Con l’approvazione dei tre ultimi progetti di legge all’ordine del giorno, è terminata la prima sessione consiliare di settembre. In apertura dei lavori, si è concluso l’esame del Progetto di legge “Codice di condotta per gli Agenti Pubblici”, approvato con 32 voti favorevoli 1 contrario e 14 astenuti. L’Aula è passata ad esaminare il Progetto di legge “Disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale e accessorio”, approvato con 26 “si”, 7 “no” e due astenuti. Infine, la seduta si è conclusa con l’accoglimento del progetto di legge presentato dal segretario di Stato per la Cultura, Giuseppe Maria Morganti, “Normativa in materia di disturbi evolutivi specifici in ambito scolastico e formativo”, con 37 voti a favore, 2 contrari e 5 astenuti.
Di seguito, un estratto del dibattito odierno.
Progetto di legge “Disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale e accessorio”. Approvato con 26 voti a favore, 7 contrari e 2 astenuti.
Massimo Andrea Ugolini, Pdcs legge la relazione di maggioranza: “Il progetto di legge intende normalizzare situazioni lavorative ad oggi non articolate riconoscendo a queste tipologie di attività la dignità di un contesto normativo, collocando le stesse all’interno dell’attuale quadro legislativo in maniera tale da garantire una posizione pensionistica a chi esercita o eserciterà questa tipologia di servizio. Come espresso nel primo articolo con prestazioni di lavoro occasionale ed accessorio ci si riferisce a prestazioni poste in essere al manifestarsi di sopravvenute esigenze di carattere straordinario. Esigenze che richiedono una temporanea integrazione della forza lavoro, necessarie per consentire alle imprese di svolgere le normali attività aziendali. I rami di attività economica che possono usufruire di questo strumento sono esplicati all’articolo 2. Riguardano principalmente mansioni a diretto contatto con il pubblico, settori con una stagionalità particolarmente marcata, quali ad esempio il settore della ristorazione dell’ospitalità alberghiera e attività connesse a manifestazioni sportive. Vengono ricomprese fra le attività che possono accedere allo strumento del lavoro occasionale, altresì, le attività connesse al settore del commercio turistico, localizzate nel centro di San Marino Città, al fine di fronteggiare incrementi lavorativi concentrati nel periodo estivo e durante le aperture serali. All’articolo 4 viene introdotto il concetto di “solidarietà familiare” esercitata all’interno di attività economiche a conduzione familiare. Attività che non si configurano come rapporto di lavoro subordinato ma che si manifestano attraverso un supporto gratuito non continuativo all’interno dell’attività condotta dal familiare. Per meglio esplicitare questa nuova definizione si è ritenuto maggiormente opportuno rimandare la regolamentazione dell’attività in oggetto al decreto delegato già previsto nella presente legge. Con questo passaggio normativo si fornisce una risposta all’impegno assunto con l’ordine del giorno del 13 marzo 2014 affinché fosse riconosciuta la facoltà di accedere alla macro categoria della Gestione Separata anche al socio titolare di pensione ordinaria. Nell’odg si prendeva atto delle attività economiche in cui il contributo dei familiari, affiancato a quello dei titolari, determina economie vitali per il sistema economico sammarinese. A conclusione del documento si impegnava il Congresso di Stato a disciplinare l’attività dei familiari all’interno dell’impresa senza tuttavia pregiudicare gli equilibri del mercato del lavoro presenti. All’articolo 6 si prevede la possibilità per il datore di lavoro di collegarsi direttamente alla Banca dati dell’Ufficio del Lavoro, inserire la pratica di assunzione, poter calcolare il costo della prestazione lavorativa con relativo pagamento dei contributi: una semplificazione non da poco. Auspico che il progetto di legge possa essere approvata a larga maggioranza”.
