Nel 2016 Adesso sm aveva solennemente promesso che tutto sarebbe magicamente migliorato. Invece abbiamo assistito a un grosso tonfo e il Paese è rotolato indietro anche nelle classifiche internazionali. Tutto attorno dà il senso della decadenza. Ci sono stati errori madornali dai quali difficilmente si potrà tornare indietro e chi ha sbagliato non solo non vuole ammettere di aver fallito ma addirittura si ripresenta alle elezioni. Ne abbiamo parlato con il candidato di Noi per la Repubblica Andrea Belluzzi.
Si parla sempre degli errori commessi durante questi tre anni di legislatura. Può dirci qual è quello più clamoroso per come la vede lei?
“E’ una cosa poco appariscente ma ciò che reputo più grave è il non aver coltivato adeguatamente, anzi l’aver proprio lasciato decadere il rapporto politico istituzionale con l’Italia, il caso targhe è emblematico dell’assenza di questi rapporti. Una questione di così piccolo conto in un rapporto che funziona tra due Stati sarebbe stata risolta in pochissimo tempo e invece è sul tavolo da un anno e non ha trovato ancora alcuna soluzione. Si tratta di un indicatore eloquente del grado e del livello del rapporto tra i nostri stati, significa che non c’è dialogo, non c’è rapporto per affrontare i problemi sul sistema bancario, i problemi dei visti sui passaporti dei cittadini stranieri che per motivi di studio vogliono risiedere nel nostro territorio, la validità dei titoli di studio della nostra università, l’inserimento della nostra sanità nel circuito italiano e tanti altri punti. Se non c’è un rapporto politico tutto questo rimangono parole al vento”.
Effettivamente il caos targhe ha creato moltissimi problemi, le è stata restituita qualche testimonianza diretta?
“Ho un paio di clienti che hanno pagato la contravvenzione e poi l’indomani sono tornati a prendere l’auto con il legale rappresentante dell’azienda con tantissimi disagi per tutti. La soluzione c’è ma deve passare attraverso la modifica di una legge vigente, perché ciò avvenga è necessario che due rappresentanti dei due stati si incontrino, il problema è il fatto che non vi sia un dialogo. In un quadro generale di rapporti canalizzati e funzionanti questo non sarebbe stato nemmeno un problema, è un problema quando i due stati non collaborano”.
Spostandoci sul campo della giustizia, perché per una forza politica in particolare risulta così vitale la nomina dei due giudici d’appello?
“E’ ciò che anche io ritengo debba essere spiegato ai cittadini, se la Reggenza ha fatto delle valutazioni evidentemente aveva elementi per cui ha ritenuto di non portare il comma in discussione. Io non sono consigliere, non so le ragioni. Vedo una cosa che mi preoccupa molto, c’era un processo convocato che si doveva tenere all’inizio dello scorso ottobre e che con scelta unilaterale il giudice ha deciso di non celebrare senza spiegare nulla, è soltanto arrivata la notifica di annullamento. E’ un processo storico, la mancata celebrazione dell’udienza non lascia sereni”.
Che idea si è fatto di questa campagna elettorale?
“L’elemento di maggior stupore è che ci sono forze che sono state al governo che non hanno avuto alcuna capacità di esercitare un minimo di critica su una legislatura finita con le macerie e che ambiscono ancora ad entrare in un futuro governo. Stupisce ancor di più che queste forze non abbiano speso alcuna parola sulla giustizia nei rispettivi programmi”.
Chi come Zafferani ha puntato i riflettori su se stesso sta ricevendo le maggiori critiche.
“Zafferani almeno ha avuto il coraggio di dire ciò che pensa, Libera no. E sia chiaro che non condivido nemmeno una parola di ciò che pensa Zafferani. Prendiamo Camera di Commercio, ha fatto una cattiva legge, una legge che non rispetta la costituzione e che dà la misura di come si sia voluto comandare, non governare un Paese come invece si sarebbe dovuto fare. Quanto a errori quelli di Zafferani non si esauriscono con i decreti su Camera di Commercio, la legge sulla liberalizzazione dei frontalieri ad esempio aveva subito fatto arrabbiare l’Italia che all’epoca chiese un incontro urgente perché c’era un problema di discriminazione far lavoratori. E’ una legge che ha contribuito a incrinare i rapporti anche se paradossalmente poi ha dato un vantaggio ai frontalieri cambiando sensibilmente il mondo del lavoro”.
Parliamo anche di proposte, quelle contenute nel vostro programma.
“Su tutti i settori abbiamo proposte concrete e sarà urgente intraprendere un percorso che riporti in equilibrio i poteri dello stato. Siamo pronti, abbiamo le idee, c’è tanto da fare e da ricostruire”.