San Marino. Rete denuncia la “clientelare” esenzione monofase sul gas acquistato dalle imprese… Ma l’aliquota era zero già prima del decreto cogenerazione!  … di Enrico Lazzari

Enrico Lazzari

Ai sensi dell’art.2 del DL 124/2011, a partire dal 1 gennaio 2012, “l’importazione di gas naturale (metano), energia elettrica ed acqua potabile, distribuiti a mezzo rete pubblica, è esente ai fini dell’applicazione dell’imposta sulle importazioni”, ovvero dalla Monofase. Eppure, “l’esenzione dal pagamento della monofase per chi si va ad approvvigionare di gas da fornitori esterni” e diversi dall’AASS, secondo il Movimento Rete, è uno dei motivi per cui il recente decreto governativo che regolamenta la cogenerazione (la produzione di energia elettrica e termica i cui impianti sono ora installabili autonomamente da parte delle aziende sammarinesi), non sarebbe altro che una operazione meramente clientelare perpetrata dall’esecutivo. Perchè, quindi, nei tre anni e mezzo di governo, Rete non ha fatto nulla per modificare questa situazione che oggi critica aspramente?

Decreto cogenerazione -scrive il Movimento- ovvero come il Governo trasforma un’opportunità in clientelismo”. Nel mirino dei “simil-grillini” sammarinesi, quindi -tanto per cambiare- finiscono gli ex alleati di governo, colpevoli di aver ben specificato nel recente decreto “i vantaggi per le attività economiche”, ovvero “la possibilità di rivendere l’energia prodotta in surplus ad AASS e l’esenzione dal pagamento della monofase per chi si va ad approvvigionare di gas da fornitori esterni” e quindi non dall’AASS.

Peccato -per l’autorevolezza retina- che la monofase con aliquota zero fosse già, da ormai 11 anni, una realtà nella fiscalità del Titano. Autogol clamoroso, verrebbe da dire. Ma, a preoccupare, è che questo non è certo il primo e, vista la strategia filo-salviniana, populista all’esasperazione adottata da Rete fin dalla vigilia della crisi di governo da essa determinata, non sarà certo l’ultimo…

Interpretando il rete-pensiero”, permettere alle aziende di produrre energia e rivenderla all’AASS e non introdurre la monofase per le aziende che produrranno energia per il loro consumo vendendo all’AASS l’eccedenza a prezzo -si presume- di mercato, sarebbe una misura clientelare. Incredibile, anche perchè la cogenerazione in sé è stata giudicata più che positivamente dalla stessa Rete: “La cogenerazione, in sé per sé, è una cosa positiva…”. Ma vuoi perdere l’occasione, deve aver pensato qualcuno nella sede di Murata, di cavalcare una “stupidaggine” -lo è a mio parere, ovviamente- per recuperare qualche voto o generare e alimentare malcontento nella popolazione rispetto l’esecutivo e i partiti di maggioranza nella speranza di recuperare almeno piccola parte dei voti persi con le non esaltanti gestioni delle Segreterie di Stato a guida retina, su tutte quella alla Sanità dell’ex Segretario di Stato Roberto Ciavatta?

E’ quanto mai prolifica Rete. Non passa giorno che non annunci una interpellanza, un progetto di legge o non emani un comunicato stampa… Sembra aver prodotto di più in questi cinque mesi di opposizione che nei tre anni e mezzo di governo e maggioranza. Ma tant’è…