Tony Margiotta, Su legge la relazione di minoranza: “La presente legge ha la finalità di normare quelle figure che vengono assunte per esigenze di carattere straordinario come ad esempio svolgere le normali attività di impresa in giornate o periodi interessati da incrementi di attività oppure svolgere servizi occasionali per le famiglie. Da parte dell’opposizione è stato espresso un forte convincimento sulla necessità di dare nuove regole a questi ambiti del mercato del lavoro, tuttavia sono stati espressi anche seri dubbi sull’incisività del progetto di legge e sul riscontro che questa normativa potrà suscitare come risposta alla grave crisi occupazionale che sta vivendo il nostro paese. Entriamo nel dettaglio: all’articolo 3 vengono elencate le attività rivolte ai servizi alla famiglia, tra cui assistenza agli anziani, ai disabili e ai non autosufficienti, senza però indicare e specificare la necessità per tali figure di competenze e qualifiche specifiche. All’articolo 6 si parla di buoni on line per lavoro accessorio: forti dubbi sulla loro efficace gestione da parte dell’Ufficio del Lavoro e in particolare sul rapporto tra il richiedente (datore di lavoro) e ufficio del Lavoro stesso. All’articolo 7 si parla dei limiti all’utilizzo di prestazioni di lavoro occasionale e accessorio. I problemi nascono quando si parla di lavoro relativo all’agricoltura, alla zootecnia di carattere stagionale, alle attività connesse a manifestazioni sportive, culturali, fieristiche, allo spettacolo e ai giochi. In un primo momento il Governo aveva detto che il limite non si applicava a tali categorie lavorative. Attraverso un emendamento dell’opposizione si è inserito un limite di 120 giorni per queste attività: 4 mesi sono un limite prolungato ma comunque un limite. Considerando il costruttivo e proficuo confronto tenutosi, in sede di votazione in commissione le forze di opposizione si sono astenute.
Segretario di Stato al Lavoro Iro Belluzzi: “Nella commissione c’è stato un atteggiamento positivo di tutti i commissari nel cercare di elaborare un progetto che risolvesse le problematiche del settore. Margiotta sostiene la scarsa incisività del progetto per dare una risposta alla disoccupazione. Ma questa legge non deve essere letta in quella direzione. E’ impensabile che con il lavoro saltuario e occasionale si dia una soluzione a chi cerca una nuova collocazione lavorativa. La piena occupazione speriamo di raggiungerla attraverso l’attrazione di nuovi investimenti, catalizzando nuovi investitori in Repubblica. In linea generale, questo progetto va considerato come uno strumento facilmente leggibile e gestibile per riordinare quanto già previsto con una notevole mole di regolamenti e articoli. Intendiamo dare risposte immediate alle imprese elencate nel testo per avere, con leggi più semplici, un’incisione dell’amministrazione nel combattere il lavoro nero. Con la lotta a lavoro irregolare si possono recuperare posti di lavoro. L’unica categoria inserita come prestatore d’opera nel progetto è quella interessata dai servizi alla famiglia. Vuole dare la possibilità alle famiglie di essere in linea con le norme sulla regolarità di questi rapporti di lavoro.
Andrea Zafferani, C10: “Sono rammaricato perché commento una legge che ritengo peggiorata in commissione. Sulla questione frontalieri, noto l’eccessiva possibilità di sceglierli al posto di sammarinesi o residenti. Le imprese possono assumerli facilmente superando il concetto che i frontalieri dovessero essere assunti solo full-time. Invece qui si parla di prestazioni saltuarie. Prima questa libertà non c’era. Non è corretto prevedere che chiunque possa fare assistenza a disabili e anziani, servirebbero competenze specifiche, ma non vengono previste. Voglio ricordare il blitz in commissione della maggioranza che ha sdoganato il concetto di lavoro gratis nelle famiglie. Il concetto di lavoro gratis è pericoloso, faciliterà il lavoro nero e toglierà tasse allo stato. Voteremo contro il progetto di legge. L’idea delle legge è giusta, la segreteria aveva fatto buon lavoro, ma la maggioranza ha fatto i danni”.
Fabio Berardi, Pdcs: “Il segretario Belluzzi è onesto nel dire che il progetto di legge non porta risposte ai problemi occupazionali. Per quanto riguarda il lavoro nelle famiglie, la maggioranza ha notato che ci sono esigenze familiari che con un piccolo supporto risolvono i problemi lavorativi della propria attiva. Ora grazie a questa misura andranno fuori da situazioni che in passato hanno visto scendere in campo la Magistratura ed emettere sentenze. Quando un familiare svolge un servizio all’interno della famiglia, come si va a definire? Volontariato? Nel decreto dovremo definire questo tipo di prestazione, che secondo me non è lavoro”.
