l’Istanza d’arengo n.18 “affinché sia installato all’ingresso del Consiglio grande e generale, un etilometro che segnali l’idoneità dei consiglieri alla partecipazione all’attività consiliare”. Il segretario di Stato per gli Affari interni Gian Nicola Berti dà libertà sul tema: “I latini dicevano in vino veritas- ci scherza su- cosa vogliono i cittadini la verità o il politichese? L’Istanza d’arengo sta svilendo in limiti che non ritengo degni della democrazia”.
Prende la parola Iro Belluzzi di Libera per sottolineare che “manca il test psicoattitudinale. Non ci vedo niente di male che all’entrata in Aula si abbia la piena capacità intellettiva. Al di là che siamo a fine legislatura sarebbe importante cominciare a riflettere su come e chi deve svolgere funzioni di presidio per la Repubblica”.
Sandra Giardi del Gruppo misto si dichiara contraria, “un test non può precludere a stare dentro o meno l’Aula. Il Contenuto in sé non è funzionale al ruolo del consigliere”.
Per Sara Conti di Repubblica futura arriva “un messaggio di sfiducia. Sono Istanze provocatorie, non sono corrette nella forma ma dobbiamo riflettere: forse non siamo abbastanza bravi a prenderci la responsabilità del nostro ruolo. E come segnale sarebbe bene votare favorevolmente”.
L’Istanza d’arengo viene respinta con 26 voti contrari, quattro favorevoli e sette astenuti. Dire