranze parlamentari. Peraltro, il ricorso alla giurisdizione di costituzionalità costituisce anche un’opportunità, in quanto consente di conformare procedimenti e assetti ad un maggiore rispetto del principio di legalità costituzionale, presidiato da valori fondamentali come la separazione dei poteri. Si tratta di una situazione che non sempre ha potuto essere risolta sulla base del diritto vigente, ma richiede, per espressa indicazione del giudice della costituzionalità, talvolta anche interventi normativi che spetta al legislatore assumere e che solo in via surrogatoria potrebbero essere definiti in sede di giudizio di costituzionalità”.
Il nodo del personale
“Su un diverso, ma non meno importante piano, si deve ribadire la gravissima e preoccupante carenza del personale assegnato al Tribunale, sia per ciò che riguarda quello di magistratura (a cominciare dalle vacanze dell’ufficio di Giudice per la Terza istanza penale e di Giudice d’Appello e di Terza istanza per la Responsabilità Civile dei Magistrati, oltre che dei supplenti per ogni grado di tale ufficio), sia, in termini persino drammatici, con riferimento al personale amministrativo, cronicamente sotto organico rispetto alle previsioni del fabbisogno, ma ormai in condizioni che mettono a rischio la possibilità di assicurare le condizioni minime di buon funzionamento del Tribunale, come in alcune occasioni si è già corso il rischio che accadesse”.
“Rilevati significativi incrementi di performance”
“A fronte di questi dati allarmanti, che avrebbero potuto giustificare un andamento invariato o addirittura ulteriormente involutivo del servizio di amministrazione della giustizia, si è, invece, riscontrato, come asseverato dai dati forniti, un quadro molto incoraggiante quanto alla efficienza e produttività dei vari uffici giudiziari. Rinviando alle tabelle e ai grafici dettagliatamente illustrati, si può sinteticamente affermare che pressoché in ogni settore rilevante si riscontrano significativi incrementi di performance rispetto agli anni precedenti. Incrementi a volte iniziati già nel 2018 (come nel caso della decisione civile di I grado), ma decisamente impostisi nei primi dieci mesi del 2019. In tale ultimo periodo non pare iperbolico valutare i risultati talora sorprendenti. Si pensi al caso dei procedimenti definiti sia in sede di istruttoria penale (+ 49,1 % rispetto al 2018); sia in sede di decisione civile (+ 24,1 % rispetto al 2018 nell’emanazione di sentenze definitive) e, soprattutto, all’abbattimento dell’arretrato civile, pari a quasi la metà (-48,3%) rispetto all’anno precedente. Ancora, sempre con riferimento al 2019, si riscontrano dati positivi o molto positivi nei settori delle rogatorie passive (+ 114,28%) e della volontaria giurisdizione (+ 42,62%).
Dati con il segno meno
“I dati di segno negativo vanno, invece, distinti in due grandi categorie. Da un lato ci sono quelli che, non costituiscono un dato di particolare allarme, in quanto, seppur negativi, si collocano in un recente trend di evidente recupero[…]Discorso a parte merita, invece, il giudizio d’appello civile e amministrativo, su cui si concentrano i dati più negativi. Le risultanze mostrano con evidenza palmare gli effetti della vacanza nell’ufficio di giudice civile e amministrativo d’appello, coperto fino al settembre 2018 da due unità di personale. Il dato riguarda purtroppo sia la produttività in termine di sentenze -27,4% e -100% rispetto al 2018, rispettivamente nel settore civile e nel settore amministrativo), sia l’ammontare dell’arretrato (+580% e + 192,4% rispetto al 2018, rispettivamente nel settore civile e amministrativo). Analoghi considerazioni valgono per i giudizi avverso sanzioni amministrative (definito: – 14%). Tale situazione, peraltro, ha determinato contraccolpi sull’ufficio dell’appello penale (-7,8% rispetto al 2018) in conseguenza delle sostituzioni operate dai giudici di appello penale con riferimento alle urgenze civili e amministrative. E’ pertanto ragionevole ritenere che l’immissione in organico di due giudici di appello civile e amministrativo potrà consentire nel medio periodo di ristabilire performances positive allineate a quelle degli altri uffici”.
Verso una maggiore efficienza
“La riduzione di quasi la metà dell’arretrato civile in dieci mesi, così come la maggiore efficienza dell’istruttoria penale (che è la premessa di processi più spediti) non possono che essere dati di evidente incoraggiamento (anche rispetto ai futuri rischi di “prescrizione processuale”). Hanno certamente concorso, in questa direzione, l’impegno e l’abnegazione dei magistrati e dei funzionari amministrativi, oltre che la leale collaborazione (e finanche la “comprensione”) dimostrata dalla classe forense, cui va il mio personale, ringraziamento”.