La politica -seppure con l’avvento del grillismo in Penisola, o il successo di consensi del candidato presidente “boscaiolo” in Brasile ciò possa non sembrare- è una cosa seria. E agire in campo Istituzionale con il fine solo fine di incamerare una cartuccia contro gli avversari politici andando a soddisfare la “pancia” degli elettori, può creare danni enormi. L’Italia ne è un esempio lampante, con gli effetti del “bonus ristrutturazione 110%” che ha determinato un buco di un centinaio di miliardi o, peggio, dell’esposizione che ha oggi il bilancio visti i circa 450 miliardi di garanzie che lo stato, con il governo giallorosso, ha concesso a pioggia, senza alcun criterio o verifica di sostenibilità, sui prestiti bancari richiesti dalle imprese nel periodo Covid… Tante sono già fallite senza rimborsarlo, altre non riusciranno a rimborsarlo e ciò determinerà altri pesanti miliardi di buco -il debito alle banche dovrà pagarlo il garante, quindi lo Stato italiano- che andranno a sommarsi all’ammanco da oltre 100 miliardi del famigerato 110%.

Sul Titano, per fortuna, simili danni non sono ancora stati fatti. Ma solo perchè alcuni emendamenti di Rete sono stati respinti. Ricordate, qualche settimana fa, le pressanti accuse di “favorire gli evasori” rivolte dal Movimento alla maggioranza e al governo? A motivare queste accuse fu, allora, il rigetto a maggioranza di un emendamento alla Variazione di Bilancio, che mirava a negare l’assistenza sanitaria a tutti coloro che non fossero in regola con il pagamento delle relative tasse o contribuzioni. “Questo governo tutela gli evasori…”, “urlarono” prontamente i simil-grillini nostrani, trovando un importante seguito nella larghissima fetta di popolazione che è solita analizzare superficialmente ogni questione. Certo, è indiscutibile che “parlare alla pancia” della gente porta vantaggi di bottega… Ma è moralmente lecito farlo “prendendo in giro” i sammarinesi più ingenui, meno informati e senza considerare minimamente l’effetto devastante che quell’emendamento avrebbe avuto sulla vita dei sammarinesi se approvato? A mio parere no. Anzi, è gravissimo.

Le tasse servono a finanziare servizi per i cittadini, quindi è sacrosanto il principio del non paghi e non puoi accedere ai servizi. Ovvio. Ma ogni democrazia, ogni stato sociale è necessariamente un compromesso fra principi sacrosanti e applicazione degli stessi nell’obiettivo di garantire una sicurezza sociale. Per capirci meglio: la massaia che non ha versato un euro di contributi previdenziali è lecito che benefici della pensione sociale? Scontato che la risposta sia sì.

Quindi, tornando al merito dell’emendamento retino, se fosse stato approvato avrebbe determinato una ingiustizia sociale macroscopica. Ma Rete non ha esitato a urlare ai quattro venti: “Il governo tutela gli evasori!”. Ma facciamo un esempio ipotizzando che quell’emendamento, così come presentato, fosse stato approvato: se un lavoratore autonomo sammarinese avesse sempre pagato, per 30 anni, puntualmente ogni tassa o contributo richiesto, ma poi per un motivo o per un altro (magari a causa di una malattia o infortunio) la sua attività fosse finita in pesante crisi e non fosse più riuscito a far fronte agli oneri contributivi anche per il solo ultimo anno, gli sarebbe stata preclusa l’assistenza sanitaria pubblica. Evitare un simile scempio, una così palese ingiustizia è stato un “favore agli evasori” o una sacrosanta tutela della sicurezza sociale?

San Marino si trova di fronte ad una sfida determinante per il suo futuro geopolitico, economico-finanziario e quindi sociale. Una delle condizioni essenziali perchè la stessa sfida possa essere vinta è senza dubbio la serietà e il senso di responsabilità della classe politica. Al tempo stesso ogni atto irresponsabile, strumentale, populista non fa altro che complicare questo difficile cammino verso una sorta di indispensabile sviluppo.

La mia speranza -ed è anche il fine di questo mio ampio e argomentato commento- è che se non tutta la politica saprà essere responsabile e quindi capace di contribuire a garantire un futuro florido alla Repubblica, lo siano almeno -nella prossima primavera- i sammarinesi nell’urna elettorale.

Enrico Lazzari