Lo abbiamo scritto più e più volte che il nuovo governo dovrebbe impegnarsi a fondo per fare peggio di quello che lo ha preceduto. E così il segretario della Csdl Giuliano Tamagnini resta alla finestra e ci tiene a sottolineare di non avere pregiudizi, di essere abituato a esprimere giudizi ponderati e sulla base dei fatti. Vale a dire che i nuovi arrivati andranno ‘provati’ su strada. Anche se servono risposte nell’immediato perché oltre che grave la situazione è anche parecchio seria.
Segretario, cosa può dire della visita del Fondo Monetario Internazionale, incontrerete anche voi la delegazione?
“Sì, li vedremo lunedì dalle 14 alle 15. Siamo ormai abituati a questi incontri così tirati, in un’ora si confronteranno con tre sigle sindacali per parlare di un’infinità di temi, le dico solo che nel lungo elenco che ci è stato mandato c’è il mercato del lavoro, la riforma pensionistica, la risoluzione degli Npl, la salute del sistema bancario. Siamo come le dicevo abituati a questo modo di fare molto pragmatico e direi quasi lapidario. Per noi è sempre un piacere avere l’opportunità di confrontarci anche se siamo ovviamente su posizioni molto molto differenti. Così crediamo che prima di parlare di soluzioni occorra capire di chi è la responsabilità di aver prestato centinaia di milioni senza un minimo di garanzia ma questo è chiaro non ce lo deve venire a dire il Fmi”.
Giudica dunque positivamente la solerzia con cui si è deciso di far partire la commissione di inchiesta sulle banche?
“Sono fiducioso ma non fiduciosissimo, avremmo bisogno di risposte oggi, le soluzioni devono arrivare prima dei sei mesi che la commissione si è data, le banche hanno problemi di liquidità. Non ho troppa simpatia per le commissioni politiche, gradirei di più un attivismo maggiore della magistratura, in Italia mi pare che di recente sia emerso il dissesto della Popolare di Bari e che ciò sia avvenuto per effetto di indagini condotte dalla magistratura, a San Marino succede quasi sempre l’inverso. Con questo ovviamente non voglio insegnare nulla alla magistratura. Per tornare al discorso delle responsabilità invece, abbiamo deciso di costituirci parte civile nei procedimenti, ci stiamo insinuando in queste cause, ma è difficile anche avere informazioni”.
Si è già presentata l’occasione per parlare di pensioni con il nuovo governo?
“Per il momento non si è aperto alcun discorso, io posso solo dire che qualora si dovesse aprire un confronto, la nostra posizione sarà la medesima già espressa in precedenza: sì a una riforma sulle pensioni ma si tratta di un tema che va messo in un pacchetto più ampio. Dovremo parlare di equità fiscale e come dicevo prima riprendere il filo dei discorsi sulle responsabilità”.
E’ come se non fosse del tutto convinto che ci siano le basi perché ciò avvenga.
“No, come ho detto aspettiamo la ricetta del nuovo governo. E’ ovvio che i problemi non si sono risolti perché ci sono state le elezioni, ora servono soluzioni concrete. Dal canto nostro l’equità è un punto irrinunciabile mentre il fatto che nel programma si parli di regime forfettario può essere letto come il segno di una rinuncia”.
A proposito di equità, cosa pensa del fatto che il decreto che introduce un principio di equità nella patrimoniale andando a inserire le società di capitali, abbia però escluso gli Npl in pancia alle banche?
“Non ho letto il dispositivo ma se come ho potuto leggere sui giornali si tratta di avere tolto dal conto solo gli Npl credo si tratti di una scelta giusta visto che sono immobili finiti in pancia alle banche e che difficilmente potranno essere venduti”.
Uno dei temi più scottanti cui bisognerà metter mano è Carisp, ci sono già stati degli incontri?
“So che sono previsti degli incontri a breve ma anche lì è necessario capire quali sono le prospettive, c’è un vertice che propone soluzioni ma è doveroso discutere di quelle soluzioni con la proprietà che è l’Eccellentissima Camera. Questo è uno dei pochissimi punti di vista che condivido con il Fmi, l’obiettivo deve essere quello di risanare Carisp e metterla di nuovo sul mercato”.
Il nuovo segretario al lavoro ha parlato della necessità di raggiungere un equilibrio, qual è la sua visione?
“Il tema del lavoro va ripreso, è un tema che con molta forza sta dentro l’elemento sviluppo, il tema dei frontalieri è di grande interesse, mi permetto di dire che molta strada è stata fatta sul terreno dei diritti dei frontalieri, c’è ancora della strada da fare e quindi se partiranno tavoli di confronto misti ci farà piacere. I lavoratori sono tutti uguali, il trattamento deve essere uguale, la cosiddetta riforma Zafferani ha però aperto un problema perché la fase di ingresso non può essere lasciata a se stessa, deve essere governata per non penalizzare i lavoratori sammarinesi. Sono i discorsi che abbiamo fatto con l’ex segretario agli esteri le rare volte che ci siamo incontrati per parlare dell’accordo di associazione, saremmo degli irresponsabili a pensare di non gestire la liberalizzazione del lavoro in un paese che conta 34mila anime a fronte del mezzo miliardo delle persone che abitano l’Europa”.
C’è ottimismo per i posti di lavoro che si creeranno con il Polo del Lusso?
“Io non so quali posti di lavoro si creeranno attorno al Polo del Lusso, non abbiamo partecipato ad alcun tavolo, siamo stati tagliati fuori da ogni tipo di contatto con la proprietà o le proprietà. L’auspicio è che il nuovo governo voglia coinvolgerci, altrimenti reagiremo con gli strumenti già messi in campo con il precedente governo”.