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  • San Marino. Repubblica SM intervista Diego Renzi (Comites): “Le problematiche finanziarie non possono mutare l’anima di uno Stato”

    Sono state presentate circa un mese fa dal Comites, il comitato di cittadini italiani residenti all’estero, due leggi di iniziativa popolare che dovrebbero essere discusse in prima lettura a breve. E in attesa della discussione il presidente Diego Renzi prova ad alzare l’attenzione sulle tematiche della cittadinanza sulle quali a suo avviso tutti starebbero tacendo, cauti. Domani alle ore 13,00 alcuni rappresentanti del comitato interverranno al programma “ L’angolo delle Botte” Di Sonia Tura con il Segretario Esteri Nicola Renzi.
    Di cosa si tratta e qual è il problema?
    “Il problema è legato alla cittadinanza e al fatto che per diventare cittadino sammarinese, quando se ne abbiano i requisiti, occorre prima rinunciare ad altre cittadinanze a meno che il Paese di cui sei cittadino non preveda nel proprio statuto la rinuncia. Le faccio un esempio: io sono cittadino italiano e per ottenere la cittadinanza sammarinese, pur risiedendo qui da oltre trent’anni e avendo la madre sammarinese, devo rinunciare a quella italiana. Un argentino invece, considerato che la costituzione argentina non prevede la rinuncia, può tranquillamente tenerle entrambe. Le sembra giusto discriminare così le persone in un paese civile, evoluto, raziocinante? E una politica lungimirante, considerata anche la nostra posizione geografica, non dovrebbe favorire l’amicizia con l’Italia? L’altro tema è legato all’elettorato attivo e passivo nelle giunte di castello cui dovrebbero poter accedere coloro che risiedono a San Marino da 5 anni visto che in Italia si diventa elettori del proprio sindaco dopo 6 mesi di residenza”.

    Bei problemi in senso di diritti certo, ma ce ne sono di più gravi?
    “Guardi, ce n’è uno gravissimo. A San Marino se si è residenti e non cittadini si può rischiare di rimanere senza copertura sanitaria. Basta perdere il lavoro e si perde anche il diritto a farsi curare, a meno che non si sia disposti a pagare la quota capitaria di circa €250 al mese, pur non percependo alcun reddito. Nemmeno l’Italia riconosce il diritto alla sanità per il residente all’estero ed è un’assurdità considerato che invece appena sbarcato nel belpaese un immigrato ha subito tutti i diritti. E’ un problema questo sul quale cercherò di focalizzare l’attenzione dei due stati presto. Oltre a chiedere una giusta regolamentazione del soggiorno che vede il cittadino italiano per l’Italia residente a San Marino e per San Marino non residente in territorio causando così problemi in tutte le pratiche burocratiche”.

    Tengo dietro ai suoi discorsi e a questo punto mi chiedo anch’io se ci si sia veramente evoluti.
    “San Marino per me è stato un padre quando il mio è morto ed avevo 12 anni. Ci eravamo ri-trasferiti in Repubblica da appena 2 anni e ricordo che lo Stato mi ha garantito l’istruzione, la sanità e tutto quello che non avrei potuto avere se fossi vissuto altrove. Di questo gli sono grato però mi sembra stia diventando una specie di patrigno e non vedo più quell’apertura e quel sostegno verso chi è più d¬ebole. Credo che le problematiche finanziarie non possano mutare l’anima di uno Stato. E allo stesso tempo credo che un atteggiamento consono con i cittadini italiani possa solo che aiutare ad uscire da questo momento problematico. Quindi questo è un cane che si morde la coda!”.

    Olga Mattioli (Repubblica SM)