Matteo Zeppa, Rete: “Appoggio i dubbi di Zafferani, soprattutto sull’assunzione dei frontalieri al posto dei sammarinesi. Ma i giochi a cui si fa riferimento il progetto quali sono? Giochi della sorte? Pallavolo? Pallone? Ciò va definito nel dettaglio, senza margini di interpretazione. A che punto è il portale web previsto? Il continuo rimando a decreto delegato ha stufato. Sono a conoscenza di una situazione della quale vorrei parlare. Vengono previsti degli sgravi e dei contributi a fondo perduto per un’attività che si andrebbe a svolgere nel Queen Outlet. Penso che ciò sia eccessivo. E’ vero che siamo all’osso, ma lo Stato si deve sbragare per consentire ai soliti nomi di avere il portafoglio pieno con la scusa di portare lavoro? Sbragare su queste cose e parlare di diritto al lavoro mi sembra inopportuno”.
Luca Santolini, C10: “Fino ad oggi la Legge ha sempre considerato l’altra metà della medaglia ovvero che non favorire i congiunti nell’assunzione di un parente all’interno dell’attività avrebbe incentivato le assunzioni di personale. Aspetto di cui dobbiamo tenere conto nell’ambito della discussione del progetto di Legge. Quello che non possiamo permettere è che sia la Magistratura con una sentenza a regolamentare questi settori non regolamentati”.
Manuel Ciavatta, Pdcs: “Il Progetto di Legge va a colmare dei vuoti normativi. Non penso che per rispondere all’emergenza lavoro serva incrociare le dita. Nel momento in cui Governo e maggioranza hanno risolto certe problematiche relative alla diffidenza percepita altrove nei confronti del nostro territorio, è cresciuta la fiducia nei confronti del sistema sammarinese. Come viene evidenziato dall’articolo 7 per chi non è iscritto alle liste di avviamento al lavoro il limite è di tre giorni a settimana e di 70 giornate lavorative: un limite più o meno estensivo ma che comunque esiste. Auspichiamo sempre di più una normativa che vada a regolarizzare tutte le forme lavorative per sanare ogni forma di irregolarità che in un paese serio devono essere eliminate”.
Pier Marino Mularoni, Upr: “Il Progetto di Legge va incontro a quelle esigenze di coloro che magari possono offrire il proprio lavoro solo saltuariamente e non in maniera continuativa. Positivo andare a regolamentare questi aspetti. E’ chiaro: si rimanda, come è uso fare, ad alcuni decreti e questo ci impone di avere atteggiamento di riserva. Quello che deve essere fatto nel mondo del lavoro è creare a livello generale norme più flessibili, incentivare l’occupazione in un momento difficile e creare progetti di sviluppo per dare risposte a richieste occupazionali. Non possiamo fermarci solo all’analisi di questo progetto di legge perché da solo non può incidere più di tanto sulla realtà del mercato di lavoro attuale. Su questo l’Aula dovrebbe maggiormente concentrarsi e chiedere uno sforzo maggiore di intervento per dare risposta a richiesta occupazionale che nel paese è sempre più forte. Per quanto riguarda il progetto in questione le forze di opposizione mantengono atteggiamento di astensione nella speranza che decreto attuativo possa essere discusso e confrontato”.
Paride Andreoli, Ps: “Non possiamo sopportare che uno Stato di 33mila anime possa raggiungere numeri così elevati nel mondo della disoccupazione. Rendo merito al segretario di avere dato attenzione a una tematica legata al mondo occupazionale. Al di là delle diverse posizioni politiche, quando si parla di imprese e lavoro, è chiaro e naturale che il confronto con il mondo sindacale e imprenditoriale non è facile. Sulle attività di servizio alla famiglia, finalmente c’è un’apertura culturale da parte del Governo nei confronti di chi ha necessità di avere a disposizione, per qualche ora, un familiare che fino a qualche tempo fa, se sorpreso, veniva multato perché non poteva in base alle leggi”.
