San Marino. Renzi si “arrabbiava” con la Tomassetti su “invito” di Grandoni? Intanto, RF replica e “punzecchia”, ma non convince… di Enrico Lazzari

Mi fa piacere, realmente, che Repubblica Futura -dopo la clamorosa testimonianza del Presidente di Banca Centrale nell’ambito del Processo “Buriani-Celli” e i miei relativi approfondimenti o considerazioni- abbia deciso di intervenire direttamente per rendere nota la sua posizione in merito. Tutte le campane, in una corretta informazione, vanno ascoltate. Poi ogni lettore potrà valutare la fondatezza delle varie ipotesi, delle più o meno velenose accuse e dei relativi commenti, nonché delle semplici ricostruzioni dei fatti che, in quanto tali, non lasciano spazio a sfumature: o sono fatti reali, o sono balle.

Martedì scorso, in una nota, la prima presa di posizione di RF (clicca qui), ieri la seconda, ben più diretta e pungente (clicca qui). Due prese di posizione per ufficializzare un concetto inequivocabile: Repubblica Futura ritiene, oggi, inutile una Commissione consigliare di inchiesta finalizzata ad individuare eventuali -e ribadisco al momento solo eventuali- responsabilità o peggio vere e proprie complicità della politica con la “Cricca”, così definita dalla Commissione su Banca CIS. “La Commissione di inchiesta su presunte responsabilità politiche nella vicenda di Banca Cis è già stata fatta ed è terminata con una lunga relazione firmata da tutti i commissari”, evidenzia RF.

Vero, ma dal giorno della sua approvazione, unanime (e ciò, per il solo “saggio popolare” del “cane non mangia cane”, fa pensare che certi approfondimenti possano non esser stati fatti con una particolare attenzione), sono passati oltre due anni. E, in questi, sono emersi dei fatti precisi e, sul fronte giudiziario, sono arrivate sentenze diametralmente opposte su processi scaturiti da indagini che hanno spazzato via una intera classe politica spianando la strada -casualmente o premeditatamente (una Commissione di Inchiesta dovrebbe chiarire anche questo)- all’affermazione di nuovi “padroni” delle chiavi delle diverse “stanze dei bottoni”.

Vorrei ricordare a RF, inoltre, che la Commissione Cis si è concentrata su vicende attinenti, non a caso, il Cis, concentrandosi soprattutto sulla governance della stessa banca e su eclatanti quanto inconcludenti indagini strettamente collegate agli enti di vigilanza e governo in ambito finanziario.

Quanto emerso successivamente alla relazione di quella Commissione non poteva certo essere preso in esame dai commissari. O sbaglio? E, da quell’autunno 2020, quando la relazione è stata approvata in Aula, di acqua sotto i ponti ne è passata. E nuovi fatti sono emersi. Talvolta eclatanti, come il ribaltamento della sentenza di primo grado del “Processo Mazzini” con tanto di presa d’atto che, probabilmente, senza una forzatura interpretativa delle norme, quell’indagine si sarebbe chiusa fin da subito con una archiviazione motivata dal principio di non retroattività delle leggi, ribadito dal Collegio Garante in una sentenza che ha riportato la Repubblica ad allinearsi con le disposizioni Cedu e il Diritto.

Perchè cito il Mazzini, qualcuno si chiederà… Perchè anche quel processo potrebbe essere parte di un piano assai ampio, finalizzato, con possibili complicità a più livelli, ad occupare i posti chiave della gestione dello Stato. E, di fatto, ha ovviamente influenzato, grazie alla grande attenzione mediatica riservatagli, la politica prima e, poi, il voto che ha portato alla formazione del Governo AdessoSm. Ma non è questo il tema di oggi, ci concentreremo ampiamente e nei prossimi giorni su questo…

Torniamo a Repubblica Futura e alla sua ultima difesa articolata più sulla delegittimazione dell’autorevolezza del sottoscritto -reo di aver evidenziato dubbi che ultime vicende farebbero ricadere su alcuni personaggi di RF- che non sul merito. Certo, si cita un evento preciso (i fatti dell’agosto 2018, da me ricordati ieri, clicca qui), ma lo si fa in maniera completa? Giudichino i lettori.

RF si concentra su un prestito concesso da Bcsm, sotto la guida della Tomasetti, a Banca Cis, dimenticando di evidenziare che, al contrario di altri concessi in altri tempi e modi, quel prestito è stato regolarmente onorato con il pagamento completo.

Sullo stesso argomento non lesina, la stessa RF, precise accuse alla Tomasetti: “…Non avendo la Presidente ottenuto alcuna ratifica, per far sì che il finanziamento a Cis partisse comunque, venne chiesto all’avvocato verbalizzante di cambiare ex-post il verbale del Consiglio Direttivo, sostituendo la parola ‘ratifica’, con ‘presa d’atto’”. “Oggi -continua RF- se si prende visione di quel verbale, si nota che la parola ‘ratifica’ venne cancellata, e come sappiamo anche quel finanziamento al Cis partì”. Ma, come anticipato, RF dimentica di scrivere che il Cis lo rimborsò.

