San Marino. RETE. IGR: quando il Gatti ci mette lo zampin

Nel programma ufficiale di Governo del 2024 scrivevano che i conti dello Stato erano floridi, che l’IGR non aveva bisogno di revisioni e che si sarebbe puntato a recuperare risorse dall’evasione e dall’elusione.
Quanto scritto in quelle righe era persino condivisibile, ma tra il dire e il fare, si sa, c’è di mezzo il Segretario di Stato alle Finanze.

Gatti infatti ha presentato in fretta e furia una riforma IGR senza il necessario confronto preventivo con le Parti sociali, giustificandola come un atto per “fare investimenti”: in realtà è stato il capolinea della sua narrazione sui conti in ordine, perché i milioni recuperati con la riforma serviranno a coprire i buchi di bilancio.

Come denunciato da tempo da RETE e dai sindacati, per come è costruita tale proposta di legge colpisce principalmente i redditi certi: dipendenti e pensionati. Con un atteggiamento di protezionismo che mirando alla categoria dei frontalieri, non votanti, mette in difficoltà le imprese che li impiegano e potrebbe creare problemi nelle relazioni con l’Italia.

In sintesi, chi lavora (o ha lavorato) da una vita viene trattato come un bancomat, una vacca da mungere, mentre restano impuniti evasori ed elusori e non si recupera 1 euro dei crediti vantati dallo Stato nei confronti dei codici operatori “apri e chiudi” e dei debitori all’estero.

Auspichiamo un sussulto d’orgoglio della Sinistra al governo, che ha sottoscritto un programma sull’IGR ben diverso, prima che il Gatti ci mettesse lo zampino!

RETE