Guerrino Zanotti, Psd: “Il progetto è fatto per regolamentare la materia in maniera che consideriamo positiva. Mette insieme la necessità di chi fa impresa in ambiti ben individuati e chi è in cerca di un’occupazione saltuaria. Introduce meccanismi accessibilissimi, per esempio con il supporto telematico. Spesso in questi ambiti c’è l’utilizzo di lavoro irregolare, ciò va ammesso, ma con questo strumento si permette di regolarizzare la situazione in maniera agevole. Chiedo che lo Stato si faccia più pressante nei controlli sul lavoro, perché in questo senso si tratta di una lotta di civiltà. Ritengo che una distinzione fra i cittadini o residenti e i frontalieri ci sia. L’abbattimento degli oneri contributivi dell’80% per chi assume gli iscritti alle liste di collocamento, e non i frontalieri, mi sembra un elemento di forte distinzione”.
Massimo Cenci, Ns: “La legge riordina una serie di norme sparse in più articolati e magari le riorganizza e migliora. Ciò va incontro anche a chi fa i controlli e verifica le eventuali inadempienze. Questa legge non serve a dare una risposta ai problemi dell’occupazione. Riguardo al lavoro nelle famiglie, non credo si voglia introdurre il concetto di lavoro gratis, si parla solo di persone che in un determinato momento vanno a supportare i familiari”.
La replica del Segretario di Stato al Lavoro Iro Belluzzi: “Con questo progetto si cerca di dare occasioni di lavoro ai nostri concittadini e residenti. Chi è iscritto alle liste di collocamento, cittadino o residente, verrà sempre privilegiato. Per quanto riguarda il portale web, entro la fine di settembre sarà pronto. In esso vogliamo non solo inserire la possibilità di attivare un voucher lavorativo, ma anche permettere accesso alle associazioni sindacali e alle imprese per fare incontrare domanda e offerta. Rispondendo a Zeppa, i giochi nominati sono quelli della sorte, la Giochi del Titano, perché gli altri vengono definiti come “sport”. Sull’investimento sul territorio citato dal consigliere di Rete, deve comprendere la volontà della maggioranza nell’affrontare nuovi investimenti che rappresentano un’opportunità di lavoro. La delegazione di Governo che ha affrontato la materia presto convocherà una conferenza stampa presentando i dati sull’argomento. In ogni caso, posso anticipare che porterà circa 250 nuovi occupati. La Repubblica ha la capacità di confezionare, per chi vuole investire qui, anche elementi fortemente agevolanti. Ciò non significa andare contro le regole o portare qui investimenti di dubbia origine”.
Matteo Zeppa, Rete: “La tremenda crisi che stiamo vivendo temo possa costringere San Marino a calarsi le braghe. Temo che la delibera in questione sia lasciapassare per legittimare in qualche maniera l’emergenza lavorativa. Quello stabile ha nomi e cognomi ben definiti che tornano in Consiglio ad ogni assestamento di bilancio. Temo che emergenza ci porti ad abbassare livello di guardia facendo favori ai “soliti noti” giustificandoli con la crisi economica.
Andrea Zafferani, C10: “Esprimo anche io mia considerazione sulle affermazioni del segretario Belluzzi che parla di possibilità di valutare la strada di “accordi ad hoc” con le aziende che si avvicineranno al Paese. Non va bene. Significa non essere più in uno Stato di diritto. Cosa facciamo? Leggi sul lavoro azienda per azienda? Non si parli più allora di volontà di limitare la discrezionalità della politica. Strada accordi ad hoc è legittima ma certifica un regime di discrezionalità assoluta”.
Segretario di Stato al Lavoro Iro Belluzzi: “Siamo andati fuori tema ma le parole del consigliere Zafferani sono inaccettabili. Governo e maggioranza ritengono che flessibilità con la quale San Marino può agevolare l’accesso di imprenditori e investimenti sia un valore aggiunto. Non in deroga alle leggi dello Stato ma percorsi ad hoc per portare sul territorio la ricchezza che i nostri cittadini si meritano. Ad esempio cito l’accordo con Colombini: frutto di un lavoro di confronto tra sindacati, associazioni di categoria e Governo”.
