San Marino. Respinta l’Istanza d’arengo per l’istituzione a fini elettorali del collegio estero

La seduta consiliare riprende in mattinata dall’esame delle istanze d’Arengo. Viene respinta con 39 voti contrari, 4 favorevoli e 6 astenuti quella per l’istituzione a fini elettorali del collegio estero.

Viene invece accolto a maggioranza un odg collegato per la creazione entro giugno di un tavolo di confronto tra governo, rappresentanze consiliari e Consulta per affrontare le problematiche ed individuare le modifiche normative da apportare.

Di seguito un riassunto dei lavori

Istanza d’Arengo n.4 – Perché ai fini elettorali sia istituito il collegio estero, distinto in due aree, area europea ed extraeuropea, per ognuna delle quali sia nominato un solo consigliere che dovrà dichiarare ufficialmente prima del voto a quale coalizione appartenga. Respinta (39 No, 4 Sì, 6 astenuti).

Andrea Zafferani, Civico 10: “L’istanza d’Arengo propone una soluzione al tema del voto estero che dal nostro punto di vista può stare in piedi nella sua filosofia. Favorevoli ai due collegi, al collegio estero che elegge due consiglieri e a dare quella facilitazione elettorale che i residenti chiedono da tempo ovvero il voto a distanza senza dover tornare sul territorio. Pretendo ora una presa di posizione politica anche da parte del Governo sul tema del voto estero. Voteremo a favore dell’Istanza per dare un messaggio: alcuni punti dell’istanza possono essere scritti meglio ma siamo favorevoli allo spirito della norma”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Negli ultimi anni ho assistito a una sorta di reiterata ipocrisia ogni qualvolta ci siamo presentati davanti alla Consulta dei residenti all’estero. L’ordine del giorno è talmente condivisibile, dato che parla di tavolo di lavoro sul voto all’estero, che è difficile non essere favorevoli. Il mio auspicio è che da questo dibattito, al di là dell’ordine del giorno, i propositi si traducano in atti concreti e soprattutto coerenti”.

Francesca Michelotti, Su: “Il tema del voto all’estero ha infuocato il dibattito consiliare per almeno un ventennio. L’elettorato sammarinese ha una singolarità ovvero che è duplice e noi dovremmo soffermarci su questo invece di andare alla Consulta a parlare per amor di Patria. Il nostro duplice elettorato è una risorsa per questo Paese. Abbiamo perso di vista una questione che è fondamentale ovvero che gli esteri non subiscono gli effetti del loro voto e questo è un aspetto decisivo. Parliamoci fuori da ogni retorica. La scelta del voto estero ha prodotto anche una forte divisione tra residenti e non residenti. La spirale pericolosa che porta all’illegalità per ricercare il voto estero purtroppo è ancora in piedi. La proposta dell’istanza d’Arengo è interessante ma a mio avviso solleva troppe perplessità”.

Paride Andreoli, Ps: “Condivido lo spirito dell’ordine del giorno. Auspico che si apra un tavolo di confronto sul tema del voto all’estero. Ogni partito o forza politica ha dietro il voto estero una posizione di comodo: c’è chi fa lotta al voto estero e temo che ci sia sempre un motivo strumentale alla base. Per me il collegio è una ‘cavolata’, una presa in giro. Poi l’istante chiede ‘che venga riconosciuto ai due consiglieri un congruo compenso’. Mi chiedo cosa significhi? In ogni caso, ben venga un gruppo di lavoro ed, in parte, vogliamo prenderci la paternità della proposta. Vorrei solo ribadire che il partito giudica negativa la proposta dell’istante di istituire un collegio estero. Non è possibile dividere i cittadini neppure sotto l’aspetto elettorale. Io credo e spero che attraverso il tavolo di confronto tra Governo e le rappresentanze consiliari insieme alla Consulta si possano individuare serenamente le proposte migliori. E’ inutile continuare a dire qui dentro una cosa e nella Consulta un’altra”.

Stefano Macina, Psd: “Per noi i cittadini all’estero sono cittadini punto e basta. Non condividiamo l’opinione di quanti mettono l’etichetta di “voto di scambio” sui cittadini all’estero. Questo Paese se negli anni ’70 ha avuto un notevole sviluppo lo deve anche al contributo dei sammarinesi all’estero, magari perché poi sono rientrati in Paese o magari perché hanno investito propri risparmi sul nostro territorio. Condividiamo l’ordine del giorno perché istanza giustamente pone una questione che è quella di confrontarsi tra le forze politiche. Ma la legge elettorale non si risolve con un’istanza d’Arengo. Ecco perché riteniamo opportuno istituire un tavolo di lavoro ed approvare un ordine del giorno con cui le forze politiche si riappropriano della materia”.

Luigi Mazza, Pdcs: “L’istanza d’Arengo come questa mi portano ad affermare punti che per la Dc sono fondamentali nel rapporto con i cittadini. Noi siamo per lo ius sanguinis e prima di tutto questo dibattito va affrontato da un punto di vista culturale. Quali sono quelle iniziative che tendono a mantenere quel legame tra sammarinesi anche se sono all’estero. Il problema di fondo è se crediamo nello ius sanguinis o no? Noi ci crediamo. Io sono anche convinto dell’idea di un doppio collegio: interno ed estero. E’una proposta che ho fatto e che rifaccio all’Aula. L’ordine del giorno è positivo perché ci fa sedere intorno ad un tavolo per ragionare. Problema di fondo però ripeto è se riconosciamo la cittadinanza per ius sanguinis o ius soli. Il consigliere Michelotti, riferendosi ai due eventuali consiglieri eletti all’estero, ha detto che sembrerebbero due alieni in Aula. Io dico che ne abbiamo già diversi di alieni in aula. Che non conoscono le fondamenta del nostro ordinamento. Il voto di preferenza è diverso dal voto di lista però andiamo al confronto per verificare i problemi delle comunità sammarinesi sparse nel mondo. L’ordine del giorno accoglie un percorso di confronto. Che tutela tutti i sammarinesi, sia quelli che possono tornare a votare che quelli che non possono tornare a votare”.

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri, replica: “L’istanza pone un tema che ha avuto varie vicende nella storia del nostro Paese. Ci sono stati comportamenti contradditori, tra cittadinanza ed esercizio del diritto di voto. C’è una esigenza di approfondimento, il problema tocca l’identità del nostro Paese. Occorre trovare unità tra i cittadini che hanno abbandonato il Paese e quelli rimasti. La Consulta ha chiesto ripetutamente la costituzione di questo tavolo di lavoro, superando la logica partitica. L’odg cerca di dare una risposta in maniera veloce, ma dipende dalla volontà delle forze politiche. Respingiamo l’istanza, ma affrontiamo il tema accogliendo l’odg”.

Gian Matteo Zeppa, Rete, replica: “Il consigliere Mazza non ha inteso le mie parole. Ieri sera ho fatto un esempio. Non ho detto che il museo dell’Emigrante va chiuso. Si prenda le sue responsabilità senza sparare nel mucchio”.
Luigi Mazza, replica: “Parlavo delle forze politiche che chiedevano la chiusura del museo e voi non eravate in Consiglio”

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