Sento parlare di «mala gestione» della sanità. Non è il verdetto di esperti indipendenti e obiettivi, bensì l’opinione dei partiti dell’opposizione di sinistra in vena di sfascismo a pochi giorni dal voto.
Questo non fa loro onore. Ma soprattutto non corrisponde alla verità.
Quando si parla di sanità e di salute delle persone bisogna essere onesti e guardare i fatti, che non sono di sinistra né di destra né di centro. E i fatti sono questi: mentre in Italia (per fare un esempio a noi vicino) la speranza di vita alla nascita è di 79,8 anni per gli uomini e di 84,6 per le donne (dato 2013), San Marino ha «livelli di aspettativa di vita alla nascita molto elevati, pari a 81,9 anni per gli uomini e 86,4 anni per le donne. San Marino risulta tra i primi 5 paesi al mondo per aspettativa di vita». L’ho messo tra virgolette perché non sono parole mie ma dell’Authority che ha redatto il Profilo di salute all’interno del Piano sanitario e socio-sanitario 2015-2017. Un piano lungamente confrontato ed approvato dal Consiglio Grande e Generale. Questi sono i fatti, che pongono San Marino fra i migliori sistemi sanitari del continente europeo. Non è onesto nascondere i fatti cercando, sotto elezioni, di suscitare ingiustificati allarmi. Stiamo parlando della salute dei sammarinesi, non di un qualunque opinabile argomento.
Rinfresco la memoria a chi fa speculazioni disoneste.
Quelli che parlano a sproposito di «mala gestione» sono esponenti di partiti che in Consiglio dicevano:
«l’ISS ha servizi eccellenti in molti settori, il problema non è la qualità»;
«Ci sono stati forniti una valanga di dati sullo stato di salute del nostro sistema sanitario. Non possiamo lamentarci: i numeri sono confortanti»;
«Il sistema socio-sanitario sammarinese è sempre stato preso come modello … Questo Piano socio-sanitario rappresenta un’ottima base di partenza»;
«E’ difficile non giudicare in modo positivo il documento sottoposto oggi all’attenzione dell’Aula. E’ difficile dire che le linee tracciate non siano assolutamente condivisibili».
Ora, di colpo, hanno cambiato parere. Non sarà perché siamo sotto elezioni?
Io penso che sia un atteggiamento vergognosamente superficiale.
Il voltagabbana “a prescindere” è di chi in genere è sempre stato abituato a ricevere e mai a dare. La “politica del lamento” rimane purtroppo ancora il sottofondo strutturale di nuove aggregazioni presudopolitiche dello sfascio senza proposta concreta, con un vuoto progettuale imbarazzante. Il NO senza un’alternativa strutturata, condivisa e sostenibile è ormai solo di chi tende a scaricare sempre agli altri la colpa di questo e di quello, di chi non ha ancora capito che il mondo è cambiato e che bisogna rimboccarsi le maniche.
Ma lascio ai lettori, e agli elettori, esprimere il loro commento.