Si è poi passati all’esame dell’articolato: Approvato l’articolo 1 “Lavoro occasionale e accessorio”. All’articolo 2 “Campo di applicazione” il consigliere Zeppa (Rete) fa una precisazione: “Credo che si dovrebbe specificare il fatto che le prestazioni di lavoro accessorio e occasionali sono riservate alle attività “Giochi della sorte” ed invece è genericamente indicato “Giochi””. Segretario Belluzzi: “Accolgo l’osservazione del consigliere Zeppa e indichiamo come attività in cui usufruire delle prestazioni di lavoro accessorio e occasionale quella di “Giochi della sorte somministrati dalla Giochi del Titano”. Articolo approvato con la modifica richiesta dal consigliere Zeppa. All’articolo 3 “Servizi alla Famiglia” il consigliere Mimma Zavoli (Civico 10) solleva alcune questioni: “Occorreva inserire in questo articolo la necessità, per le persone che vanno a fare certi lavori in questi ambiti (penso a assistenza a disabili o malati) di un certo background. Una precisazione che andrebbe fatta. Non possiamo trattare argomenti di questo genere con superficialità”. Tony Margiotta (Sinistra Unita): “In commissione abbiamo presentato emendamento per richiedere determinate tipi di competenze e esperienze a persone che vanno a svolgere attività di assistenza e malati, disabili e anziani”: Segretario Belluzzi: “Per questo genere di lavori verranno selezionate persone inserite nelle liste che danno sicuramente più garanzie del sistema attuale dove le persone si rivolgono al libero mercato senza alcun filtro. Al di là delle norme inoltre la reale garanzia è quella data dalla famiglia che farà entrare nelle propria mura domestiche solo soggetti fidati”. L’articolo 3 è approvato. Si passa poi alla votazione del progetto di Legge: approvato con 26 “si”, 7 “no” e due astenuti.
Si è poi passati all’esame del Progetto di Legge “Normativa in materia di disturbi evolutivi specifici in ambito scolastico e formativo”. Approvato con 37 voti a favore, 2 contrari e 5 astenuti.
Massimo Muratori, Psd, relatore di maggioranza: “La legge che ci apprestiamo a discutere risponde a principi che ribadiscono il ruolo dell’educazione per lo sviluppo dell’integrazione sociale ed auspicano un sistema educativo di successo per tutti gli alunni. Una direttiva che da tempo i nostri operatori scolastici e sanitari auspicavano venisse approvata. Con l’intento di normare le prassi di comportamento utili ad affiancare ed aiutare quegli studenti che manifestano, in assenza di patologie neurologiche e deficit sensoriali, disturbi evolutivi specifici e bisogni educativi speciali. Questa legge diventa lo strumento utile a favorire lo sviluppo delle potenzialità personali degli studenti con disturbi specifici di apprendimento e con bisogni educativi speciali sottolineando la possibilità per la scuola di aprirsi ancora e sempre di più ad un nuovo atteggiamento che non considera le differenze come un ostacolo al successi formativo ma come un’occasione per ampliare il ventaglio dell’offerta didattica. E di questa possibilità potranno beneficiare tutti gli studenti che hanno difficoltà scolastiche. Il testo che presentiamo riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia, la didascalculia, il disturbo del linguaggio, il disturbo della coordinazione motoria e i disturbi del comportamento come disturbi evolutivi specifici. La legge che presentiamo ci sembra il giusto traguardo per tutto il lavoro compiuto finora. Nella stesura degli articoli ci si è potuti avvalere dell’esperienza già compiuta in Italia, il cui Parlamento ha approvato una simile normativa nel 2010. Questo ritardo ha in qualche modo consigliato e favorito di ampliare il riconoscimento dei disturbi di apprendimento anche ai ragazzi con bisogni educativi speciali, suggerendo di insistere con convinzione su un attivo coinvolgimento della famiglia che deve partecipare, insieme ad insegnanti e operatori sanitari, alla predisposizione di progetti didattici individuali. Crediamo sia giusto sottolineare come si insista sull’importanza di una formazione attenta e peculiare per il personale scolastico di ogni ordine e