San Marino. Respinto un Ordine del Giorno per istituire una commissione amministrativa per vedere la responsabilità del fenomeno della morosità delle utenze.

aassOrdine del Giorno presentato dalla Coalizione Cittadinanza Attiva per l’istituzione di una Commissione Amministrativa sulle responsabilità relative al fenomeno della morosità delle utenze e sulle lacune normative per la riscossione delle stesse. Respinto con 27 contrari e 20 favorevoli.

Tony Margiotta, Su:“Il Consiglio grande e generale (…)impegna il governo a disporre una commissione amministrativa finalizzata all’accertamento delle ragioni e delle responsabilità che hanno consentito il raggiungimento di importi tanto rilevanti nei casi sopra citati; a far luce sulle eventuali lacune, inefficienze, forzature e inadeguatezza delle procedure, dei regolamenti e delle leggi che disciplinano le modalità di riscossione dele utenze e le contromisure da intraprendere in caso di gravi morosità. Le conclusioni della commissione saranno presentate al Consiglio grande e generale”. Questo Odg deriva dalla risposta a un’interpellanza in cui sono state indicate le morosità di famiglie e aziende per le utenze dell’Aass, per un valore di 3 milioni e 880 mila euro in 30 anni. Ci sono tra queste singole aziende che hanno oltre 800 mila euro di morosità. Abbiamo voluto porre risposta a una lacuna, le leggi di oggi non sono efficienti, il fenomeno si ripete da anni. Chiediamo quindi che venga istituita una commissione amministrativa che abbia il compito di accertare le ragioni del fenomeno e per far luce sulle lacune e inefficienze ”.
Gian Carlo Capicchioni, segretario di Stato per le Finanze: “Va ribadito che l’andamento della situazione creditizia dell’azienda negli anni ha avuto un andamento costante e di poca entità. Questo fino all’avvento della crisi economica nel 2008-2009, di qui c’è stata l’impennata e l’Azienda si è trovata in difficoltà a riscuotere i crediti. Le ragioni sono quelle della crisi economica sia per imprese che per utenze domestiche. L’8-9% della cifra riguarda le utenze domestiche, l’azienda si troverebbe ad interrompere le utenze a famiglie in difficoltà e si è ritenuto di non dover intervenire. Per le imprese la causa è la stessa, ma le cifre sono più importanti. Sono state fatte insinuazioni in tribunale per le aziende in fallimento ed esperite tutte le procedure. Per questo riteniamo di respingere Odg”.
Andrea Zafferani, C10: “La cifra nella risposta all’interpellanza ci è stata indicata negli ultimi 30 anni, senza le specificazioni date dal segretario. Parliamo di cifre importanti, legate in particolare ad alcuni soggetti morosi. Trovo utile capire queste cifre se riguardano gli ultimi anni e se è qualcosa legato alla crisi o a qualcos’altro. Sono per l’approvazione dell’Odg  e non riteniamo vada respinto, è un’azione di approfondimento per tutti”.
Matteo Zeppa, Rete: “Sosteniamo l’Odg di Ca. Di esempi su quello che non è rientrato nelle casse dello Stato ne abbiamo esperienza, come crediti monofase non riscossi. Il 90% di quei dati sono alle aziende, necessario crisi termini per ditte e per famiglie. Non ci si può nascondere dietro un dito dicendo che l’8% è attribuibile alle famiglie, la commissione dovrebbe poter valutare quei dati disaggregati degli ultimi 30 anni andando oltre alle utenze anonime. Li conosciamo, non sono anonimi, hanno nome e cognome”.
Denise Bronzetti, Indipendente: “Non è per atteggiamento persecutorio, ma per equità che ritengo opportuno verificare situazioni che hanno portato aziende e cittadini a non ottemperare obbligo di pagare utenze. Non so se per fare chiarezza sia necessaria una commissione amministrativa o se se ne possono far carico gli uffici competenti”.
Luigi Mazza, Pdcs: “L’Odg ci consente di affrontare tematiche che coinvolgono posizioni dello Stato rispetto i singoli. Il riferimento del segretario ci indica con chiarezza i termini della questione, sulla parte minoritaria delle utenze domestiche che merita attenzione dell’Aula. Poi c’è il problema crescente delle aziende, il 26% relativo alle procedure concorsuali negli anni di aziende che chiudono- senza pagare utenze, dipendenti e fornitori- è un problema rilevante. Ma l’entità di cui parliamo ci indica una varietà di situazioni, la maggior parte si tratta di crediti concordati con piani di rientro. L’Odg ci propone una commissione amministrativa. Noi esprimiamo contrarietà perché parliamo di un’azienda con un suo consiglio di amministrazione e un suo collegio sindacale. Istituendo una commissione diciamo che quell’azienda non è stata in grado di fare controlli. Gli elementi non sono questi. Parliamo di un’Azienda di servizi di gestione manageriale, se vogliamo ulteriori elementi ci sono organismi che ce li possono dare. Inoltre dal 2014 tutti i crediti passano per l’esattoria. Ricondurre un’unica gestione consente di verificare l’effettiva possibilità di recupero dei crediti. Se l’azienda è in palese difficoltà, l’azione non permette in recupero. Possiamo quindi chiedere ulteriore riferimento all’azienda, ma non  una commissione. Per cui siamo contrari all’Odg”. Dire.it