Il valore della politica nella società di oggi, ne abbiamo parlato con il Consigliere Francesco Mussoni.
Lei ha ricoperto incarichi politici molto importanti. Oggi quanto la impegna la politica rispetto a prima?
“Sì dal 2011 al 2016 sono stato Segretario di Stato al Lavoro e poi alla Sanità. Ora svolgo la mia professione di avvocato e notaio, e continuo il mio impegno politico in Consiglio all’opposizione, come peraltro già accaduto”.
E quanto è importante il ruolo di chi si trova dall’altra parte?
“Governare è totalizzante e snervante in anni difficili e di crisi. L’opposizione è fondamentale e necessaria per la democrazia, per stabilire un rapporto più profondo con la realtà del Paese, per rigenerare le motivazioni e le idee, per evidenziare le lacune e le incoerenze dell’azione del governo e della maggioranza….e, non da ultimo, anche per preparare il futuro governo del Paese, visti i devastanti risultati dei quasi 2 anni (18 mesi) della politica dell’attuale coalizione di maggioranza e di governo”.
Oggi lo Stato punta a far cassa e per provare a far tornare i conti mette in campo una serie di provvedimenti tra cui la patrimoniale. Come reagiranno i cittadini?
“Reagirà molto male la cittadinanza. Il Paese necessita di fiducia, di speranza, di solido futuro, invece a sfiducia generale se ne aggiungerà altra ancora. Auspico ripensamento e correttivi significativi”.
Si è detto che il Paese dopo la svendita degli Npl ha perduto la sua ricchezza e dovrà indebitarsi. Era tutto calcolato o alla fine la situazione è sfuggita di mano?
“Certo gli NPL sono stati talmente svalutati che la cessione pare veramente troppo a buon mercato! Il Paese si è già indebitato nell’ultimo bilancio”.
Parlando di giustizia, a che punto siamo a San Marino?
“Quanto accaduto è stato sotto gli occhi di tutti. Serve fare chiarezza. Quindi creare una situazione di autorevolezza e stabilità”.
Una domanda obbligatoria, e sulla Sanità?
“Questo governo ad un anno e mezzo dal suo insediamento ha indebolito la fiducia sul sistema Paese e ha dimostrato tutti i suoi limiti. L’ISS è una parte importante del Paese, rispecchia la politica del momento, un peggioramento della situazione Paese”.
Cosa comporterà per un piccolo Paese come San Marino l’indebitamento?
“Intendiamoci, sarebbe stato meglio che il nostro Paese fosse cresciuto e crescesse a due cifre l’anno e per diversi anni. Secondo me era possibile ed è possibile se si fosse lavorato per creare fiducia anziché per generare paura e sfiducia, per aprire anziché per chiudere, per costruire anziché per liquidare. Il tutto per una politica del marcare le proprie irresponsabilità da quelli di prima, del cambiare perché nulla andava bene. Non si è creata la fiducia che porta gli investimenti, anzi, il contrario. La difficoltà e la complessità esistente, anche frutto di anni di purgatorio internazionale, non ha avuto il contraltare di una azione di governo efficace e idonea per il rilancio della fiducia e dell’apertura del Paese. La realtà oggi è che la tendenza della crescita è all’1%. L’indebitamento è già stato scritto. Grave che il debito sia stato scritto senza che il governo abbia però avanzato le azioni strutturali sulla spesa corrente. Il rischio è che non si abbia la lucidità di intervenire dove si deve. Quindi l’indebitamento in presenza di una crescita contenuta, impone azioni molto significative”.
Che rischi corre il territorio con le frettolose modifiche a un prg vecchio di 25 anni che verrà presto modificato? C’è il rischio scempi?
“In questo momento scelte sbagliate, da noi sottolineate in commissione e consiglio, hanno paralizzato ogni iniziativa sul territorio, come paradossalmente gli atti immobiliari e le imposte per lo Stato. Ci adopereremo perché Il PRG sia un provvedimento che renda più bello il territorio, che sia strumento di pianificazione e chiarezza, e che agevoli gli investimenti delle famiglie e degli imprenditori sul nostro territorio. Ad oggi non sembrano queste le linee comunicate dal governo”.
Quale sarebbe, arrivati a questo punto, una proposta seria per la ripresa del Paese?
“La prima ricetta è lavorare insieme con il sistema Paese, stiamo lavorando velocemente dall’opposizione con associazioni di categoria e sindacati per costruire una visione comune. Occorre recuperare unità di intenti, non utili ricette preconfezionate. Serve una forte rivoluzione liberale, un nuovo patto sociale tra settore pubblico e privato.
Necessaria una nuova soluzione politica per il futuro del paese. Occorre rompere schemi ormai superati ed aprire ad una nuova fase politica. Le proposte saranno quelle sostenibili”.
Olga Mattioli (Repubblica Sm)