grado, di un supporto adeguato ai genitori per una loro maggiore conoscenza dei problemi relativi ai disturbi evolutivi e sulla volontà di incrementare sempre più la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari che insieme devono accompagnare l’alunno con Dsa e Bse durante il percorso di istruzione. Il primo compito della commissione sarà quello di predisporre ed emanare le Linee Guida per il diritto allo studio degli alunni Dsa, tre mesi dopo l’entrata in vigore di questa legge. Le linee guida dovranno essere aggiornate sulla base delle future, nuove conoscenze scientifiche e pedagogico didattiche fornendo così nel tempo un utile supporto al corpo docente che opera con alunni Dsa e Bse. Altro compito della commissione sarà quello di assegnare un sostegno a quelle classi che si trovassero a gestire casi con disturbi specifici particolarmente gravi o studenti in grave disagio e rischio sociale. A conclusione di questa presentazione crediamo sia giusto ribadire che la legge nasce grazie all’esperienza maturata negli anni nel settore socio sanitario e nell’ambito scolastico sammarinese. Sicuramente un notevole supporto e stimolo è stato loro offerto anche da quanto realizzato dai professionisti presenti e operanti nel dipartimento della Formazione della nostra Università. Questa legge riconosce quindi la validità delle misure didattiche sperimentate e adottate per garantire il successo formativo degli alunni con disturbi specifici e ha il compito preciso di fornire certezza giuridica all’azione delle nostre istituzioni scolastiche e formative. Essa riconosce e propone di garantire ai ragazzi con Dsa e Bse un percorso scolastico meno sofferto e più adeguato a sviluppare le loro capacità di apprendimento e può diventare l’occasione importante per la nostra scuola di proseguire e approfondire il suo processo di innovazione didattica che dovrà essere sempre più attento alle differenze individuali e ai diversi stili di apprendimento degli alunni”.
Segretario di Stato all’Istruzione Giuseppe Maria Morganti: “La diversità non è un problema, è un arricchimento. Questo dice la legge. Non proponiamo un percorso compassionevole, ma anzi di valorizzazione. Si tratta di affrontare una rivoluzione culturale nella scuola. La nostra università ha un centro di eccellenza in questo specifico settore, questo per noi è un vantaggio. L’obiettivo è di dare indicazioni alle scuole europee e mondiali su un approccio di scuola non come barriera, ma come amica”.
Mimma Zavoli, C10: “Dobbiamo stare ancorati al concetto di inclusione. Sopportare un disturbo di apprendimento, per un bambino, significa fare fronte a una gamma di difficoltà che gli possono apparire insormontabili. Voglio introdurre una parola: collaborazione. In questo ambito è fondamentale, se manca viene meno una rete di supporto per sostenere il ragazzo e la sua famiglia. Ben vengano norme che demandano compiti a tutti gli attori in campo. Faccio notare che il testo sulle disabilità è invece in ritardo”.
Grazia Zafferani, Rete: “Il problema di questi ragazzi non è il non apprendimento, ma la necessità di un piano educativo diverso da quello adottato dalle scuole”.
William Giardi, Upr: “E’ importante trasformare nei fatti la legge attraverso una precisa azione formativa e di sostegno nei confronti degli attori di questo percorso di apprendimento. Mi rivolgo quindi ai professori, alle famiglie, ai ragazzi stessi e ai compagni di classe. Per noi la diversità è un valore, ma per un adolescente, coinvolto in processi personali diversi, può rappresentare un problema complesso”.
Mariella Mularoni, Pdcs: “La legge stabilisce il riconoscimento ufficiale della DSA. Si individuano precisi doveri per la scuola. La legge affronta per la prima volta la gestione della DSA nella scuola prevedendo un diritto indirizzato al successo formativo”.
Segretario di Stato all’Istruzione, Giuseppe Maria Morganti: “Occorrerà formare gli insegnanti a un nuovo approccio, è un compito molto importante e significativo al quale i docenti si applicheranno con interesse ed entusiasmo, ne sono sicuro”.
San Marino, 5 settembre/01