Quello che, poi, il partito presieduto da Mario Venturini, dimentica di evidenziare, è che su quella “falsificazione” del verbale venne presentato un esposto al Tribunale. Il fascicolo venne affidato prima al Giudice inquirente Roberto Battaglino e, poi, ad Elisa Beccari che archiviò il caso non individuando alcun reato. E anche qui una domanda -vista l’avversità della governance del Cis verso la Presidente di Bcsm- sorge spontanea: perchè venne presentato -secondo alcune voci di corridoio da esponenti di RF (ma anche questo va accertato al di là di ogni ragionevole dubbio) e non da tutti i commissari di quella Commissione di inchiesta? Che fretta c’era visto che, poi, alla magistratura sarebbe stata inviata l’intera relazione finale di quei lavori investigativi consigliari?

La vicenda citata da RF per contestare precedenti miei interventi in cui vengono tirati in ballo alcuni suoi rappresentanti, se approfondita presenta un altro interessante aspetto che meriterebbe -a mio parere- un approfondimento. In un’altra indagine, come un fulmine a ciel sereno, sono spuntati e posti agli atti degli screenshot di conversazioni Whatsapp. Autentiche? Farlocche? Al momento non è dimostrabile in alcun modo la loro autenticità, né è noto come, dove e quando possano esser state acquisite. Apparentemente sarebbero “schermate” catturate dal telefono di Marino Grandoni e relative ad una chat con Nicola Renzi. L’unico elemento a supporto dell’autenticità di quelle “chat”, dunque, viene da Nicola Renzi che, lo scorso 15 febbraio, dal banco dei testimoni del Processo “Buriani-Celli”, chiamato sotto giuramento a confermare l’autenticità delle stesse, non le ha smentite. Se ricordo bene rispose: “Non confermo e non smentisco”, una frase che lascia spazio a mille interpretazioni e -almeno ad un profano del Foro come me- sembra cozzare con l’impegno assunto da ogni teste in aula, con il giuramento di rito che impegna a non nascondere nulla di quanto sia a conoscenza dello stesso testimone. Ma tant’è, non è certo questo il punto.

Ma cosa contenevano quelle misteriose schermate di un telefono cellulare? Un messaggio in particolare appare eloquente. Sarebbero le ore 18:46 di venerdì 29 giugno, quando Marino Grandoni avrebbe scritto a Nicola Renzi: “Ciao Nicola .. vi si legge testualmente (senza correzioni)volevo ricordarti e sottolineare che furbescamente il verbale del cda di ieri è stato modificato precisando che la delibera di approvazione e condizionata ratifica .. per cui se non ratificate noi siamo cotti .. bisogna che ratifichiate e poi vi incazzate con presidente e membri cda … in particolare qui è stata deleteria la mazza”.

Perchè Nicola Renzi, sotto giuramento, se fosse farlocca, non ha categoricamente smentito l’autenticità di quella chat -o semplicemente risposto “non ricordo”- che, se si confermasse autentica, alimenterebbe altre pesantissime ombre sullo stesso Renzi e, quindi, sulla sua forza politica? Perchè, sempre se si rivelasse non falso lo screen, Marino Grandoni inviterebbe con decisione il Ministro degli Esteri e della Giustizia in carica a ratificare un atto e, addirittura, poi, ad “incazzarsi” con il Presidente di Bcsm e l’intero Cda?

E’ o no legittimo il dubbio, il sospetto, che la posizione talvolta “aggressiva” di Renzi e di altri esponenti di RF in alcuni organismi che affiancavano tecnici e politici -come confermata dalla Tomasetti sotto giuramento- nei confronti della Presidente di Banca Centrale fossero attuati su commissione?

Dubbi… Dubbi che si trasformano in pesanti ombre, nel caso, su Repubblica Futura e alcuni suoi esponenti. Ma dubbi che se uniti a quelli suscitati da tante altre situazioni (tipo il chiaro invito che Simone Celli avrebbe fatto alla Tomasetti affinchè si avvicinasse a Nicola Renzi e Mario Venturini, come emerso dalla testimonianza della Presidente Bcsm), da tanti altri fatti, di tante altre testimonianze (che non interessano soltanto esponenti di RF, ovviamente) vanno a presentare come possibile uno scenario quanto mai inquietante che merita di essere chiarito. E chi può farlo meglio di una commissione parlamentare di inchiesta che, magari, vada ad analizzare la “storia” dall’inizio ai giorni nostri, ovvero dalla cacciata di Stefano Caringi dal vertice della Vigilanza di Bcsm (2010) fino a… domani.

Enrico Lazzari

Enrico Lazzari